L’arte di conservare il pesce è una questione di famiglia, forse di ogni famiglia del Cilento… Ristorante Mandetta

Paestum. Il giro delle rovine continua, probabilmente in metonimica interferenza con la mia quotidianità. Mi lascio l’indifferenza dei caseifici alle spalle, i templi illuminati, intervallati dai mercatini, sprofondando in un altro tipo di Campania. Qui una volta era meta turistica ricca, ci si facevano le sfilate, la clientela era ricercata, poi è arrivata la Costiera che si è portata via gli accenti più eccentrici, lasciando al dozzinale il compito di proliferare. E così il gruppo, lo scellerato, il locale indifferente al territorio e le vie chiuse si sono messi in mezzo tra l’azienda di Barlotti, con le sue bufale griffate (anzi le sue tante bufale griffate… le forse troppe bufale griffate), la bellezza archeologica e quel mare che non è riuscito a fare breccia né nelle cartoline né nei desideri lussuosi. Qui la famiglia Mandetta è percezione storica degli ultimi quarant’anni, dei cambiamenti e della tradizione. Continue reading L’arte di conservare il pesce è una questione di famiglia, forse di ogni famiglia del Cilento… Ristorante Mandetta

Il Gagollo: pescatori senza sovrastrutture… Emilio Scarsi

Tra Bergeggi e Vado Ligure. Chiaramente nessuna indicazione e nessuna sottolineatura, solo un sospiro di sollievo oltre il porto commerciale, un paio di rotonde e una discesa che immette alla vista di isole e scogliere. Oltre il promontorio, il mare riprende lentamente i suoi affari, si riaffacciano i bagni, gli steccati di legno, quel gusto per l’ombrellone chiuso e il temporale, che pervade ugge e ubbie del luogo comune ligure, non si fa attendere più di tanto. Così arriva la sabbia, qualche pedana, nessun segno di ristoranti improvvisati dove la cucina tipica annega in un mare d’olio annacquato, nessuna vista riassestante e una musica infernale che ha reso tutto più babelico. Fino al calare del vento. A quel sole assordante, agli ombrelloni che si sono aperti e alla dichiarazione delle motivazioni. Continue reading Il Gagollo: pescatori senza sovrastrutture… Emilio Scarsi

Trasformatori ittici in aziende agricole diversamente produttive… Fratelli Armanini

Storo. Terra di confine di un Trentino appena accennato ma già consorziato. Coltivazioni nascoste di granoturco e cooperative di trasformatori e molitori che nel mais nostrano locale ci hanno visto una possibilità molto oltre la povertà di una polenta, le bramate da macine a pietra e la difficoltà di commercializzazione del prodotto. Qui ci sono centinaia di piccoli agricoltori e una sola farina. Potere di fare squadra, di guardare un Trentino meno turistico, di sapersela raccontare giusta e di non mostrare fino in fondo gli ettari coperti… 300 tra la valle del Chiese e il Bleggio, dove hanno pensato bene di non voler rimanere fuori dai giochi. Una conca alluvionale dove la coercizione dei boschi è definita da tagli netti e la presenza del sempreverde inizia ad allargare le frontiere di una Lombardia sprangata, in cui il cupo non può essere altro che uno stato d’animo da tralasciare. In questi luoghi, trote e salmerini han sempre rappresentato la ricerca di montagna e qui la famiglia Armanini, negli anni ’60, ha cominciato il suo percorso. Continue reading Trasformatori ittici in aziende agricole diversamente produttive… Fratelli Armanini

Rosso di Mazara: l’artigianato del gambero… Paolo e Nicola Giacalone (*scritto insieme a Vincenzo Mineo, profondo uomo di mare)

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Mazara del Vallo è un luogo immigrato ed emigrato, con un guazzabuglio di stili degno di una storia di confine, di un sovrappopolarsi e di uno svuotarsi. Dagli arabi ai tunisini, il tempo sembra essersi bloccato in questa città che dentro la pesca ha infilato per sempre la propria discendenza e la propria formazione. Ma con un al di là, con qualcosa che potesse andare oltre l’imbarbarimento delle città di mare che hanno trasformato l’uniformità dei flutti in brutture architettoniche. Mazara, col vallo o senza vallo, dominatrice o dominata, ha mantenuto fiorite piazze e strade, portici e chiese. Il mare trasparente, che nel verde e nella voglia di fuga ha ritenuto coerente tutta la sua forza propedeutica, rimane lì arrendevole nella previsione di quello che là, in mezzo alla mutevolezza del Canale, diviene dispersione, paura e adesso controllo. Quando guardi il mare, la poesia torna velocemente dentro il cassetto, le onde diventano marosi e il barocco è un’eco lontana di tempo familiare. Trentadue giorni in barca e sette a casa. Il tempo è un’efferatezza che ha solo una fine. E così, al di là del porto, esiste quell’unico artigianato al mondo che forgia il proprio mestiere sul mare e non sulla terra. Continue reading Rosso di Mazara: l’artigianato del gambero… Paolo e Nicola Giacalone (*scritto insieme a Vincenzo Mineo, profondo uomo di mare)

