Un’immagine, le sue ombre e la sua timidezza… Salvatore Cappello

Palermo. Quartiere di Colonna Rotta. Al grido di “un iiiiuro (euro)” zoppica il mendicante di lotteria con la cassetta di pesce congelato in premio. I motorini si dipanano oltre l’ultima testa del grassone che fa da chioccia ai tre bambini sulle gambe, in rigoroso ordine d’altezza. Il venditore di frittola (interiora fritte nello strutto) tiene ben coperto con uno straccio il “panaru” in attesa del semprefresco da vendere al cliente. Negozi improvvisati tra macchine parcheggiate in terza fila, crateri stile Ground Zero, bruciatori ufficiali di cassonetti che non si possono guardare negli occhi pena domanda provocatoria in slang protocollare, la depressione dei Danisinni a mostare le sue saracinesche a mo’ di porte d’ingresso ma soprattutto tanti volti scrutanti e lontani, quasi rasserenati dal fatto di non contare nulla: per le pubblicità, per le banche, per i politici e per i borghesi cittadini.  Continue reading Un’immagine, le sue ombre e la sua timidezza… Salvatore Cappello

Sicurezza e creatività… Carmelo Sciampagna

Marineo. Provincia di Palermo, in mezzo a qualcosa di indefinibile, sulla strada per Corleone ma non del tutto. Diramazione dalla statale per Agrigento, ma cinque kilometri per i nostrali sono un pellegrinaggio, vicino al bosco della Ficuzza, anche se l’aria fresca rimane posticcia e un un po’ distante. Questo è uno di quei posti dove il siciliano rimane invischiato nell’inerzia. Di non sapere di avere un passato e di non tentare la strada della valorizzazione. Su tutto, troneggia la Rocca, una sorta di oasi di biodiversità, nel cui sotto-roccia crescono specie rare (i locali mi riportano la presenza dell’Iris dal gambo corto). Continue reading Sicurezza e creatività… Carmelo Sciampagna

Quelle ricette non più impolverate… Paolo Gazzarrini

San Miniato è un posto strano. Riconosciuto e riconoscibile. Con gli artigiani che escono dai cappelli all’uopo di critici, guide ed associazioni. Scompaiono, però, in quei vicoli dove i turisti dovrebbero affollarsi alla ricerca di un posto al sole e dove, invece, l’idioma straniero è quello del lavoratore prestato a queste colline a metà strada. Lì tra Firenze, Pisa e San Gimignano, con quella vista senza requie così facile in quei rimasugli di Toscana da copertina patinata e con quelle incongruenze che lasciano la bellezza dalla parte del fastidio, della polvere e delle soffitte. Gli imbellettati notabili di oggidì hanno la sicumera della retorica, priva della componente pedagogica e alla mercè di quella persuasiva.  Continue reading Quelle ricette non più impolverate… Paolo Gazzarrini

Un pezzo di storia che ogni tanto si rinnova, ogni tanto no… Santo Musumeci

Randazzo. Qui ci troviamo di fronte ad un mistero. Vicoli deserti, turisti latitanti. Certo, il mare non è vicinissimo, ma la bellezza sì. Te ne accorgi, percorrendo i tornanti che diradano da Floresta. Il greto del fiume Alcantara, chiaramente vuoto, lo cinge, lasciando scoperta la roccia che si confonde con la pietra, al cui crepuscolo appaiono le antiche abitazioni. Un’immagine rinascimentale con le finestre riverse nel vuoto e nell’abbandono.
Randazzo è la città dei campanili. In un non quantificabile passato, erano centotre, quasi uno ogni cento abitanti. Dio era l’espressione cacofonica di centinaia di scampanii.  Continue reading Un pezzo di storia che ogni tanto si rinnova, ogni tanto no… Santo Musumeci

Una dolcezza decisa… Giovanni Cavalleri

Erbusco. Nel cuore della Franciacorta. In mezzo ai vigneti delle bollicine.
Con qualche collina dove farli diradare e qualche stradina che nasconde, dietro ogni curva, un angolo al di là del tempo. Qui, senza una storia millenaria, senza bellezze artistiche da far gridare al miracolo, senza sconfinati orizzonti dove perdere i propri desideri, dagli anni ’70 si è iniziato a guardare alla Francia (non inganni il nome, derivazione dal latino curtes francae, che rappresentava le comunità di monaci benedettini, dediti all’istruzione del contadino e all’opera di bonifica, che venivano esentate dal pagamento dei dazi) e si è creata la più importante “regione” a vocazione spumantistica d’Italia. Continue reading Una dolcezza decisa… Giovanni Cavalleri

Quella pasticceria che ti distrae dal mare… Santi Palazzolo

Cinisi. Piccolo borgo, tra il mare e la montagna, tra la città e l’aeroporto. Assurto agli onori delle cronache per nomi semplici, ormai entrati nella memoria comune e nella normale dialettica cittadino-mafia. Impastato e Badalamenti, ecco quello che giunge alle orecchie facoltose e pauperiste dei progressisti che non si conformano: quelli che giudicano e rimangono manichei inscalfibili. La protesta è sempre qualcosa che segue… ma nel mentre… o non si poteva o non si era ancora nati oppure si stava facendo una partita a biliardo. E così si analizzano le sconfitte. Le stesse della vacca Cinisara, appartenente al gruppo delle Podoliche, ma sostanzialmente scomparsa. Continue reading Quella pasticceria che ti distrae dal mare… Santi Palazzolo

All’improvviso un dolce nel deserto… Maurizio Colenghi

Montichiari. Sulla strada che porta verso Mantova. Una statale come tante nella Pianura Padana cantata dai maglioni e dalle nebbie. Uno di quei posti dove la bellezza ha lasciato spazio alla facilità: di trovare lavoro, di raggiungere il posto di lavoro, di avere l’Europa ad un tiro di schioppo e di non avere che la distrazione del congiunto o della congiunta, controllato o controllata dalla portinaia con lo zerbino al posto della lingua.
In un antro diffidente e nascosto c’è la nuova costruzione di Maurizio Colenghi, quel Dolce Reale che, negli ulimi mesi, ha percorso via Mantova di qualche centinaia di metri in direzione sud-est, per trovare una nuova casa. Continue reading All’improvviso un dolce nel deserto… Maurizio Colenghi

Se esistono ancora gli enfant prodige… Davide Comaschi

Milano. Pasticceria Martesana. Difficilmente se ne trovano di più belle. Organizzata e strutturata. Banconi, bar, vetrine, laboratorio e cucina. Dalla mattina all’aperitivo, il milanese può farsi avvolgere e coccolare, ancorchè la location sia un po’ in periferia… …così da attirare una clientela che viene, ritorna, rimane e poi racconta… in modo che il nuovo che arriva… ritorna, rimane e poi racconta… In questa maniera via Cagliero, tra Melchiorre Gioia e il Villaggio dei Giornalisti, ogni giorno, apre gli occhi di fronte alla migliore pasticceria di Milano… con la seconda che arriva quarta.  Continue reading Se esistono ancora gli enfant prodige… Davide Comaschi