Cavour. Nelle estreme propaggini del torinese, ma non ancora nella provincia Granda, con le montagne tutt’intorno, ampie pianure che si aprono su meleti antichi e strettamente territoriali. Non è questione di bellezza e nemmeno di fascino, ma questo paese, così storicamente determinato, ha un impatto sonnolento e mite. Le fronde, con il loro stormire, e gli uccelli, con i loro cinguettii, ne determinano l’accoglienza. La rocca lo protegge e le strade prendono il nome dalla località verso cui sono dirette. Continue reading Il futuro della fassona nel Piemonte che verrà. Luca Gandione e Silvio Brarda
La vacca Cinisara e la sua speranza… Salvatore Polizzi
San Giuseppe Jato. Qui, c’è stato un tempo dove era meglio non conoscere e non vedere. Tirare avanti, con la consapevolezza di non potere. Qui è meglio non scavare, né con la metafora e nemmeno con la pala. La Mafia ha stravolto le normali logiche di appartenenza e di percezione. Ormai è rimasto un paese defraudato, in mezzo ad un’arteria che collega Sciacca con Palermo. Tutt’intorno, ci sono posti più o meno famigerati e bellezze che di latitanza non ne possono più. Han bisogno di occhi e di mani infiorate di gelsomini e avvinghiate ad una gonna prosperosa… Continue reading La vacca Cinisara e la sua speranza… Salvatore Polizzi
Un’oasi nel deserto… Corrado Benedetti
Croce dello Schioppo. Una contrada che punta in basso. Nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo, dove appaiono cave di pietra, cappelli rubati dal guardaroba di Slash dei Guns n’ Roses, birre heineken, pascoli e concerti alle sei di pomeriggio, dentro quello che sarà un ristorante di ricerca, quantomeno delle tradizioni, ma che oggi è una roadhouse su uno spiazzo, a cui mancano solo i camion carichi di tronchi, le camicie da boscaiolo e magari una serial killer donna. Continue reading Un’oasi nel deserto… Corrado Benedetti
La bontà si nasconde almeno quanto la bellezza… Giancarlo e Emanuele Comi
Missaglia. Grazioso borgo della Brianza lecchese, scenograficamente acciottolato e preposto, all’inizio di disinvolte colline, boschi, fiumi e un silenzio irreale a mezz’ora da Milano.
Girata una curva, la mia macchina si trova a passare, per caso, davanti ad una pasticceria. Conosciuta. Mi riporta a Re Panettone, ma mi confonde. Pensavo a due sorelle sull’anziano andante, poi vedo due basette, a metà strada tra il Joe Cocker di Woodstock (con With a little help of my friends in sottofondo) e un personaggio da sit com americana. Gli stringo la mano. Ci riconosciamo. Gli ricordo il nostro trait d’union, il solito Achille Zoia. Eccoci. Continue reading La bontà si nasconde almeno quanto la bellezza… Giancarlo e Emanuele Comi
E’ questione di punti di riferimento… Luca Pannozzo
Sestri Levante. I vicoli sono quelli di una Liguria che le cartoline riportano benissimo. Una fetta di Milano in trasferta, in mezzo a mercatini finto vintage con cashmere d’importazione, cagnolini a passeggio con il vezzo del ciuffo spettinato dal vento, turismo mordi e fuggi, attratto dai colori più che dai profumi, e molto pressapochismo. Ma se si lasciasse solo la scorza, i cortili vuoti, il porto con le barche ormeggiate, la vista da una vetrata di una casa anni ‘70, in collina, in mezzo agli ulivi e quelle facciate dei palazzi, colorate coi pastelli in porpora, rosa antico e verdechartreuse, e si annusassero di più quegli odori di porto, salsedine e zagare, si riuscirebbe a cogliere una bellezza ormai troppo nascosta sotto una coperta di erre mosce, pantaloni color facciate e facce abbronzate fuori stagione. Continue reading E’ questione di punti di riferimento… Luca Pannozzo
Contro il luogo comune: il cavallo e il sorriso. Giorgio e Vittorio Pellegrini
Milano. Quasi in centro. Via pedonale, fu passaggio di tram, carovane puntanti ad est e urbanizzazione, ora è teatro di passeggiate domenicali, eventi macello-mondani e silente oasi dietro un traffico perenne. Lì, tra rosso e oro, spunta una piccola bottega fuori dagli schemi. Non dei colori, non degli addobbi e nemmeno dei prodotti di corredo. Nell’insegna “Macelleria Equina”, si prova a connotare un posto per certi versi sorprendente. Continue reading Contro il luogo comune: il cavallo e il sorriso. Giorgio e Vittorio Pellegrini
Il casera e gli occhi aperti della Valtellina. Enrico Fattor
Bormio. Valtellina. Terme e sci.
Il resto è un disastro. L’alta valle gastronomicamente è inquietante. Zeppa di ombre triviali che richiamano il turista con modi antitetici e bellezze senza fiato.
Poi ci sono delle piccole nicchie, luoghi nascosti sotto la neve e sotto la più banale delle insegne. Niente fuori dal comune. Tutto già tracciato. Ma posti che quantomeno rilassano.
Max Tusetti, per esempio, è un bravo chef ma rimane inter-detto tra i produttori, i favori, le tradizioni e le abitudini. Né eclatante, né appariscente ma genuino e straordinariamente (al di là di un ordinario di musi ombrosi e lunghi, interiorizzati in un’atmosfera algida e raggelata) gentile. Si prende la briga di fissarmi due appuntamenti. Continue reading Il casera e gli occhi aperti della Valtellina. Enrico Fattor
Se una sera di fine inverno, un macellaio… Giovanni Bonacina
Bergamo. Si stanno accendendo le luci. Le vie sono appannate dalla fine del crepuscolo. Potrebbe piovere o potrebbe continuare il sereno. Quella tautologia che risponde al nome di meteo, non dà speranze all’improvvisazioni. Si alzano i baveri dei blazer e degli impermeabili, la temperatura si abbassa, le pozzanghere riflettono i lampioni, le speranze, gli aperitivi e le gambe sporgenti oltre le minigonne. Tra le ombre, si annidano le paura e la voglia di non parlare, di una città che è molto oltre il cambiamento. Continue reading Se una sera di fine inverno, un macellaio… Giovanni Bonacina