Capaccio. In mezzo a quella provincia di Salerno che nasconde, ma senza smancerie. Se si esce dall’autostrada a Battipaglia, ci si arrampica per un climax dantesco, che prevede il passaggio dall’inferno del traffico, al purgatorio della miriade di caseifici trasformatori, che danno l’idea di volersi sovrapporre l’uno all’altro, come se la professione del casaro, così identificativa di questa fetta di mondo, non fosse una vittoria ma una rivincita (non si cerca di crescere insieme, per il bene di un territorio, ma si tenta di crescere sulle spalle, per una scalata totemica al successo o alla pagnotta quotidiana…), fino al paradiso di questa piccola borgata, in direzione Agropoli, dove i caseifici di cui sopra si tramutano in tenute e pascoli. Per pochi kilometri, il tempo di un’apparizione. Continue reading Vannulo, un nome che non dice niente… Antonio Palmieri
Mese: febbraio 2013
Il pizzaiolo uscito da un album dei Wilco… Marco Locatelli
Vimercate. Il centro è anche carino. Un ponte, una porta, delle mura, qualche palazzo, ciottolati dove passeggiare e un clima prettamente invernale. Al di fuori, tangenziale, il miracolo delle Torri Bianche e le solite costruzioni da hinterland raffreddano gli animi di chi legge “Vimercate” sulle cartine, sul web o nelle cronache. Qui la Brianza lecchese è ad un passo, con le sue colline e i suoi sentori di lago. Ma niente di tutto questo attira la mia curiosità. Continue reading Il pizzaiolo uscito da un album dei Wilco… Marco Locatelli
Il concetto che precede l’artigiano. Iginio Massari
(un omaggio al pensiero, all’uomo, alla filosofia… il produttore senza il prodotto)
Brescia. Pasticceria Veneto. Torno, non troppo convinto, nella speranza, questa volta, di trovare il Maestro dei Maestri, Iginio Massari. La suggestione della prima volta ha lasciato spazio alla concretezza di un posto formale ed engagè.
Arrivano insieme, la moglie e lui, “Il divino” (appellativo, tra l’ironico e il deferente, usato da allievi e fedeli, per mantenere quel giusto rapporto con l’idolo, senza castrarsi eccessivamente e, nello stesso tempo, senza prendersi troppo sul serio).
Continue reading Il concetto che precede l’artigiano. Iginio Massari
La carne nelle sue declinazioni… Carlo Salvestroni
Roccatederighi. Una delle tante frazioni di Roccastrada. Curve, tante, per arrivare. Immersione totale all’interno di boschi di castagno dove la luce penetra attraverso fessure di foglie, giochi di ombre e riflessioni contadine. Quelle che non puoi fare a meno di portarti dietro, almanaccando posti e guardando volti. Gli stessi dei vecchi del paese, appostati con sedie di vimini al di fuori delle proprie abitazioni, che ti guardano, coniugano la domanda al tempo passato, assorti in qualcosa che ha bisogno di silenzio, e poi rispondono, come se avessero già risposto a quella domanda migliaia di volte ma come se fosse caduta, ex abrupto, da una memoria impolverata. Continue reading La carne nelle sue declinazioni… Carlo Salvestroni
La sottovalutazione di un silenzio… Fausto Colzani
Sempre Cassago Brianza. Sempre famiglia Colzani. Un impero di buon senso che sgorga talenti, certezze e precursori. La zona si appropinqua al lago di Como e ha la necessità della collina per fregiarsi di un interesse e di un turismo. Si chiama Brianza ed è alla ricerca di un’identità. Quei produttori, che si uniscono a creare associazioni, non sempre sono una definizione, quasi mai riescono a percepire un senso e ad andare al di là di belle voci, bei vigneti e belle parole.
Continue reading La sottovalutazione di un silenzio… Fausto Colzani
Se gli ideali avessero ancora un nome… Ruben e Roberta Lazzoni
Valle d’Aosta. Montagna di Saint Marcel. 1400 metri. Dieci case. A debita distanza l’una dall’altra. Una piccola insegna. “La Chevre Heureuse”. Dietro la porta, si nasconde una storia che solo il formaggio di capra è in grado di regalare, in questa Italia dove la lentezza, per essere coccolata e curata, deve essere sempre una fuga…
Continue reading Se gli ideali avessero ancora un nome… Ruben e Roberta Lazzoni
“Nessuno spreme più limoni”. Da Cerda al mondo… Antonio Cappadonia
E’ un pomeriggio di agosto del 2009, le due del pomeriggio di un sole siciliano che ti mette addosso solo il pigiama e la voglia di non muoversi. Il mio arrivo a Cerda è accompagnato dal canto delle cicale e dal sole che scioglie l’asfalto sotto la mia vista.
Il far west siciliano e la porta d’ingresso delle Madonie. Un biglietto da visita terribile (edilizia color apatia). La Targa Florio come lontano ricordo e tutt’intorno coltivazioni di carciofo e limone. Aspra e spinosa. Come a pregiudicare il rapporto con il visitatore.
Scovo un piccolo bar, non bello, non intrigante, con un bancone dei gelati poco suadente e un ragazzo alle sue spalle che avrebbe sicuramente preferito essere al mare. Chiedo del Maestro Cappadonia. Ma c’è da aspettare. Continue reading “Nessuno spreme più limoni”. Da Cerda al mondo… Antonio Cappadonia
Acqua, farina, lievito… e aria. Eugenio Pol
Sono le sei di sera di una domenica di luglio. Alta Valsesia. Fobello. Comune famoso per due produzioni alimentari: i formaggi della Giuncà (ingranditasi a dismisura e ormai rimasta col solo vezzo della trasformazione…) e il pane di Eugenio Pol. Arrivo ad una casa con una scritta in legno che riporta l’ormai famoso nome di “Vulaiga” (che in dialetto locale vuol dire qualcosa… ma che non mi permetto di ritradurre). Urlo “Buonasera”. Si affaccia la moglie. Scende. Mi dice che il marito sta lavorando. La domenica è il giorno di produzione. Dalle due e mezza… di mattina. Non sa se è stanco per ricevere gente. Ne riceve poca. Chiede. Una voce risponde “Cinque minuti”. Ed è il tempo reale da me aspettato. Continue reading Acqua, farina, lievito… e aria. Eugenio Pol