Passioni e rotture di un panificatore incombente… Alex Gado

Quattordio. Un paese tagliato in due dalla Strada Statale 10. Meglio conosciuta come Padana Inferiore. Forse l’unico motivo di suspense o di memoria. Un luogo antropico da cantautorato spiccio anni ’90 o da bagatella adolescienziale in preda ad ormonali motorini cavalcati da gonne sempre un filo fuori moda e sempre oltre nel palpeggiamento. Lo snodo di un paese inesistente, fatto di nebbia e colli in lontananza, è un centro attraversato dalla noia e dal silenzio, da un pomeriggio fisicamente morto sotto gli stendardi della non-curanza e dello sviluppo edilizio. Continue reading Passioni e rotture di un panificatore incombente… Alex Gado

Un risicoltore al di là dei tempi… Giuseppe Oglio

Gambolò. Anzi la frazione di Belcreda. Appena agganciata alla Lomellina. In un territorio dove ti aspetteresti risaie sconfinate perdute tra miraggi e monotia, trovi un paesaggio pieno di risaie sconfinate e monotonia. Eppure, il classicismo lomellino, dove i terreni sono approntati e storicamente appiattiti per la coltura del riso, lascia spazio a terreni perfetti per la coltivazione dei legumi. Qui, i campi s’intervallano seguendo le voluttà dei proprietari: alcuni hanno le camere già allagate e seminate, altre attendono i cambiamenti climatici e la brevità di una coltura come quella del riso che abbisogna di pochi mesi per la sua rendita. Continue reading Un risicoltore al di là dei tempi… Giuseppe Oglio

Quel pane del lago di Como… Emanuele Spreafico

Gera Lario. Un paese sulla strada. Senza un centro, senza delle arterie, senza un reale sviluppo urbanistico. È un paese messo lì, sulle sponde dell’alto Lario, tra l’Adda, la Valtellina, la Valchiavenna e la strada verso Menaggio, dove l’affezione del turista sembra un climax che, almeno fuori stagione, lascia spazio alle facce invidiose e raggrinzite dei paesani alla ricerca di un accento tedesco quanto mai desiderato. Il turismo lacustre è una questione di scelte. Olandesi e teutonici, con le loro biciclette, hanno il sentore del tempo che passa e vedono l’Italia come il paese del sole e del cibo. L’accoglienza è un menù tradotto, con i piatti della tradizione e con i piatti della perdizione. Gli stessi che hanno costretto il turista a porsi delle questioni, ad abbandonare i butta-dentro, a non fidarsi più dello chef panzone stilizzato fuori dal locale, con l’orgoglio napoletano e l’impossibilità del rifiuto. Ormai, anche il turista ha le terga infiammate e il desiderio di cercare. Il lago non rinnova se stesso, abbandona il gitante nell’appartamento ricavato dalla casa troppo grande e dai costi troppo esosi… quel che resta è una spettacolare vista sulle montagne senza un reale interesse verso il paesaggio. Continue reading Quel pane del lago di Como… Emanuele Spreafico

Un panificatore francese in prestito… Nicolas Verdickt

Cuneo. Su quell’altopiano triangolare da cui ha preso il nome, ruota la prospettiva, alzando gli occhi verso un cielo che domina un territorio fatto di diversità e lontananza. Nonostante la Francia sia vicina, così come la mervaiglia delle valli e il mare da “un tanto al kilo”, la sua distanza dal resto del Piemonte, e mi verrebbe da genuflettere anche il termine civiltà, è siderale. Continue reading Un panificatore francese in prestito… Nicolas Verdickt

Portare qualità in mezzo ai boschi… Vittorio e Sonia Squaranti

Bosco Chiesanuova, amministrativamente. Cerro Veronese, geograficamente. Il resto è una strada che collega due paesi, pochi kilometri di distanza e un incontro inaspettato.

L’anticipo è sempre foriero di imprevisti. Così da una malga troppo lontana da raggiungere, da una voglia di formaggio, da un deserto fatto di vista, abeti, altopiani e vette abbassate in quella mezza montagna chiamata Lessinia e definibile in un’identità silenziosa, poco turistica, quasi solitaria, di una solitudine trovata più che scelta, quasi connaturata ad una personalità distante e definita dalle tradizioni, mi ritrovo, per merito di due passeggianti anziani incontrati per strada, alla corte di Flavia e della sua Terra Cimbra. Continue reading Portare qualità in mezzo ai boschi… Vittorio e Sonia Squaranti

La focaccia senza barba… Stefano Vola

Santo Stefano Belbo. Un paese con le case dai tetti rossi, dove Asti è molto più vicino del capoluogo Cuneo, dove Gancia, Cesare Pavese, il Moscato e l’inondazione del Belbo sono la diegesi storica stampata sul sussidiario di modi e tempi. Colline, vigneti, viste mozzafiato e curve sono l’anima di persone che sfruttano i rettilinei per costruirci paesi. Gli stessi che accompagnano, tra la gente, tra le piante e nella terra, rimanendo l’immagine di un’assenza, di un possesso “che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Continue reading La focaccia senza barba… Stefano Vola

Apprendisti mugnai e altre storie… Mulino Marino (Fulvio e famiglia)

Cossano Belbo. Il penultimo paese della provincia di Cuneo, guardando verso Canelli e Nizza Monferrato. In quel tratto di Alta Langa che si è staccato dalla pianura ed è entrato nella fascinazione. I noccioleti, le vigne del moscato e le curve decidono tempi, modi, somministrazioni e umori. Nella mercurialità di un cambio d’abito, si è trasportati in quelle colline che non hanno subito la moda del turismo e il turismo alla moda. Continue reading Apprendisti mugnai e altre storie… Mulino Marino (Fulvio e famiglia)

Nel nome del padre… Massimo Greppi

Frazione Montonero, Vercelli. Qualche kilometro oltre le ultime propaggini di centri commerciali e capannoni industriali. Una strada di campagna verso una delle tante frazioni disperse in mezzo alle risaie, quando il tempo la dice giusta, altrimenti, puntini immaginati in mezzo ad una nebbia che non concede vassallaggio.

In netto anticipo, fermo la macchina in mezzo alla strada polverosa. Vengo colpito da un falco che vola imponente sopra la mia testa, allargando ali che non cementificano paure o fastidi, ma rimangono impietose a delimitare la sua presenza, forse la sua onnipotenza. Continue reading Nel nome del padre… Massimo Greppi