Michel Bras e l’artigianato: chiarezza o confusione?

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“Non mi sento un artista, mi sento più come un artigiano, perché un artista crea un’opera che non può più essere riprodotta, con cui non si può fare copia e incolla. Mi sento come un modesto artigiano che si limita a ripetere ciò che ha annotato e scritto nelle sue ricette”. Ecco, potrebbero essere parole mie, invece sono di Michel Bras, la storia della cucina francese. In un’impietosa sovrapposizione con le immagini dedicate ad un impenitente artista (o chef) italiano, ha delineato in poche parole la visione di una cucina, di una scuola e di una nazione. Noi abbiamo bisogno di ascoltare Venus in Furs e di essere circondati dalle opere d’arte di Enrico Baj, citare Picasso o Joseph Beuys, far vedere i nostri vinili, mostrare ricchezza e (di)mostrare di essere artisti. Continue reading Michel Bras e l’artigianato: chiarezza o confusione?

“Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

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Milano. Tra Via Meravigli e Corso Magenta. In una Milano assolata e che non molla. Fatta di menefreghismo da parcheggio, aperitivo con i figli in tinta, rotaie e rumori di tram, cravatte di seta e bocche sanguinanti vanità. Questa parte del centro milanese è lì da sempre e non si muoverà mai. Col passare degli anni, degli universitari, dei broker, dei pasticcieri, dei macellai, degli officianti e dei ricchi borghesi da giardino pensile, tutto è rimasto molto più uguale a Milano. L’immagine che si esporta nel mondo, la puzza sotto il naso, i negozi inavvicinabili, le permanenti, l’oro e i cagnolini col cappotto sono l’apice di una storia di ottone e platino che non può deteriorarsi. Continue reading “Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

Whisky: tra leggenda e cantina… Giorgio D’Ambrosio

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Milano. Piazza De Angeli. Un luogo nascosto in una città che non esiste più. Portici anacronistici, vie senza uscita e botteghe dall’aria stanca si susseguono nella paradossale domanda “per quanto ancora?”. Ma i riti, a Milano, sono duri a morire. Rimangono legati al tempo e alle rughe, sono fatti di tavolini, di lampadari scoscesi di vetro, di boiserie in ottone e rovere, e barman pronti ancora a portare sul vassoio il Rabarbaro Zucca. In questo angolo di mondo, il Bar Metro rimane strettamente legato all’immagine di una Milano da Bere, fatta di aperitivi e tavole fredde, che non è mai del tutto scomparsa. Il rito è rimasto quello che era. Noccioline, sottaceti, salumi e pinzimonio. Continue reading Whisky: tra leggenda e cantina… Giorgio D’Ambrosio

Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

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Vicoforte. In quell’angolo del Piemonte che guarda la Liguria, tutto è più candido. Sarà la neve, saranno le curve o sarà la compagnia, ma se esistesse ancora un romanziere d’appendice mi chiederebbe in dono quelle due ore come pegno della sua mancanza di fantasia. L’incredibile è la casualità di una decisione presa, ad una rotonda, stretti dai morsi della fame. Il santuario di Vicoforte è una storia, una dedizione e una leggenda, i pellegrini arrivano, hanno i parcheggi dei pullman, hanno un paese che si allarga in una valle e che richiama la religiosità dello sguardo più che del gesto. Continue reading Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

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Reggio Emilia. Ci sono delle somiglianze nella borghesia cittadina italiana che non possono lasciare indifferenti. Quello che accade non accade per caso: le stesse torri, i portoni simili, gli absidi sporgenti nella stessa maniera e i campanili nella medesima posizione lasciano indifferenti. È un abbandonarsi lascivo delle stesse persone agli stessi riti e agli stessi miti. C’è un’impostazione borghese che raglia la pianura padana, rimandando sempre la stessa immagine. Continue reading Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti

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Roncadella, frazione di Reggio Emilia sulla strada per Modena. Case base, villette agricole, qualche vacca nascosta dietro il legno, erba, qualche vigneto in via di sviluppo e tanta terra rovesciata. È una campagna appena accennata, senza strepitii e case di villeggiatura. Qualche pensionato borghese con il suo orto da famiglia allargata e qualche cane in mezzo alla strada, unico ridente rumore, fanno da sfondo al desiderio contadino da fuga dalla città. Questa è l’immagine più corroborante di provincia italiana. Continue reading Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti

Un pizzaiolo di strada… Giò Mandara

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Reggio Emilia. La borghesia va blandita lentamente. In quelle strade, tra quei teatri, tra quegli acciottolati e in quelle scarpe con il tacco in gomma che circoscrivono l’autorità, i cani sono ancora avvolti in copertine anti-freddo, mentre fuori esplode la primavera del sarcasmo. Così impiego una buona mezz’ora a cambiare piazza, a guardare getti d’acqua e a sbirciare tra gli aperitivi rimasti classici nelle noccioline e nel Crodino. Un sabato mattina senza fretta mi porta di fronte allo Spazio Gerra, un posto che non avrei pensato, contemporaneo e luminoso. Qualcosa di più simile ad un bistrot, da artista squattrinato ripulito giusto in tempo per la mitologia della foto a tutti i costi. Ma quando Giovanni Mandara è arrivato qui, a fine anni ’80, questo sfavillio non era così definito. Prima della rivoluzione, qui c’era un vecchio albergo. Poi, a metà anni ’90, Giò, pizzaiolo di Tramont Continue reading Un pizzaiolo di strada… Giò Mandara

Uova di Selva sotto la neve… Massimo Rapella

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Morbegno è una buona rappresentazione della Valtellina. L’Adda, le case color pastello, la vista sulla costiera dei Cech, l’influsso delle Alpi Retiche e delle Prealpi Orobiche, le rupi del vino, il torrente Bitto che apre la storia della Val Gerola e del formaggio, i sentori d’alpeggio, i terminali del grano saraceno, pizzoccheri e bresaola come principio e i Fratelli Ciapponi che, con le loro straordinarie cantine di stagionatura e di affinamento, interpretano bene il ruolo di rappresentanti di questo pezzo di mondo: un po’ imbonitori, un po’ salvatori, un po’ venditori. Continue reading Uova di Selva sotto la neve… Massimo Rapella