Centallo. In mezzo ad una piana tra Bra e Cuneo, dove gli allevamenti di bovini piemontesi, lasciano spazio a meleti, filari di peschi in fioritura rosata, vigne e campi di granoturco. Appaiono cespugli nel verde di un’erba curata e quasi malinconica. Il paese è una schiera di anziani che tagliano delle abitazioni di retaggio contadino, frammiste ad altre palazzine dai vetri bassi, figlie dello sviluppo edilizio degli anni ’70. La pianura ha portato ad investire nell’allevamento del suino, vittima inconsapevole di aziende insaccate dietro finestre macerate da anni di conservanti ed edulcoranti, e nella costruzione di fabbriche. Le montagne, la cui eco in lontanza riflette ghiacciai perenni e roccia nuda, non hanno persuaso la vista alla placida contemplazione di se stessa, con tutto quello che avrebbe potuto comportare in termini di vocazione, espressione ed unione artigianale. Continue reading Nostalgica norcineria piemontese… Giuseppe Dho
Mieli d’alta montagna… Floriano Turco
Peveragno. Placida collina alle porte di Cuneo e nell’ombra della Bisalta. La montagna, nelle giornate di sole, dissolve i pensieri e li abbassa al livello della vista. Quando rimane una sdraio e un prato, il resto è un decadimento capillare dei bisogni finanche dei desideri. Le valli si sentono, sono dietro l’angolo, i boschi si comprimono verso il fondo, lasciando l’erba e le fioriture in fieri a farla da padrone. Le strade abbandonano la linea retta e incominciano una tortuosità plumbea, scavando ombre e inoltrandosi in quello che ha ancora le fattezze di bosco. Continue reading Mieli d’alta montagna… Floriano Turco
Capre, possibilità, abbandono e sostenibilità… Marco e Debora Valtolina
Galbiate. Il paese dei demagoghi. Suddiviso tra la poesia volgare manzoniana, con quel lago di Garlate ad imprimere educazione, con i suoi conventi, i suoi moli e i suoi barcaroli, e la poesia eco-manichea di Adriano Celentano, che di questi boschi civilizzati ha fatto il suo quartier generale. Si respira aria di divise scolastiche e forni da merenda. Molta educazione, molta formazione, quel po’ di snobismo applicato alla perfezione ad una voglia di catechizzare. Qui, la chiesa, insieme ai suoi poeti, ha costruito ed erudito. Gli artigiani rimasti, quelli con voluttà da fuga dal mondo, non hanno trovato il selvaggio ma un selvatico edulcorato dall’urbanizzazione, dal conto in banca gonfio e dallo scialle di lino intorno alle spalle. Continue reading Capre, possibilità, abbandono e sostenibilità… Marco e Debora Valtolina
Pasticceria Verga: un padre, un figlio e una distanza da colmare… Davide e Giorgio Verga
Cabiate. Mani e piedi nella provincia di Como, testa e polmone in Brianza. Quella delle sei di mattina, quella operosa degli sciur padrùn, quella dei macchinoni e delle scarpe sempre un filo fuori moda, ma sempre un filo più care rispetto a qualunque altrove, quella delle strade che la tagliano devastandola e la stessa che ha fatto del mobile una fede che, lentamente, alla stessa guisa della religione, sta sbiadendo nella crisi, nella concorrenza internazionale e nella paura di doversi ricreare, lasciando spazio a talenti, confinati, fino ad oggi, in parchetti, laboratori, centri di aggregazione, gare di macchine e birrerie con viste su menù tipografici e seriali. Continue reading Pasticceria Verga: un padre, un figlio e una distanza da colmare… Davide e Giorgio Verga
Val Venosta e valli laterali
L’Alto Adige, facendo perno su una valle principale, è un avvilupparsi di valli laterali, montagne nascoste, terre strutturate, accenti cangianti, anime semplici e fedeli. Il territorio e la croce hanno quel fascino millenario inestinguibile e non negoziabile, quella gentilezza poco invadente, molto affine al buio pomeridiano e al riflettersi della luce diafana di monasteri, laghi ghiacciati, boschi improvvisi e tavoli in legno nelle stazioni di sosta. Appena abbandoni la principale, l’orgoglio si ricongiunge all’appagamento e i pensieri scompaiono. Continue reading Val Venosta e valli laterali
Sidro, ecologia e individualismo… Peter e Maria Magdalena Thuile
Gargazzone. Non ancora turismo. Pezzi di terra coltivati in un abbraccio totalizzante e rinfrancante. La solitudine dell’abbandono non è di queste parti. I consorzi e l’impossibilità di comprare mettono la crisi alle strette. Qui, i meleti sono un manto senza soluzione di continuità, con qualche pozza naturale dove allietare le mattine libere di venditori e bikers. Muoversi è una discontinuità di riferimenti tra coltivazioni parossistiche, dove gli angoli delle strade sono determinate dall’ombra di un ramoscello. La cementificazione lascia il posto alla fruttificazione. Continue reading Sidro, ecologia e individualismo… Peter e Maria Magdalena Thuile
Oltre il laboratorio… Daniele Lorenzetti
San Giovanni Lupatoto. Pochi kilometri dalla serenissima autostrada. Proliferare di aziende e di demografia spinta. Eppure il nome direbbe tutt’altro. L’ombra dei boschi e dei lupi non è rimasta nemmeno come riflesso o come poesia, tutto è stato rapito al fulgore rivoluzionario di un’industria fatta di pandori, tortellini, vetro e cravatte arancione-fiamma-affitta-garanzie di un sabato mattina dalla porta sempre girevole e dal sorriso sempre ipotetico su un consiglio da seguire mutuato da un corso motivazionale. Continue reading Oltre il laboratorio… Daniele Lorenzetti
Romagna in 2 giorni
PRIMO GIORNO:
Faenza: Stefano Laghi Chocolats (Stefano Laghi, ormai dedito al cioccolato, è uno dei maestri pasticceri del nostro bistrattato stivale…)
Cesena – Cesenatico: Forno di Massimo Vitali (Laghi non ama I lievitati, Vitali li adora… il suo panettone lo trovare anche ad agosto a bordo spiaggia…) Continue reading Romagna in 2 giorni