Cavalcaselle. Frazione di Castelnuovo del Garda. Un posto plumbeo. Abbastanza distante dal Garda da non portare turisti, chiuso su se stesso da nascondere insegne e mostrare i vitigni di Turbiana, non ancora collina da portare spyder, targhe straniere e foulard in testa. Cavalcaselle era un feudo, è stata una via di passaggio per andare a Gardaland, con il suo carico di affamati gitanti in cerca di vivande, conservanti e rapidità, e adesso è una strada chiusa tra due schiere di case dai muri scrostati, dalla messa facile, dal dialetto lancinante e dall’occhiata furtiva. Qui, il Natale è all’interno delle mura. Fuori, rimane solo un presepe non visto e una domenica senza vestiti. Continue reading Nel nulla di una grande passione… Andrea Aldrighetti
Sofisticatori 3/ I Gelatieri
Questa è forse la categoria peggiore. Eppure Iginio Massari e Marco Vacchieri, esimi pasticcieri che il gelato lo fanno o lo han fatto, lo ammettono candidamente: il gelato è una preparazione facile.
Ecco, questa è un’opinione condivisibile a metà. Il gelato non è certamente la pasticceria, basta dare in mano quaranta mila euro alla Carpigiani e il gioco è fatto.
Frequenti un paio di corsi proposti da imbonitori, a metà strada tra Padre Pio e e Giorgio Mastrota, t’insegnano cos’è l’inulina, messa sul mercato dall’amatissima coppia Donata Panciera-Luca Montersino, ti mostrano un neutro e il gioco è fatto. Continue reading Sofisticatori 3/ I Gelatieri
Orti in città, Giovanni Abbate, Ciaculli e altre storie… Istantanea di Palermo
Così è Palermo. Sono passati quarant’anni e i saccheggi sono stati fatti tutti. È rimasto poco. Della Palermo “gattopardiana”, dei palazzi liberty, delle ville nobiliari, dei giardini di agrumi, dei retaggi delinquenziali, dei monasteri dolciari sono rimasti i frantumi. È rimasta la selezione all’ingresso, quel modo così poco aristocratico di dividere la città in due. Nonostante le infiltrazioni di quartieri popolari all’interno del centro, la mentalità è di un radicalismo snob senza necessità. Paesani, borgatari e cafoni rimangono in quel non-luogo dove i fighetti che salutano il pizzo non hanno l’ardore del piede messo. L’estremismo bolscevico è un disincanto freddo, da zibibbo bagnato dal dolce preso dal pasticciere che l’italiano lo mastica a singhiozzo. Continue reading Orti in città, Giovanni Abbate, Ciaculli e altre storie… Istantanea di Palermo
Vicentino in 2 giorni
PRIMO GIORNO
Lonigo: colazione e dolci da Francesco Ballico (Il Chiosco)
Arzignano: risto-macelleria Damini e Affini (carne di Limousine dei fratelli Parmegiani di Vaprio d’Adda e chicche gourmet, forse un po’ troppo gourmet…) e pasticceria di Carlo Pozza
Rosà: i distillati di Gianni Capovilla (non c’è molto da dire… è il paese dei balocchi…)
Bassano del Grappa: Ottocento Simply Food di Riccardo Antoniolo (uno dei più grandi lievitisti italiani)
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Pecore Comisane, Zafferano e Piacentinu… Pietro Di Venti
Contrada Tresauro. Calascibetta. Un orizzonte senza requie. Tutt’intorno sono montagne, campi coltivati e strade dissestate. Il centro della Sicilia è un’immagine estiva talmente stagionale da non riuscire a riportarla altrove. L’autunno inoltrato è così diverso da rimanere nell’eccezione. Verde e temperature quasi primaverili, pecore al pascolo, fioriture fuori tempo e un’azienda agricola che spunta nel nulla. Un piccolo gregge di Comisane, raggruppato a prendere e a nascondere il sole, non lascia spazio all’errore. Continue reading Pecore Comisane, Zafferano e Piacentinu… Pietro Di Venti
Il sindaco contadino… Carmelo Cucci
Calascibetta. Domenica mattina d’inverno di fronte alla Società Agricola, un retaggio di democraticità e di ingerenze partitiche, qualcosa rimasto molto al di là della presenza di un paese, delle personalità, della Seconda Repubblica e dell’esistente fine a se stesso. Un paese contro sole, accecato da cappelle palatine, piazze e da questa struttura babelica a metà strada tra Magritte e Hyeronymus Bosch, dove l’ubicazione del paese è già racconto: Calascibetta che guarda Enna, le Madonie, l’Etna innevato e fumante e tutto l’orizzonte che la vista riesce ad investire senza sforzo. Continue reading Il sindaco contadino… Carmelo Cucci
Panificazione biologica contraddittoria… Fratelli Forti
San Martino in Strada. Qualche kilometro a sud di Lodi. Quello spazio d’ansia dove i nomi si trasformano in immagini e, con una buona percentuale di realizzazione, diventano cose, realtà e luoghi. La campagna lodigiana, nel mese di dicembre, è già la voglia di cotechino, di nuvole basse e di camini accesi. Prima di decidere appuntamenti e di prevedere realizzazioni, il riflesso condizionato è già un aumento di salivazione. Il posto è già una condizione. Ma è un fascino talmente locale da essere non esportabile e da essere non esportato. Anche perché il dialogo aiuta la fuga più che la comunione. Continue reading Panificazione biologica contraddittoria… Fratelli Forti
Fare pasticceria senza un tempo… Sergio Bosca
Canelli. Principio di valle Belbo, letto del Tanaro e alluvione nella memoria. Qui, la Langa Astigiana non è ancora un declivio. Bisogna muoversi, guardare i vigneti e sentire la profondità di paesi dove non c’è più nulla da rischiare. Qui, hanno guardato un territorio e l’hanno sublimato. Anche nella notte, anche tra l’acciottolato del centro, il passaggio del fiume e le rotonde conformi alla legge. Canelli è quel luogo di frontiera alle cui spalle rimanere candidi. Di lì la città, il consumo e il peccato sono un passo non particolarmente affrettato. L’industrializzazione dello spumante è solo quella certezza che esiste un Mondo. Continue reading Fare pasticceria senza un tempo… Sergio Bosca