Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Frazione Gauna nel comune di Alice Superiore. In mezzo alla Valchiusella. Partire da Ivrea, un quarto d’ora di macchina, e trovarsi in un nulla plumbeo quasi angosciante. La vallata si sviluppa attraverso alberi senza foglie, qualche abete e fitti boschi che vanno, lentamente, ad incunearsi, dopo Traversella, in un imbuto angusto fin su verso la bassa Valle d’Aosta. Qui, il turismo si è dimenticato di cementificare e di ricercare seconde case, portandosi dietro la possibilità di marketing e di fottere il prossimo. In assenza d’insegnamenti, i malgari sono rimasti tali, senza conoscere velleità e opportunismo. Continue reading Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Grissini e distanze… Mauro Demartini

Salassa. Nel mezzo di un Canavese poco conosciuto. Il Piemonte è più distante, la Valle d’Aosta rapisce interesse e turista, generando abbandono. La regione rimane lì nel mezzo, quasi di passaggio. Alluvioni, bretelle ed edificazioni non hanno aiutato il godimento. L’assaggio è rimasto tale e le campagne hanno visto crescere, sempre più, un’urbanizzazione spinta dalla noia. Continue reading Grissini e distanze… Mauro Demartini

Angeli e Cioccolato… Angelina Cerullo e Yumiko Saimura

Casale Monferrato. Alla base di quel territorio collinare, dove Grignolino, Dolcetto e Barbera reclamano una presenza e insistono a portare fuori nomenclature e denominazioni. I monferrini sono morfologicamente isolati. Idealmente legati alla Lomellina e geograficamente alla Langa, hanno preso il tepore candito e riservato dei coltivatori di riso. Dove l’eccellenza padroneggia, il silenzio si porta via orgoglio e vanità. I produttori locali hanno il contenuto ma non il fascino, la cascina ma non il relais. Densità edilizia e dolcezza collinare si confondono, rattristandosi. Bagna càuda, krumiri, agnolotti, tajarin e razza piemontese invadono, difendono e sottintendono. Continue reading Angeli e Cioccolato… Angelina Cerullo e Yumiko Saimura

Il maiale, i suoi riti e le sue nicchie… Pigi

 

Castelnuovo Scrivia. Una delle tante cascine, tra l’anonimato e l’albero degli zoccoli, dove appaiono e scompaiono contadini, dialetti, bestemmie, campi arati, letame e grugniti, in quella pianura (con al di là della foschia i colli tortonesi, l’estremo lembo dell’Oltrepò e i vigneti Massa) che, fortunatamente, lascia immaginare in mezzo ad inverni gelidi, nebbiosi e apotropaici. La mia macchina segue la familiare di Eugenio Barbieri, che ha appena finito d’insaccare il salame insieme ai compagni di sempre: Riccardo Franzosi e Pigi. Con loro un norcino a rotazione. Più anziano e provetto Angelo, più giovane, ruspante e a tratti isterico Marco. Continue reading Il maiale, i suoi riti e le sue nicchie… Pigi

Quando scrivere diventa qualcosa di etico… Flavio Lavarini

Ornavasso. Le montagne ossolane dirimpetto gettano ombre e misteri all’interno di una valle e di un paese molto al di là della sonnolenza. Tremila anime in eccesso, una storia che si colora della cultura Walser, della sua etnia e del suo dialetto. A metà strada tra Verbania e Domodossola, in mezzo a quelle vasche, ideali e giovanili, in cui si manifesta la noia di un posto che non si trova perchè non c’è. Continue reading Quando scrivere diventa qualcosa di etico… Flavio Lavarini

Una transumanza senza fine… Giampaolo Rossi e Lara Del Ponte

Nebbiuno. Comune dell’Alto Vergante. Senza infamia né lode. Qualche strada nascosta, una vista mozzafiato sul lago maggiore, ma tutto sommato un paesaggio a metà strada tra la noia e la fantasia. C’è il vicolo a sampietrini che si stringe, c’è qualche diroccamento e l’accenno dei primi boschi, ma l’ansia da fabbrica tende a non lenirsi…
Sulla strada per Massino Visconti c’è la Masseria Rossi, l’immaginazione di un secondo tranquillamente perdibile. Nel mezzo c’è una sagra della mela, tra l’umore bianco del cielo e il grigio della strada. Continue reading Una transumanza senza fine… Giampaolo Rossi e Lara Del Ponte

Tartufi e tartufai… Emilio Gherlone

Sulla strada per Rinco nei pressi di Montiglio Monferrato, non troppo lontano da Murisengo. Una radura si apre, appena sotto un bosco, nella maniera di qualche figura geometrica sconclusionata. Tigli, querce e pioppi. Nulla di meglio da chiedere. Il pranzo finito da poco e un sentore di tartufo che spazia verso tutto il Monferrato. Tuber Magnatum Pico di trentacinque grammi appena degustato e appena raccontato.

Chi, dove, come fattura, quanto guadagna, quanto ricarica, da dove arrivano questi tartufi (Alba?), sono tutte domande fuori bersaglio. Monferrato Valleversa, la zona di degustazione, le colline e i prati circostanti, quella di raccolta, i trifolai e i venditori, i brutti ceffi che fanno il prezzo e nascondono la mano fatturante. Questo è tutto ciò che percepisco. Continue reading Tartufi e tartufai… Emilio Gherlone