Salumi ovattati nei segreti… Antonello Beccalli

beccalli

Costa Masnaga. L’ennesimo paese brianzolo appena fuori dalla Valassina. Case basse, vite rilassate, macchine laccate, industrie tessili, alberi di gelso divelti, colline, acciottolati, torri medievali, strade in salita e strade in discesa, per quello che non è più nemmeno un privilegio ma il solito rituale ripetersi dell’uguale a se stesso. Così bisogna andare in profondità in quella spesa paesana che è ancora compravendita, trattativa, chiacchiera e riprova. In quella critica da prosciutto grasso e prosciutto magro da cui nessuno, nemmeno il più romito degli artigiani iconoclasti, può provare a prescindere. Costa Masnaga effettivamente resta lì, inutilizzabile, chiusa in quelle botteghe che al mondo là fuori hanno smesso di credere, accontentandosi del passa parola, del lattaio, del macellaio e del panettiere. La vita di paese è la dimostrazione di una tensione alla vecchiaia che è la più salda delle grammatiche italiche di sopravvivenza. E così, cappotto infeltrito e giù di dialetto.

La famiglia Beccalli lavora, vende e produce in uno di quei pochi negozi storici rimasti baluardo rugoso. Un po’ canfora e un po’ vintage. Con una straordinaria cantina in pietra a vista e vini a conservarsi.

Ci sono due figli, uno sommelier/enologo, che sta provando a non fare la solita strada del brianzolo annoiato, e una laureata in giurisprudenza con le velleità della bottega e un malcelato fido aziendalismo che non può mai camminare al di là dell’ombra del padre. È lei che racconta o almeno ci prova. Antonello entra, interviene, si schermisce, difende i suoi segreti, taglia, fa assaggiare e imbocca la risposta positiva. È così, ma a parole non si deve prescindere dalla critica!

I prodotti sono la storia dell’autunno e dell’inverno, il salame cotto, ben conciato, strutturato bene, brodoso e “chiaramente esoterico”, il cotechino vaniglia molto pieno e molto dolce, molto oltre l’etimologia speziata, il salame crudo ha bisogno di tempo e di materia prima, ma ognuno è libero di magnificare ciò che pensa, soprattutto nella naturalezza di una legatura a mano.

Ma è così difficile portare avanti un racconto nell’interruzione, e la colpa è mia, delle mie velleità di novello speleologo di quegli orifizi che non hanno fondo se non nella continua corresponsione del nero su nero in cui tutto, domande, critiche, rilanci, complimenti e stupori vengono assorbiti senza requie.

Così proviamo un’intesa di quaranta minuti, minuto più minuto meno, m’irretisco nella difficoltà di comprensione, rimango basito davanti a certe sicurezze e non trovo lacune da colmare. Il paradiso dell’artigiano arrivato non ha mai un fondo di verità ma la pretende interamente e ci si crogiola dentro, negli umori e nelle sicumere. Fortunato colui che non ha più nulla da attingere se non risposte indirizzate, precotte e già sentite. E chiaramente sono io, lo dico preventivamente alle critiche, a non avere capito nulla, a non poter giudicare, ad aver confuso, ad aver sbagliato l’approccio e a non poter parlare di cose che non conosco. Così non ne parlo ma ne scrivo. E cavolo! gli assaggi fatti avrebbero anche delle potenzialità… è che è tutto troppo attualizzato, attuale, pronto… ma la COLPA è mia… e ne sono molto più che convinto… Cristo che nervi il fallimento della specie!… ARTIGIANI LIBERATEVI DAI SEGRETI!!!… la pena sarà la riserva indiana e la manina del turista canadese a fare ciao al di là della strada…

 

MACELLERIA BECCALLI

VIA XXV APRILE 58

COSTA MASNAGA (LC)

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *