“Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

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Milano. Tra Via Meravigli e Corso Magenta. In una Milano assolata e che non molla. Fatta di menefreghismo da parcheggio, aperitivo con i figli in tinta, rotaie e rumori di tram, cravatte di seta e bocche sanguinanti vanità. Questa parte del centro milanese è lì da sempre e non si muoverà mai. Col passare degli anni, degli universitari, dei broker, dei pasticcieri, dei macellai, degli officianti e dei ricchi borghesi da giardino pensile, tutto è rimasto molto più uguale a Milano. L’immagine che si esporta nel mondo, la puzza sotto il naso, i negozi inavvicinabili, le permanenti, l’oro e i cagnolini col cappotto sono l’apice di una storia di ottone e platino che non può deteriorarsi. Continue reading “Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

Uova di Selva sotto la neve… Massimo Rapella

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Morbegno è una buona rappresentazione della Valtellina. L’Adda, le case color pastello, la vista sulla costiera dei Cech, l’influsso delle Alpi Retiche e delle Prealpi Orobiche, le rupi del vino, il torrente Bitto che apre la storia della Val Gerola e del formaggio, i sentori d’alpeggio, i terminali del grano saraceno, pizzoccheri e bresaola come principio e i Fratelli Ciapponi che, con le loro straordinarie cantine di stagionatura e di affinamento, interpretano bene il ruolo di rappresentanti di questo pezzo di mondo: un po’ imbonitori, un po’ salvatori, un po’ venditori. Continue reading Uova di Selva sotto la neve… Massimo Rapella

Non trovo la gallina, ma trovo un Macellaio… Albano Beghin

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Treponti. Teolo. La base dei Colli Euganei. Quell’arcipelago vulcanico, così lontano dal rilassamento, non s’ammanta se non d’insicurezza. Qui c’erano le cave e ci sono i vigneti. Qui, i colli si elevano senza degradare, senza dolcezza. Il cielo è già un crepuscolo e si porta dietro quel fascino che ha trasformato una strada dritta, case anni ’90 color kaki, in improvvise curve e in quell’inizio di collina che non è più hinterland. Qui, un tempo, passava il tram diretto che collegava i colli con la città, qui i poeti hanno dettato scritti per rappresentare l’irrappresentabile. Ora rimangono negozi affidabili e negozi da manna dal cielo. Continue reading Non trovo la gallina, ma trovo un Macellaio… Albano Beghin

Teoretica e pratica delle uova… Martino Bargero

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Carbonate. Strada Statale 233 Varesina. In mezzo c’è tutto quello che è definibile come assenza di attenzione. Un susseguirsi di paesi senza nome e senza volto. Troppi semafori, qualche rotonda, case color kaki su due piani con garage incorporato e misteri borghesi da collane di perle, suicidi di massa e “aziendine” in liquidazione. Qui, anche prima della crisi, non c’era nulla che invitasse alla sosta. Ora gli striscioni della Fiom almeno fanno girare gli occhi. L’alta pianura lombarda è un luogo che impone: o la fuga o l’abisso. Continue reading Teoretica e pratica delle uova… Martino Bargero

Il macellaio laureato è ad un bivio… Donato Turba

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Melzo. La terra che ho sempre tollerato e che ho sempre visto di notte, di giorno, con la nebbia, con le merende, con le prostitute nigeriane a bordo strada e con la voglia di andare a ballare. La gioventù di quelli che si sono persi tra la Rivoltana e la Cassanese ha lasciato per strada morti, buchi, successi commerciali, cantanti da un tanto al kilo riempi-platee, calciatori di quart’ordine, tamarri da solarium e motorini accartocciati. Melzo è una coltre di lavori in corso e di giocate alle slot machine. Continue reading Il macellaio laureato è ad un bivio… Donato Turba

Resort per galline e uova tridimensionali… Reinhard Innerhofer

Molini. La porta della Val di Tures, quel limitare tra Brunico e la Valle Aurina che ha richiesto la necessità di un nome. Paesi stratificati, una strada e un’ampiezza quasi da orizzonte. Poco oltre l’imponenza medievale del Castello di Tures. Roccia, ricordi “durrenmattiani” e quel po’ di sanatorio che percuote da sempre la mia spavalderia. Un posto lontano, dove gli echi di Hans Castorp hanno ancora una lungimiranza e una deterrenza. Qui, non si sale per caso. Il buio, la neve e gli alberi sono ottimi indicatori di suspense. Qui la val di Tures si spezza nella Valle Aurina. Il fiume diventa torrente. Continue reading Resort per galline e uova tridimensionali… Reinhard Innerhofer

Un macellaio che esplora il territorio… Salvatore Di Fulco

Monreale. Estesa e dominante. È meglio sapere bene la direzione, altrimenti si è fritti. Il comune sparso costeggia la collina, le frazioni portano giù verso la provincia di Trapani. Senza senso, senza propaggini, senza cartelli. Il centro è il duomo. Il resto è salita e discesa. La conca d’oro porta verso il mare e verso Palermo. Le risultanze storiche sono croste sedimentate che hanno stratificato l’appartenenza: dagli arabi ai cumuli d’immondizia. L’oro zecchino e le torri del cattedrale stridono con le grida dei venditori di zucchina centenaria, con gli ingorghi, i sensi unici e i “quarumari”. Continue reading Un macellaio che esplora il territorio… Salvatore Di Fulco

La ciccia slow… Davide Tibaldi

Bra. Capitale enogastronomica del Bel Paese. Una marea di persone. Una manifestazione, “Cheese”, poco più attraente dell’Esselunga alle sei di un sabato pomeriggio, ma sicuramente money-oriented e pietra filosofale di molti affinatori, venditori, grossisti e di un po’ meno pastori e casari che, al limitare della propria produzione, hanno chiuso la metaforica claire, con la scritta formaggi esauriti, e hanno guardato le persone indirizzarsi da quelli che il formaggio ce l’avevano, ce l’hanno e ce l’avranno sempre. Qualcosa di buono, poco, qualcosa di meno buono, molto. Continue reading La ciccia slow… Davide Tibaldi