San Giovanni Lupatoto. Pochi kilometri dalla serenissima autostrada. Proliferare di aziende e di demografia spinta. Eppure il nome direbbe tutt’altro. L’ombra dei boschi e dei lupi non è rimasta nemmeno come riflesso o come poesia, tutto è stato rapito al fulgore rivoluzionario di un’industria fatta di pandori, tortellini, vetro e cravatte arancione-fiamma-affitta-garanzie di un sabato mattina dalla porta sempre girevole e dal sorriso sempre ipotetico su un consiglio da seguire mutuato da un corso motivazionale. Continue reading Oltre il laboratorio… Daniele Lorenzetti
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Portare qualità in mezzo ai boschi… Vittorio e Sonia Squaranti
Bosco Chiesanuova, amministrativamente. Cerro Veronese, geograficamente. Il resto è una strada che collega due paesi, pochi kilometri di distanza e un incontro inaspettato.
L’anticipo è sempre foriero di imprevisti. Così da una malga troppo lontana da raggiungere, da una voglia di formaggio, da un deserto fatto di vista, abeti, altopiani e vette abbassate in quella mezza montagna chiamata Lessinia e definibile in un’identità silenziosa, poco turistica, quasi solitaria, di una solitudine trovata più che scelta, quasi connaturata ad una personalità distante e definita dalle tradizioni, mi ritrovo, per merito di due passeggianti anziani incontrati per strada, alla corte di Flavia e della sua Terra Cimbra. Continue reading Portare qualità in mezzo ai boschi… Vittorio e Sonia Squaranti
Il Morlacco e il Grappa abbisognano di tempo… Ivan Andreatta
Malga Gasparini. Lontano dall’abitato di Solagna. Estreme propaggini del vicentino. In mezzo a quella che è la storia della resistenza italiana. In una di quelle vallate che guardano il Monte Grappa, che nascondono ossari, trincee, pullman turistici e campi estivi. Molta mediocrità tutt’intorno. Ristoranti un tanto al kilo, birrerie ben posizionate sui crinali acchiappa-turisti-in-cerca-di-una-vista-mozzafiato e alpini engagèe anacronistici che invocano l’etica di una terra e di un sotto terra per cui hanno scavato, creando una nazione… Tutto ciò è un’immagine di salita. Quella che parte dall’abitato di Solagna e percorre buona parte dell’ascesa al Grappa. Quella che lascia l’asfalto e procede sullo sterrato. Un paio di kilometri. Abitazioni e strade scompaiono. Nei punti giusti, quelli non invasi dal traffico domenicale dei classici “vicini di casa”, rimangono solo abeti, vacche al pascolo, margherite con steli lunghi quasi mezzo metro e anfratti sinuosi verso cui rivolgersi, attraverso l’ipocrisia-fascinosa del “come sarebbe la vita qui?”. Continue reading Il Morlacco e il Grappa abbisognano di tempo… Ivan Andreatta
Maestri e Allievi… Ezio Marinato
Cinto Caomaggiore. Cittadina salita agli onori delle cronache per nulla in particolare. Quasi dimenticata. Sul confine tra Veneto e Friuli, plasmata con pianura, mattoni e asfalto. Centro abitato nel mezzo di rotonde, strade statali e mete da raggiungere. Che sia il mare o che siano le città, Cinto Caomaggiore sta lì, placida, utile, forse un filo indolente. Eppure… eppure…
… in quella scuola, tra i discoli giovanotti dall’accento veneto e dalla presenza confortante, intensa e selvatica, sono cresciuti due compagni, uno con il futuro dentro il lievito, l’altro con il pulp delle celle traslitterato in quello televisivo: Ezio Marinato (il carisma di queste sfocate parole…) e Fabrizio Nonis (macellaio con il vezzo dell’apparizione e della televisione, affascinato dalla comunicazione e dai programmi di genere…) Continue reading Maestri e Allievi… Ezio Marinato
Le forme del lievito. Renato Bosco
San Martino Buon Albergo. Centro poco ridente alle porte di Verona. Qui non passano i turisti. Il tanto al kilo e il mordi e fuggi fanno parte di mentalità lontane, più cittadine. Qui c’è una strada regionale che taglia, come nei paesi di un imprecisato hinterland diventato un generico non luogo, e che prende il nome di un personaggio storico o di una località. Qui scorrono le macchine e probabilmente non guardano sotto le tende. Lì sotto si nascondono due locali attigui. Continue reading Le forme del lievito. Renato Bosco
Un’oasi nel deserto… Corrado Benedetti
Croce dello Schioppo. Una contrada che punta in basso. Nel comune di Sant’Anna d’Alfaedo, dove appaiono cave di pietra, cappelli rubati dal guardaroba di Slash dei Guns n’ Roses, birre heineken, pascoli e concerti alle sei di pomeriggio, dentro quello che sarà un ristorante di ricerca, quantomeno delle tradizioni, ma che oggi è una roadhouse su uno spiazzo, a cui mancano solo i camion carichi di tronchi, le camicie da boscaiolo e magari una serial killer donna. Continue reading Un’oasi nel deserto… Corrado Benedetti
Asiago: quello che resta sono due occhi cerulei… Antonio Rodeghiero
Asiago. Altopiano dei sette comuni. Una pianura immensa posta a mille metri d’altezza. Nessuna difesa dai venti e dai freddi. Qualcosa che la vista non può nemmeno immaginare. Uno spazio, un orizzonte di montagna dove vagare senza meta e fermarsi ma senza pace. Un paese che, nei pastelli e nelle forme, riporta l’Alto Adige e l’Austria. Il confine con il Trentino dietro l’angolo e un caleidoscopio di colori, autunno, abeti e curve, introducono lo spettatore e il fuggiasco. Rimanere è impossibile. Continue reading Asiago: quello che resta sono due occhi cerulei… Antonio Rodeghiero
Il tocco del pasticciere. Luigi Biasetto
Padova. Domenica. Clima perfetto per entrare in una pasticceria. Autunno inoltrato, non particolarmente caldo, cielo coperto ma senza pioggia. Ecco la gioia di un locale pieno.
Ci accoglie Sandra, la moglie di Luigi e ci chiede gentilmente di aspettare il marito. Non ci lascia a noi stessi, ma ci accompagna in un’ora e mezzo di discussione su tutto, attraverso l’assaggio dei suoi prodotti. Continue reading Il tocco del pasticciere. Luigi Biasetto