Stiria. Distretto di Sudoststeiermark. Austria. In mezzo ai semi di zucca, dietro la fortezza di Riegersburg, si sviluppa una serie di paesaggi che, nel bucolico assente e nella distanza dall’azienda agricola tradizionale italiana, ancora alla ricerca di una comunicazione antitetica, ha trovato la sua maniera di esistere. Boschi precisi, qualche vigneto e la cultura intensiva dell’olio di zucca che dà sempre quella sensazione di agreste mascherato, dietro un’antropizzazione necessaria e assolutamente formale.
Qui c’è un però rispetto al paragone, in mezzo a castelli, colline e boschi, transitano decine di pullman ogni giorno. Portano in giro turisti e studenti, li scarrozzano tra gli artigiani del posto, quelli veri, che rispetto all’Italia si sono giusto un poco più ingranditi. Golles e Zotter rimangono gli alfieri, gente seria che viene comunicata da distillatori come Capovilla o che produce cioccolato dalla fava di cacao. E sono gli stessi che preparano percorsi in mezzo agli insetti o di degustazione di quindici aceti diversi, sempre per gli studenti. Posti straordinari, fabbriche di cioccolato e portoni eterni. Qui c’è un artigianato che non può nemmeno essere immaginato (tranne rarissimi casi…Vannulo e qualche vino scrostato)… da noi devi essere piccolo, arrivare col passa parola e finire il prodotto presto. Qui ci sono raffinatissimi aceti di frutta, distillati di 25 anni, onesti cioccolati usciti da un percorso dove Willy Wonka pare un apprendista, uniformità futurista, qualche prosciutto (Vulcano) un filo fuori luogo, formaggi affinati e costruiti e un filo rosso che collega lo spazio al tempo e il tempo al pensiero. In Stiria ci sono i semi di zucca e c’è l’artigiano realizzato come tensione ideale al di qua della vergogna. Le guance rosse da noi sono ancora castranti…
e così possiamo ripartire alla ricerca del pollo Sulmtaler, trovato fritto e incredibile in un ristorante demodé di Soboth…