Alsazia, lieviti, Munster e asparagi

alsazia

Alsazia. Una bellezza bella. Un luogo estremamente preciso, senza quella trasandatezza francese che tutto lascia immaginare. Un posto quasi liturgico, estremamente cattolico, con i tetti a punta, le case a graticcio e i vasi di gerani fuori dai balconi. Colori pastello mitteleuropei e persiane che non tolgono nulla. I paesi si susseguono alle città senza soluzione di continuità. È tutto delizioso, anche il territorio. Quei vigneti, che diventano vigneti e che sono ancora vigneti, non lasciano spazio alla natura. Le foreste riempiono i monti e sono lontane, sono più buie del buio e vivono di contesti da film horror di serie B. Senza macchine, con castelli che appaiono improvvisi, tra il medievale e il digitale. Quella natura povera da bestie al pascolo è riservata ai Vosgi che sono già montagna e non più stradine. Continue reading Alsazia, lieviti, Munster e asparagi

L’Alsazia e le sue pasticcerie

kougelhopf

Alsazia. Tra Strasburgo e Mulhouse. Un fazzoletto di terra dove è possibile non incontrare nemmeno una mosca oppure dove fingere una prenotazione mai fatta pur di mangiare al ristorante. Gli scarsi risultati di entrambi gli estremi, mi hanno spinto a rimanere nel centro. Tra l’autostrada e i Vosgi (questo lo documenterò in altra carta da consumare…) l’Alsazia mostra tutta la sua bellezza geometrica di regione di fuga. Il limite a metà strada tra confine e soglia. Limes e limen. L’Alsazia è una regione di frontiera che è stata inglobata e risputata. Dove gli uomini hanno disegnato confini, in quel luogo dove Marechal della Grande Illusione viene risparmiato per un passo oltre la frontiera svizzera, dove la natura continua a fregarsene di come l’uomo ha geo-politicamente determinato un filo d’erba e in quel luogo dove i lati continuano a sembrare congruenti, una nazione necessariamente deve diventarne un’altra. Continue reading L’Alsazia e le sue pasticcerie

Orti in città, Giovanni Abbate, Ciaculli e altre storie… Istantanea di Palermo

Mandarini

Così è Palermo. Sono passati quarant’anni e i saccheggi sono stati fatti tutti. È rimasto poco. Della Palermo “gattopardiana”, dei palazzi liberty, delle ville nobiliari, dei giardini di agrumi, dei retaggi delinquenziali, dei monasteri dolciari sono rimasti i frantumi. È rimasta la selezione all’ingresso, quel modo così poco aristocratico di dividere la città in due. Nonostante le infiltrazioni di quartieri popolari all’interno del centro, la mentalità è di un radicalismo snob senza necessità. Paesani, borgatari e cafoni rimangono in quel non-luogo dove i fighetti che salutano il pizzo non hanno l’ardore del piede messo. L’estremismo bolscevico è un disincanto freddo, da zibibbo bagnato dal dolce preso dal pasticciere che l’italiano lo mastica a singhiozzo. Continue reading Orti in città, Giovanni Abbate, Ciaculli e altre storie… Istantanea di Palermo

Vicentino in 2 giorni

bassano

PRIMO GIORNO

Lonigo: colazione e dolci da Francesco Ballico (Il Chiosco)

Arzignano: risto-macelleria Damini e Affini (carne di Limousine dei fratelli Parmegiani di Vaprio d’Adda e chicche gourmet, forse un po’ troppo gourmet…) e pasticceria di Carlo Pozza

Rosà: i distillati di Gianni Capovilla (non c’è molto da dire… è il paese dei balocchi…)

Bassano del Grappa: Ottocento Simply Food di Riccardo Antoniolo (uno dei più grandi lievitisti italiani)

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Dolci monacali e desertici… Monastero del Santissimo Rosario

Palma di Montechiaro. Tre del pomeriggio. Tutt’intorno, serre sconfinate. Al di là, un mare e un promontorio che definiscono il concetto di esistenza in mezzo ad una vista senza requie e ad una strada che sale senza bene identificare il dove. L’asfalto si fa buche e poi terra. Le case diradano. Le curve s’inerpicano. I rimandi a Pirandello sfociano nelle fiction televisive. Lo scirocco porta mare grosso. La distanza è colmata dai gabbiani che non sanno più per chi garrire. Ottobre inoltrato. Locali che chiudono e paesi che diventano persiane serrate a difesa della salsedine. Il promontorio è un luogo profano, senza magia, con molta terra. Continue reading Dolci monacali e desertici… Monastero del Santissimo Rosario

Cilento in 2 giorni

PRIMO GIORNO

Felitto: Pastificio Il Fusillo di Christian Cioffi (artigiani d ritorno… super maccaruni/fusilli…)

Capaccio Paestum: Maida di Francesco Vastola (ci sono conserve, ci sono sono sott’oli, ci sono coltivazioni autoctone… e poi c’è il pomodoro…)

Capaccio Scalo: Tenuta Vannulo (uno dei più grandi imprenditori/artigiani/allevatori italiani… al di là di una mozzarella straordinaria, obbligatevi a conoscere l’uomo…)

Cicerale: Azienda Agricola San Felice di Claudio Paolantonio (ceci, olive, lavorazioni e marmellate… su tutto, un fico bianco cilentano essiccato da rimanere secchi…) Continue reading Cilento in 2 giorni

Chiantishire in 2 giorni

PRIMO GIORNO

Strada in Chianti
: Pastificio Fabbri (uno di quegli artigiani della pasta che hanno capito come venderla senza sputtanarsi…)

Greve in Chianti
: Podere Le Fornaci (posto straordinario, in mezzo ai cipressi, dove Marco Cassini, un ex fuggiasco, ha portato dei chevrin da camosciata veramente interessanti)

Greve in Chianti – San Polo
: Azienda agricola Pruneti (olio prodotto nella sua totale filiera, zafferano e una passione fraterna…)

Greve in Chianti: Cena all’osteria Mangiando Mangiando. Nome terribile, prodotti della zona straordinari… Continue reading Chiantishire in 2 giorni