Cascina Madovito: la nocciole non bastano più… Alessandro Negro

Località Scorrone. Cossano Belbo. Curve su curve su curve, in mezzo a varie provincie che ormai non sono più nemmeno identificative. Prodotti tipici e una produttività turistica che cerca di nascondersi dietro una produttività agricola che non ha mai sfiorato la leggenda. Qui non si guarda molto oltre, si cercano prodotti alternativi per dare a questa fetta di Langa un’interezza. Il rispetto verso il vigneto e verso il nocciolo rimane confinato nella sfida senza parole e senza foulard, in quei lunedì mattina dove lo scorrere del tempo è un rifacimento di qualcosa di rimasto. E così, chi ha deciso di produrre in queste terre, dove i paesi ogni tanto si allargano seguendo i piani regolatori della circostanza fortuita, che quasi mai è fortunata, ha dovuto abbandonare la patina per affidarsi ad una serietà che non può prescindere dall’altrove. Produrre per richiamare, il ragguardevole, il vicino e il passante. Questa terra di moscati e sfarinati, ogni tanto tira fuori dei luoghi e moltiplica le mie possibilità. Langhe: fucina di produttori propizi procrastinabili. Ecco quindi un differimento rispettato.

Cascina Madovito è un luogo normale, nascosto, tranquillo. Un cancello, una casa e un garage. Una curva la svela e il metodo non va oltre lo stare lì. Non ci sono proposizioni o vendite, c’è un’agricoltura schietta ed essenziale, dove lo spreco non è una forma di comunicazione per far sentire speciali le persone che han sempre bisogno di un’eccezione per potersi concedere un pregio. Qui c’è la normalità della nocciola.

Alessandro Negro ha cercato il lavoro all’interno dell’azienda agricola di famiglia, ha trasformato la coricoltura in una possibilità di conversione e l’uva nella normalità del conferimento. Cinque ettari di noccioleto, pochi scarti, frutti che vanno dal selvatico al calibro 16 e le stanze della cascina, un tempo adibite a stalle per le vacche, rimesse in circolo attraverso la trasformazione.

Da una parte forni, impianti per la sgusciatura e manualità nella scelta, dall’altro un laboratorio lindo per una propedeutica di pasticceria. Accordi e buoni rapporti con i coricoltori più esperti e l’inizio di un’esperienza solitaria. Perchè fare un mestiere per riconvertire un bisogno in un desiderio, è la più difficile delle soddisfazioni. E così Alessandro sta tentendo la strada…

… in mezzo, qualcosa da tenere e qualcosa da togliere.

La torta di nocciole è buona, vanno rimessi in circolo un paio di ingredienti, ma la strada è quella. La struttura è perfetta, gustosa e assuefacente. Dei biscotti, dell’utilizzo del cioccolato, delle creme spalmabili e di tutto quello che ruota intorno quella nocciola, sgusciata, tostata tenue (benissimo) e non sprecata, resta un frammento di qualcosa che potrebbe essere. Il laboratorio c’è, le mani ci sono, la materia prima nocciola c’è. Il contesto è quello dove agire per poter quantomeno sembrare, seguendo quell’olio di nocciola cruda principio dell’assoluzione.

Cambiare, probabilmente, vuol dire anche delimitare la dissipazione e mantenere il più lontano possibile il contesto. Fare una buona nocciola e fare una buona crema non attengono allo stesso mestiere. Ci vogliono tempi e modi, pena la banalizzazione di un percorso che ha un’origine pulita e che, nella lotta integrata tra i filari, mantiene la speranza di una coricoltura allineata che non necessariamente ha bisogno di esporsi attraverso tecnica e trovata. Cascina Madovito è candida perchè non è in vendita e nel topico nativo trova la sua collocazione naturale… di giudizio e di predisposizione… l’oltre è sempre un rischio…

CASCINA MADOVITO

STRADA MADOVITO 1/ FRAZIONE SCORRONE

COSSANO BELBO (CN)

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