Ciacco: un ex collettivo tra il convenzionale e l’anarchico… Stefano Andrea Guizzetti

Parma. Quando il centro non ha ancora preso possesso di borghesie, botteghe storiche, griffe, occhiali da sole a specchio e gonne colorate su acciotolati nascosti da battisteri e chiese, a dimostrare la vacuità di un posto distante. Dalla crisi, dalla necessità e dal fermento metropolitano. A pochi passi da quelle vie cristallizzate nel benessere di una qualsiasi città ducale italiana, l’anti-Parma appare come irriguardosa e assolutamente convenzionale. Ordinata, sia nelle costruzioni che nella viabilità, dotta, gentile e con l’umanità trasudata e trasognante di chi ha messo in testa le scelte personali. Continue reading Ciacco: un ex collettivo tra il convenzionale e l’anarchico… Stefano Andrea Guizzetti

Un inquieto ragazzo di provincia… Alain Locatelli

Bonate Sopra. Un posto che tutte le mamme vorrebbero per la propria madre. Campane a messa, gente educata, vicini di casa sempre presenti, pianura corroborante e capannelli di persone vestite per la domenica mattina e pronte per una sferzata di luoghi comuni ad abbracciare la politica, il tempo, le scuole, i figli e il calcio. Il tutto in una ricerca smodata di parcheggio, senz’alcun senso in un’astrazione mondana che riporti le cose come realmente sono: Bonate Sopra è un posto senza domani. Un luogo sulla strada dalla sconfortante ordinarietà, dove si affastellano le menti migliori della nostra generazione rifiutate dalla compagnia del Booster, dove la provincia, profondamente radicata nelle abitudini e nelle scelte, condanna isterie, anticonformismi e ipertensioni, proponendo salvifici salassi o mesmerismi sotto forma di purghe abrogative, consulenti estetici e cortigiane in abito lungo. Qui, Alain Locatelli, può giusto sopravvivere. Continue reading Un inquieto ragazzo di provincia… Alain Locatelli

L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Seconda Parte

-Cucchi: orari improbabili, ma molto confortevoli. Mignon di discreta fattura, soprattutto frolle e creme. Lievitati immangiabili. Vetrine inguardabili. Sfilza di prodotti in vendita da Bazar d’Istanbul. Posizione strategica. Un filo scortesi…

-Elli: graziosa, piccolina, ben posizionata, concezione di pasticceria gentile. Ecco tutto… bignè alla crema semi-disastrosi, poco aerei ancor meno friabili… Continue reading L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Seconda Parte

L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Prima Parte

Milano. Quel profumo di forni che non ho mai sentito, continuerò a non sentirlo. Quell’idea che, al di là dei tram, dei primi impieghi, della nascita delle multinazionali familiari, della nebbia che non aveva ancora visto il dilagare di costruzioni frangiflutti, ci fosse qualcosa di simile a un focolare, di una vetrina al di là della nevicata, di intimità portata a spasso tra i piedi e lo stress delle persone, non è mai passata dall’altro lato. Quello mio. Quello del tavolino, del dolce, della tradizione, di qualcosa di profondamente meneghino intriso nella possibilità di conoscenze, personalità importanti, baristi e un po’ di familiarità che non andava a guastare il tempo morto, la sigaretta o il cappuccino sorseggiato per ammazzare una delusione, una giornata storta o una soddisfazione privata. Milano aveva delle pasticcerie, aveva delle vetrine e aveva delle scuole. Continue reading L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Prima Parte

Un pasticcere così distante… Alessandro Dalmasso

Avigliana. Pochi kilometri da Rivoli, qualcuno di più da Torino, la Valle di Susa all’orizzonte e le montagne emerse dalla prospettiva di un al di là troppo distante. Lì in mezzo, intruppata in paesi senza nome o con nomi troppo reiteranti per ricordarne finanche le vocali, Avigliana si staglia limpida in mezzo ai suoi laghi e alle sue contraddizioni. La pianura è un abito con un centro storico, una strada che finisce in bocca alla stazione, un ovale dove continuare a girare e un’incomprensione paludosa che si è portata via fascino e ambizione. È il capoluogo di un distretto nevrotico e culturalmente distante dai centri abitati. Continue reading Un pasticcere così distante… Alessandro Dalmasso

Passioni e rotture di un panificatore incombente… Alex Gado

Quattordio. Un paese tagliato in due dalla Strada Statale 10. Meglio conosciuta come Padana Inferiore. Forse l’unico motivo di suspense o di memoria. Un luogo antropico da cantautorato spiccio anni ’90 o da bagatella adolescienziale in preda ad ormonali motorini cavalcati da gonne sempre un filo fuori moda e sempre oltre nel palpeggiamento. Lo snodo di un paese inesistente, fatto di nebbia e colli in lontananza, è un centro attraversato dalla noia e dal silenzio, da un pomeriggio fisicamente morto sotto gli stendardi della non-curanza e dello sviluppo edilizio. Continue reading Passioni e rotture di un panificatore incombente… Alex Gado

Alla ricerca del Bagoss perduto… Amerigo Salvadori

Bagolino. Un paese cominciato a ridosso del lago d’Idro, con quel colore nero, a metà strada tra Loch Ness e lo sterco di vacca, che a guardarlo dai tornanti non sembra nemmeno reale. Fermo, silenzioso, poche spiagge, ancora meno turisti e porticcioli lapidari, sul lato orientale, a prendere qualche windsurf, qualche tenda da campeggio e qualche tedesco sperdutosi in Val Vestino e sceso dal versante sbagliato. Magia e sfruttamento, come solo queste insenature tra le montagne riescono ancora a regalare. Basta uno specchio d’acqua a rendere inutile lo sforzo della dimostrazione. Continue reading Alla ricerca del Bagoss perduto… Amerigo Salvadori

Le carni in un Trentino senza belletti… Massimo Cis

Bezzecca in Valle di Ledro. Pochi kilometri a nord-est di Storo. Su quella provinciale che comincia a scoprire quel Trentino senza pecche. Con quell’odore lontano di lago, con le montagne, ancora mezze, che adombrano e aprono straordinari panorami, mamme con le carrozzine e anziani svernanti, meglio se dall’accento teutonico. Bezzecca è una di quei paesi diventati frazioni dell’unico comune di Ledro. Per ammazzare il tempo, considerando l’irrispettoso anticipo, blocco la mia lettura, cartina alla mano e macchina chiusa causa ondata di freddo di fine maggio, per colpa di un’orda di turisti misto-olandesi, fuori forma e fuori tempo massimo. Alla ricerca di qualcosa che non troveranno mai. Almeno lì. Continue reading Le carni in un Trentino senza belletti… Massimo Cis