Bonate Sopra. Un posto che tutte le mamme vorrebbero per la propria madre. Campane a messa, gente educata, vicini di casa sempre presenti, pianura corroborante e capannelli di persone vestite per la domenica mattina e pronte per una sferzata di luoghi comuni ad abbracciare la politica, il tempo, le scuole, i figli e il calcio. Il tutto in una ricerca smodata di parcheggio, senz’alcun senso in un’astrazione mondana che riporti le cose come realmente sono: Bonate Sopra è un posto senza domani. Un luogo sulla strada dalla sconfortante ordinarietà, dove si affastellano le menti migliori della nostra generazione rifiutate dalla compagnia del Booster, dove la provincia, profondamente radicata nelle abitudini e nelle scelte, condanna isterie, anticonformismi e ipertensioni, proponendo salvifici salassi o mesmerismi sotto forma di purghe abrogative, consulenti estetici e cortigiane in abito lungo. Qui, Alain Locatelli, può giusto sopravvivere. Continue reading Un inquieto ragazzo di provincia… Alain Locatelli
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L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Seconda Parte
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-Cucchi: orari improbabili, ma molto confortevoli. Mignon di discreta fattura, soprattutto frolle e creme. Lievitati immangiabili. Vetrine inguardabili. Sfilza di prodotti in vendita da Bazar d’Istanbul. Posizione strategica. Un filo scortesi…
-Elli: graziosa, piccolina, ben posizionata, concezione di pasticceria gentile. Ecco tutto… bignè alla crema semi-disastrosi, poco aerei ancor meno friabili… Continue reading L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Seconda Parte
L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Prima Parte
Milano. Quel profumo di forni che non ho mai sentito, continuerò a non sentirlo. Quell’idea che, al di là dei tram, dei primi impieghi, della nascita delle multinazionali familiari, della nebbia che non aveva ancora visto il dilagare di costruzioni frangiflutti, ci fosse qualcosa di simile a un focolare, di una vetrina al di là della nevicata, di intimità portata a spasso tra i piedi e lo stress delle persone, non è mai passata dall’altro lato. Quello mio. Quello del tavolino, del dolce, della tradizione, di qualcosa di profondamente meneghino intriso nella possibilità di conoscenze, personalità importanti, baristi e un po’ di familiarità che non andava a guastare il tempo morto, la sigaretta o il cappuccino sorseggiato per ammazzare una delusione, una giornata storta o una soddisfazione privata. Milano aveva delle pasticcerie, aveva delle vetrine e aveva delle scuole. Continue reading L’insostenibile declino delle Pasticcerie Milanesi – Prima Parte
Alla ricerca del Bagoss perduto… Amerigo Salvadori
Bagolino. Un paese cominciato a ridosso del lago d’Idro, con quel colore nero, a metà strada tra Loch Ness e lo sterco di vacca, che a guardarlo dai tornanti non sembra nemmeno reale. Fermo, silenzioso, poche spiagge, ancora meno turisti e porticcioli lapidari, sul lato orientale, a prendere qualche windsurf, qualche tenda da campeggio e qualche tedesco sperdutosi in Val Vestino e sceso dal versante sbagliato. Magia e sfruttamento, come solo queste insenature tra le montagne riescono ancora a regalare. Basta uno specchio d’acqua a rendere inutile lo sforzo della dimostrazione. Continue reading Alla ricerca del Bagoss perduto… Amerigo Salvadori
Un risicoltore al di là dei tempi… Giuseppe Oglio
Gambolò. Anzi la frazione di Belcreda. Appena agganciata alla Lomellina. In un territorio dove ti aspetteresti risaie sconfinate perdute tra miraggi e monotia, trovi un paesaggio pieno di risaie sconfinate e monotonia. Eppure, il classicismo lomellino, dove i terreni sono approntati e storicamente appiattiti per la coltura del riso, lascia spazio a terreni perfetti per la coltivazione dei legumi. Qui, i campi s’intervallano seguendo le voluttà dei proprietari: alcuni hanno le camere già allagate e seminate, altre attendono i cambiamenti climatici e la brevità di una coltura come quella del riso che abbisogna di pochi mesi per la sua rendita. Continue reading Un risicoltore al di là dei tempi… Giuseppe Oglio
Un allevatore, mille racconti… Davide Del Curto
Piuro. Poco oltre Chiavenna e poco prima della Svizzera. Questioni di prospettive. Strada per Sankt Moritz, boschi, cascate e un sistema idrografico talmente complesso da rimanere distante da spiegazioni, fascini e interazioni. Al di là dello spartiacque alpino, la geo-antropo-morfia dirime le acque in tre direzioni: il bacino del Mare del Nord (attraverso il Reno di Lei), il Po-Mar Mediterraneo (attraverso gli affluenti dell’Adda) e il Danubio-Mar Nero, attraverso i poco lontani affluenti dell’Inn. Al posto delle prostitute, al trivio ci sono i ghiacciai e, così, arrivato a Piuro, ormai un guazzabuglio di frazioni, mi trovo in balìa delle cascate. Ecco Borgonuovo, l’immagine piurasca della ricostruzione. La frana del 1618 si è portata con sé cultura, palazzi, nobiltà, differenze, prosperità e i suoi famosi mercanti. Continue reading Un allevatore, mille racconti… Davide Del Curto
Quel pane del lago di Como… Emanuele Spreafico
Gera Lario. Un paese sulla strada. Senza un centro, senza delle arterie, senza un reale sviluppo urbanistico. È un paese messo lì, sulle sponde dell’alto Lario, tra l’Adda, la Valtellina, la Valchiavenna e la strada verso Menaggio, dove l’affezione del turista sembra un climax che, almeno fuori stagione, lascia spazio alle facce invidiose e raggrinzite dei paesani alla ricerca di un accento tedesco quanto mai desiderato. Il turismo lacustre è una questione di scelte. Olandesi e teutonici, con le loro biciclette, hanno il sentore del tempo che passa e vedono l’Italia come il paese del sole e del cibo. L’accoglienza è un menù tradotto, con i piatti della tradizione e con i piatti della perdizione. Gli stessi che hanno costretto il turista a porsi delle questioni, ad abbandonare i butta-dentro, a non fidarsi più dello chef panzone stilizzato fuori dal locale, con l’orgoglio napoletano e l’impossibilità del rifiuto. Ormai, anche il turista ha le terga infiammate e il desiderio di cercare. Il lago non rinnova se stesso, abbandona il gitante nell’appartamento ricavato dalla casa troppo grande e dai costi troppo esosi… quel che resta è una spettacolare vista sulle montagne senza un reale interesse verso il paesaggio. Continue reading Quel pane del lago di Como… Emanuele Spreafico
Padri putativi e alpeggio… Sonia Spagnoli
Gianico. Bassa Val Camonica. Sul confine con Artogne, in quel pezzo di terra dove la pianura domina ancora nettamente. Tra l’alto Lago d’Iseo e Darfo Boario Terme, le Prealpi Bresciane, prima di diventare boschi, lasciano spazi aperti dai castagni e dal ciliegio selvatico. Qui, abbastanza lontano dal paese, a due passi da Le Frise, con un pezzo di montagna a completare il quadro, sorgono caseificio, stalla e abitazione di Sonia Spagnoli e della sua famiglia, antica stirpe di malgari. Continue reading Padri putativi e alpeggio… Sonia Spagnoli