Apis Amica: miele di barena e altre storie… Alberto Manfrin

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Tra Este e i colli Euganei. Questi luoghi non sono tutti per le api, a volte le strade impegnano e i vulcani non fanno del tutto il loro dovere. Imporre la distanza del bottinare è un vuoto contro senso. E qui l’estensione non gioca a favore dell’apicoltore. Queste sono terre addomesticate perché belle e non belle perché addomesticate. Il sentore di Toscana è un monito per non andare oltre, per non iniziare a vendere e conseguentemente a svendere. Le frazioni di Baone si sorpassano, diventando valli, strade strette, parcheggi per le macchine, avvistamenti di uccelli, vigne e sterrato. Qui la presenza delle api è incerta e nascosta e così, per scoprirla, ho bisogno che Giuseppe Vignato, raro conoscitore della zona, tolga il velo alla storia di Alberto Manfrin, apicoltore nomade e austero.

Le sue api passano dall’acacia all’ailanto fino al tiglio e alla lavanda, tra colli e aziende agricole affini, il suo millefiori è un prodotto profondo che cristallizza bene ed estremamente pulito. Smielatura in azienda e nomadismo in barena, la laguna veneziana, dove cresce il limonium vulgare che ridà indietro uno straordinario miele balsamico e sapido insieme. E nelle pratiche che seguono le fioriture non c’è mai nulla di rassicurante, le stagioni arrivano tardi o presto, pioggia e freddo non permettono alle api di fare scorta del nettare perché tutto consumato per sostentamento, e così il tempo dei mieli non è quasi mai lo stesso, un’acacia scura è sintomo di altre fioriture, i profumi e i sapori non si possono nascondere e nemmeno eccepire, il luogo del miele è il luogo delle api, è il rispetto verso l’eccedenza, verso un dono che va solo conservato. Il resto è lavoro, è tecnica, è capacità di fare un miele compatto e equilibrato. Ed in questo, Alberto è oltremodo talentuoso…

APIS AMICA

ESTE (PD)

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