L’esigenza di una tradizione… Matteo Maini

Pianello Val Tidone. In mezzo ad una di quelle terre che da sole non sono mai riuscite a salvarsi nè a mostrarsi. Tra quelle colline, quelle strade distrutte dalle nevicate, quelle viti, quelle trattorie così tipiche da non abbisognare più nemmeno di un cartello o di un’insegna, le somiglianze arrivano facili alla vista e all’udito, anche senza pubblicità. Le valli piacentine, prime propaggini di un appennino non sentito come tale, vengono tagliate da fiumi e torrenti e lasciano alla val Trebbia di Hemingway il compito di segnare il passo e di veicolare l’immagine. Continue reading L’esigenza di una tradizione… Matteo Maini

Val di Noto in 2 giorni

PRIMO GIORNO

Chiaramonte Gulfi
– Olio dei Frantoi Cutrera e carne dal Chiaramontano (Massimiliano Castro)

Vittoria
– Birra del birrificio Paul Bricius
Ragusa
– Bottega di formaggi Di Pasquale (ragusano dop, piacentinu di Pietro Di Venti, vastedda del Belice di Melchiorre Mangiaracina, tuma persa di Salvatore Passalacqua, maiorchino di Mario Mirabile)
– Pasticceria Di Pasquale Continue reading Val di Noto in 2 giorni

Bardini: una tradizione con un futuro diverso? Graziano Balduzzi

Piacenza. La bellezza è celata. Il resto dell’Emilia è un’eco dai sapori nostalgici e autoritari. La dipendenza da Parma e una velata sottomissione gastronomica l’hanno nascosta e la nascondono vieppiù. Eppure le vie ci sono, i parchi anche, chiese e palazzi stanno lì a rappresentare una storia millenaria. Il Gotico (Palazzo Ducale) è una rappresentazione antropica di una borghesia delimitata e limitata nel suo essere di passaggio. I castelli e gli orpelli ducali hanno nelle merlature e nei portici il loro quotidiano incedere e anche quello dello shopping, bardato nei cosueti abiti benpensanti del sabato pomeriggio. Continue reading Bardini: una tradizione con un futuro diverso? Graziano Balduzzi

Angeli e Cioccolato… Angelina Cerullo e Yumiko Saimura

Casale Monferrato. Alla base di quel territorio collinare, dove Grignolino, Dolcetto e Barbera reclamano una presenza e insistono a portare fuori nomenclature e denominazioni. I monferrini sono morfologicamente isolati. Idealmente legati alla Lomellina e geograficamente alla Langa, hanno preso il tepore candito e riservato dei coltivatori di riso. Dove l’eccellenza padroneggia, il silenzio si porta via orgoglio e vanità. I produttori locali hanno il contenuto ma non il fascino, la cascina ma non il relais. Densità edilizia e dolcezza collinare si confondono, rattristandosi. Bagna càuda, krumiri, agnolotti, tajarin e razza piemontese invadono, difendono e sottintendono. Continue reading Angeli e Cioccolato… Angelina Cerullo e Yumiko Saimura

Comunicazione e territorio… Francesco Vastola

Capaccio-Paestum. Una strada che porta verso verso la costa, qualche retaggio della pianura del Sele e della sua industriosità, i caseifici bufalini, che hanno l’ardore e l’irriverenza del fungo, appariscenti e tediosamente ripetitivi sulle Battipaglia-Capaccio, sentori di mare ed erba bagnata tutt’intorno, ma soprattutto una Campania che non t’aspetti. L’oggettività della ragione e dell’interesse è riuscita ad enucleare Paestum all’interno di quel lembo di terra definibile come Cilento. Continue reading Comunicazione e territorio… Francesco Vastola

Pisa e Provincia in 2 giorni

PRIMO GIORNO

San Miniato
– Dolci (cantuccini, cavallucci e lievitati) di Paolo Gazzarrini del Cantuccio di Federigo
– Carni di Sergio Falaschi (dalla cinta alla chianina, sapori netti e precisi)
– Pranzo alle Colombaie dal bravo e soprattutto attento chef Daniele Fagiolini
– Zafferano di Croco e Smilace
Pisa
– Gelato di Gianfrancesco Cutelli (creativo e tradizionalisti, I gusti hanno delle impronte molto marcate e personali)
– Per la cena Pisa è un disastro… godetevi una cecìna alla Pizzeria il Montino e andate a nanna… Continue reading Pisa e Provincia in 2 giorni