Bergamo, anche sotto la pioggia. Una di quelle città da boulevard e da decoro, dove mostrarsi, tra gli acciottolati del centro, diventa sempre l’immagine di qualcosa di passato. Ci sono le vetrine ma c’è una cultura, soprattutto nella diversità: in primis, dalla sua provincia, a volte rozza, a volte poetica, in seconda battuta dal classico capoluogo nebbioso. È come se Bergamo ridesse indietro la nobiltà di fare quattro passi, di innamorarsi e di vedere le cose per la prima volta. Continue reading Imprenditorialità e artigianalità del caffè… Erminia Nodari e Tullio Plebani
Il fior di latte al profumo di neve… Paolo Coletto
Bolzano. Maggio 2011. Officina del gelo Avalon.
Il mio incontro con Paolo Coletto è filtrato da un locale pieno zeppo. Fa appena appena caldo. Poco sopra i diciotto gradi. Non si riesce ad entrare. Gli altoatesini del posto mi hanno dimostrato, dopo averci scambiato quattro chiacchiere, di aver capito tutto… anche sul gelato.
Mi aggiro in una Bolzano soleggiata ma spettrale. Negozi chiusi. Poca gente per strada e gelaterie vuote. Ritorno. Un po’ meno gente e finalmente ecco lui. Paolo. Continue reading Il fior di latte al profumo di neve… Paolo Coletto
La lunga strada di un’eredità… Bruno Rebuffi (+ Mauro Brun)
Milano. Via Montepulciano. Macelleria Pregiate Carni Piemontesi. Quello che fu il posto di lavoro di un mito dell’artigianato milanese: Ercole Villa. Uno dei primi, in Italia, a guardare verso il Piemonte e a quelle bestie così bianche e così tenere che, come dice Bruno “si mangiano dal muso alle zampe”.
Bruno Rebuffi e Mauro Brun sono gli eredi, con sangue poco nobile, di un grande Maestro che, prescindendo da parentele e discendenze, ha fatto una scelta, cedendo loro tutto quello che poteva cedere: conoscenze, fornitori, dipendenti e finanche il negozio. Continue reading La lunga strada di un’eredità… Bruno Rebuffi (+ Mauro Brun)
A metà strada… Josko Sirk
Cormons. Frazione Subida. Impero di Josko Sirk. Di famiglia slovena trasferitasi in Italia. Due ristoranti (uno più dedito a piatti semplici della tradizione, accompagnati da molto legno e molto fascino, l’altro dedicato all’alta cucina), un’acetaia, una zona dedicata a piccoli appartamenti di pregio e una fama arrivata ovunque. Continue reading A metà strada… Josko Sirk
Il grano saraceno e la Valtellina messa a nudo. Piero Roccatagliata e Gennara Arrondini
Teglio. Primo gennaio 2012. Piccola bottega di frutta e verdura.
Ci accoglie Gennara Arrondini, prontamente chiamata da Piero Roccatagliata, provvidamente contattato da me dieci minuti prima. Tira su la serranda del negozio e ci fa accomodare. Poggia sul bancone due kili di grano saraceno macinato da un piccolo mulino a pietra ancora presente nella sua abitazione. Continue reading Il grano saraceno e la Valtellina messa a nudo. Piero Roccatagliata e Gennara Arrondini
Il sorriso delle pecore nere. Fabio Lenzini
Borgo a Buggiano, ma la parte brutta. Pianura. Autostrada vicina. Uno di quei posti che non ti ridanno l’immagine della Toscana e non la distribuiscono nemmeno nei volantini in giro per il mondo. Supermercati, aziende, rotonde e una piccola viuzza che dissimula indifferenza dietro la coltre spessa di quel pezzo di terra che non richiama La Toscana se non nella lentezza dei gesti e nella rapidità della lingua. Continue reading Il sorriso delle pecore nere. Fabio Lenzini
Tra Valtellina e Sicilia… Gaetano Coglitore
Sondrio. Morte cerebrale di un sabato di novembre all’ora di pranzo. Gente sconclusionata e qualche mendicante corredano un contesto fatto di persiane semichiuse, centri storici abbozzati e un fiume roccioso che cade su tetti e uggie di provincia indefinibile. Troppo lontana, troppo piccola. Espansione disorganizzata e compromessa da costruzioni casuali e popolari che scalfiscono l’antropologia naturale di di un fondo valle, chiamato Valtellina, buio e e disgregato come le poche parole dello scambio quotidiano. Continue reading Tra Valtellina e Sicilia… Gaetano Coglitore
Poco vino causa lungo viaggio… Giuseppe Rinaldi
Barolo è Barolo. È uno di quegli eponimi talmente famosi da non aver bisogno di denotazioni. Le connotazioni, quelle che rapprendono il nostro animo e lo gettano nello sconforto, nella nostalgia, nella misericordia o nella beatitudine, gratificano la nostra specie di immagini del passato uguali a quelle del presente e identiche a quelle di un futuro facile da prevedere. Barolo è Barolo. Rimane lì, tra il lascivo e il corrusco, in una patina di turisti americani, compratori indefessi e imberbi allo yuppismo spinto da Magnum, e paesani con la zazzera da contadino radical chic. Continue reading Poco vino causa lungo viaggio… Giuseppe Rinaldi