Miragolo San Salvatore (Zogno) e la fortuna di aver trovato del sole ad alternarsi con il ghiaccio. La vetta sui mille metri è un’enclave calda, le curve, il fondo valle e i misteri dei canyon brembani sono un apparato di ghiaccio desueto che, al posto di una neve ormai riluttante, occupano i principi dell’arrivo dell’inverno e di quel bianco che tutto confonde. Qui non ci si arriva per caso, non c’è niente oltre la tranquillità e un verde prescindibile, le case si assottigliano, la vetta è un cammino blando, i boschi cadono e la vista rimane parallela all’orizzonte. Una montagna da pensionato che attira l’arco dei 70 kilometri, che garantisce la bell’aria e il portafoglio da gestire con i prodotti tipici in cui sguazzare, per poi rientrare in città, facendo degustare i formaggi e i salumi del contadino dalla faccia sanguigna e dal vino della casa sempre pronto. Così per stupire a sua volta il borghese con una tirata di orecchie e una lotta “butteri contro indiani”. Ma non è sempre così. Ormai anche in mezzo ai pascoli hanno cominciato a studiare la fisiognomica dell’idiota e poche volte ti va bene. A metà strada c’è l’azienda di Massimo Gherardi e di sua moglie Cristina che nel compromesso ci si sono ritrovati.
Allevamento di vacche e di maiali, qualche gallina e una trasformazione precipua per arrivare ad una vendita definita, di prodotti e di indulgenze per metropolitani annoiati alla ricerca della ruralità. Strade che partono da luoghi lontani, l’azienda agricola come scaccia-crisi e la decisione che all’allevamento potesse essere affiancata la trasformazione come approdo alla modernità. Sì perché il contemporaneo è andato un passo oltre nella ricerca. Brune alpine, pezzate rosse e maiali sotto i 200 chili. Cristina si occupa del caseificio dove arrivano i prodotti seriali di questo lato di mondo. Uno stracchino a latte crudo che quando riesce a proteolizzare è un bel campione e un resto ha la faccia e la metodologia della conservazione e della vendita. Il salame è femmineo, pieno in bocca, con una bella masticazione e una punta di acidità che non chiude. Poi c’è il contesto ricco (bresaole, pacchi di carne, cotechini, salamini, vari salumi) che non guarda al retaggio. Prodotti capibili dai più, coppe che sembrano lonzini, formaggi montani che sembrano formaggi d’alpeggio, una casera dal fascino commerciale. È un tutto lì che andrebbe approfondito ma di cui bisogna anche accontentarsi. Tutti hanno diritto al loro luogo e a far sì che quel luogo si popoli di simili e di similitudini…
AZIENDA AGRICOLA GHERARDI MASSIMO
VIA PASSO CASTELLO, MIRAGOLO SAN SALVATORE
ZOGNO (BG)