La Torta di Vigolo è l’emblema della tradizione… Fratelli Perazzi

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Vigolo Marchese, frazione silente di Castell’Arquato. Basilica romanica e battistero. Astensione e qualche vite scandiscono il tempo dei pellegrini che, sulla via Francigena, si dipanano tra una salita e una discesa dai pullman. Piatti tradizionali e ristoranti rastremati, dove il barocco ha perso la sua funzione ed è ritornato nelle case per i pranzi molto più tipici del tipico. Queste frazioni sono rimaste preda del paesaggio, dei terreni coltivati a zucche, delle orazioni funebri che toccano qualcuno di sempre più vicino e di un liberalismo territoriale che ancora nel saluto trova il suo gesto più iconico, l’unico che qui non cambia nonostante un’Emilia più dimessa, in tono minore, negli sguardi e nel tempo condiviso, perché qui il freddo non si è mai aperto alla parlata e il fraintendimento è sempre quello di essere belli ma troppo vicini ai caselli, quelli delle nebbie e quelli delle fughe.

Qui si sono sempre fatte le cose in maniera semplice e in maniera ghiotta. Il gourmand non si è mai trasformato in gourmet e la sostanza è sempre stata l’apice di un discorso che iniziava lì e finiva lì. È come se televisione e impiattamento si fossero ritrovati senza abbonamento, esclusi, quel passo indietro che non gli ha permesso di trovare aperto. E così, oltre i canonici simboli piacentini, qui una torta al cioccolato è diventata espressione di un luogo e possibilità di una vanità.

Stefano e Marco Perazzi hanno ricalcato le orme del padre, a volte in maniera pedissequa a volte cercando innovazione, han cambiato varie località e hanno preso possesso di una bottega che la torta al cioccolato la faceva già. La Torta di Vigolo è una creazione ibridata e mantenuta in paese, con costanza e con perseveranza. Il panificio Perazzi è un luogo anacronistico come solo alcune frazioni possono ancora permettersi, è la riflessione di un accaduto. Supermercato di prima necessità, fruttivendolo, pasta fresca prodotta in laboratorio e la decisione, permeata nella capacità di rimanere legati al passato non cedendo alle lusinghe del futuro pressante, di portare avanti una pasticceria da credenza intatta, una sorta di artigianato indigeno che non si è mai sottomesso alla società dominante.

Torta di Vigolo, crostate, pan di zucca, torta paradiso, una panificazione che dal passaggio si è trasformata in un’assenza, frollini di una semplicità disarmante, pochissimi ingredienti, materie prime discrete, e una pazienza quotidiana, che lascia il dolce in quella forma di abitudine che è colazione e merenda. La torta al cioccolato è accattivante, ha delle buone strutture, non implica fatica, fa trapelare il suo successo e quello dei frollini al burro da colazione, senza sofisticatezze e senza sofisticazioni.

In Stefano attitudine e desideri non collimano e non mantengono, racconta di luoghi che rimarranno per sempre i medesimi tinelli, dove ritrovarsi mangiando le medesime dolcezze diplomatiche pre rivoluzione, dove la farina è ancora farina e non grani ricercati, dove lo zucchero è semolato e dove il burro è una conquista. Nessuna aroma e nessuna vaniglia. Plauso: un po’ disinteresse e un po’ appiattimento. Il gusto deve rimanere anche lui nel conosciuto. D’altronde pochi ingredienti bastano comunque…

PANIFICIO PASTICCERIA PERAZZI

VIA ALBERONI 24 VIGOLO MARCHESE

CASTELL’ARQUATO (PC)

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