Il radicalismo selvatico della provincia… Danilo Baiguini

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Costa Volpino è l’estremo lembo di un sistema di gallerie che tagliano l’orientamento a metà, senza riportare tracce di possibili connessioni e congiunzioni. Ci sono boschi che nascondono e laghi nascosti. In mezzo c’è un’impossibilità al definito, perché non c’è montagna, non rimane pianura e la vastità della Valle Camonica si porta con sé una provincia scartando i reietti. Questo parossismo bergamasco ha anche un bell’affaccio. Un po’ di pastello un po’ di borghese e poca altezzosità. Per qualche passeggiata domenicale è più che perfetto. Grassi idrogenati e vecchi mascherati. Un sogno lacustre che se abbandonato rilascia canne di fiume, mistero e capanne per la caccia. E così sono costretto ad arrivare alla mia meta. In mezzo alla pioggia e in mezzo alla melma. Danilo Baiguini è pescatore, cacciatore e trasformatore. Lo era suo padre e probabilmente lo fu suo nonno. La tradizione non si è mai stracciata.

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Signorili artigiani… Vittorio Leonardi

TROTA

Preore. Poco più di quattrocento anime, una pizzeria chiusa, un bar aperto, una piazza “(o)sculturata” con le macchine in bella vista tra i parcheggi, una pista ciclabile, un fiume e un allevamento di trote. Non ancora montagna e non più pianura. Senza dilezione e senza turismo. Il viatico non è nemmeno quello del passaggio. Qui, si guarda alla montagna e alle valli laterali. È tutto un succedersi di paesi che non hanno strutture se non curve. L’erba è talmente verde da risultare fuori contesto. Oltre la pace, oltre la tranquillità. Continue reading Signorili artigiani… Vittorio Leonardi

La pesca sul Lago d’Iseo… Nando Soardi

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Comune sparso di Monte Isola. In mezzo al lago d’Iseo. Nessuna macchina, solo motorini e urgenze. Il resto è fatto da frazioni e borghi, che non si sa più da quanti anni continuano ad affascinare i circumnavigatori del lago, rapiti da quel posto così remoto, nonostante i cinque minuti di battello. Olivi, cipressi, chiese, ville da ex-ricchi, bungalow dissidenti ed abusivi, attracchi condonati, piccoli porticcioli, case pastello con acciottolati ricostruiti, reti da pesche, sardine ad essiccare al sole e qualche turista pomeridiano. È inverno e non c’è folla. In barca, c’è solo quel vento ferale che prende la faccia, vivisezionandola. Così, la nuova barca in legno di Nando Soardi, uno degli ultimi pescatori dell’isola, mi carica a Sale Marasino. Continue reading La pesca sul Lago d’Iseo… Nando Soardi

Pesci, follie, affumicature e montagna… Gerry Fanti

Borno. Valle Camonica. Il fiume Oglio segna il passo, abbandonando il lago d’iseo, le incisioni rupestri rimangono nelle mani dei bambini e le industrie insistono sulla strada statale del Tonale e della Mendola, ricca di case cantonali, tetti spioventi e muri di pietra. Quando i rettilinei finiscono, i tornanti, che portano verso Borno, lasciano quella mezza montagna lombardo-orobica dai tratti alpini poco definiti, per riempirsi di abeti rossi e valli ampie verde chiaro e per gettarsi in un profondo altopiano. Il paese è un ricordo di una strada stretta, così, trovando un filo di diffidenza, percorro via Milano fino al suo culmine, al di sopra delle ubbie paesane e di un percorso sempre più stretto. Stradina di campagna breve e un frastuono d’acqua accoglie il mio arrivo. Continue reading Pesci, follie, affumicature e montagna… Gerry Fanti