Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Frazione Gauna nel comune di Alice Superiore. In mezzo alla Valchiusella. Partire da Ivrea, un quarto d’ora di macchina, e trovarsi in un nulla plumbeo quasi angosciante. La vallata si sviluppa attraverso alberi senza foglie, qualche abete e fitti boschi che vanno, lentamente, ad incunearsi, dopo Traversella, in un imbuto angusto fin su verso la bassa Valle d’Aosta. Qui, il turismo si è dimenticato di cementificare e di ricercare seconde case, portandosi dietro la possibilità di marketing e di fottere il prossimo. In assenza d’insegnamenti, i malgari sono rimasti tali, senza conoscere velleità e opportunismo. Continue reading Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Fenomenologia dell’imprenditore agricolo lombardo… Alberto Dedè

Borghetto Lodigiano. Una delle tante frazioni di un territorio con un’identità e una cadenza accentuate. Brume e cascine si alternano, lasciando spazio ad orizzonti spettrali, fatti di lande senza orizzonte, di terra rivoltata, di strade che non conducono a nulla e di anime contadine con la gonna sotto il ginocchio, le calze in nylon beige, i pantaloni di fustagno e la faccia scolpita dal freddo, dentro e fuori le mura.

La provincia di Lodi è quel far west padano dove il muovere le foglie è considerato un’impudenza, dove tutto scorre perchè deve scorrere e dove il buio invernale è rappresentato da calcinacci attornianti una finestra illuminata in giallo, alle sette di sera con il riverbero di una pasta e fagioli fumante. Continue reading Fenomenologia dell’imprenditore agricolo lombardo… Alberto Dedè

Parmigiano Reggiano, finalmente…! Fratelli Brugnoli

Bardi. Sconfinato appennino parmense. Perdersi è nel fascino della normalità, non fosse per ritardi accumulati appuntamento per appuntamento. La Liguria, bloccata dietro le montagne/colline spira i suoi venti, togliendo maglioni e giornate di pioggia. Pare cha a Gennaio, nelle giornate di sole, si possa stare tranquillamente in maniche di camicia. I riverberi del mare si sentono poco, quello che torna sono solo le curve e le strade dissestate. Un pianto di polvere e buche. Tornanti che squarciano il cielo, regalando autunno, orizzonte e colori meticci. Il dialetto paesano è quello lento dell’assenza di stress e le risposte hanno ancora l’interesse per la meta da raggiungere. Bardi è un assembramento di frazioni che possono distare fino a trenta kilometri o un’ora di strada.  Continue reading Parmigiano Reggiano, finalmente…! Fratelli Brugnoli

Quando scrivere diventa qualcosa di etico… Flavio Lavarini

Ornavasso. Le montagne ossolane dirimpetto gettano ombre e misteri all’interno di una valle e di un paese molto al di là della sonnolenza. Tremila anime in eccesso, una storia che si colora della cultura Walser, della sua etnia e del suo dialetto. A metà strada tra Verbania e Domodossola, in mezzo a quelle vasche, ideali e giovanili, in cui si manifesta la noia di un posto che non si trova perchè non c’è. Continue reading Quando scrivere diventa qualcosa di etico… Flavio Lavarini

Una transumanza senza fine… Giampaolo Rossi e Lara Del Ponte

Nebbiuno. Comune dell’Alto Vergante. Senza infamia né lode. Qualche strada nascosta, una vista mozzafiato sul lago maggiore, ma tutto sommato un paesaggio a metà strada tra la noia e la fantasia. C’è il vicolo a sampietrini che si stringe, c’è qualche diroccamento e l’accenno dei primi boschi, ma l’ansia da fabbrica tende a non lenirsi…
Sulla strada per Massino Visconti c’è la Masseria Rossi, l’immaginazione di un secondo tranquillamente perdibile. Nel mezzo c’è una sagra della mela, tra l’umore bianco del cielo e il grigio della strada. Continue reading Una transumanza senza fine… Giampaolo Rossi e Lara Del Ponte

Podere Le Fornaci: nobili muffe e nobili caprini… Marco Cassini

Greve in Chianti. Qualche diramazione prima del paese. In quel Chianti tirato per i capelli e per i turisti americani. Le colline si chiudono e i boschi si aprono o scompaiono, rilascinado una vista da cartolina, a volte smaccata, a volte più nobiliare. Feste del vino e degustazioni prendono alla gola i turisti, togliendoli dalla strada principale. Pievi, chiese e oratori danno storicità ad un posto posto a metà. Nei primi anni ’70 gli è stata regalata la nuova denominazione “in Chianti” e una nuova collocazione vitivinicola all’interno dei percorsi studiati a tavolino dalle agenzie turistiche. Continue reading Podere Le Fornaci: nobili muffe e nobili caprini… Marco Cassini

Un’enclave apolide nell’Umbria che non ti aspetti… Fattoria Ma’Falda

Una delle molte frazioni che si disperdono sui crinali che guardano Orvieto. Il lago di Baschi con i suoi misteri, i suoi cuochi e i boschi di cinghiali a corredare il tutto con un tocco di sapido pressappochismo che, per me, ignorante disperso in luoghi favolosi e quasi mistici, sa tanto di predellino. La salita all’agriturismo è un connubio di curve e vista, che mi fa perdere entrambi. Modo di guidare marocchino, da abbaglianti notturni in vista del miraggio chiamato caravanserraglio, e occhi abbacinati da paesaggi più autentici rispetto al Toscana-style. Senza quelle costruzioni “turista-americano-prego-si accomodi” che ogni tanto sporcano la sincerità.
Mi accoglie un cartello in ferro battuto che recita queste parole: “Vendita formaggi e ricotta”. Mi stranisco. Continue reading Un’enclave apolide nell’Umbria che non ti aspetti… Fattoria Ma’Falda

L’espressione volitiva di una trojka di allevatori… Piero Valenti

Sempre Randazzo, ma un po’ fuori. Su quella strada che guarda Bronte e che non invita i turisti. La gente arriva qui per un motivo: l’Etna. Il suo fascino, le sue nuvole, la sua piana ritratta nei dipinti di inizio ‘900, così diversa dalla natura isolana, brulla, cosparsa di resistenza e volti assolati. Qui i crateri si spargono, la lava ha reso fertile e i boschi hanno messo radici. Ma non quelli radi con il sottobosco bruciato, ma quelli caducifogli di betulle, con colori che, addirittura, si possono spingere fino al rosso. Continue reading L’espressione volitiva di una trojka di allevatori… Piero Valenti