Cascina Valeggia: tentativi di autonomia… Alan Bollito

Moncalvo. Monferrato astigiano. Un tempo immobile che non ha mai verificato i suoi riguardi. Ha smesso di ghettizzare ebrei e ha continuato a mantenere intatta la tradizione come forma d’opera incompiuta. Quel che resta di queste colline antitetiche è la rievocazione futuristica nella speranza che qualcuno torni, magari compromesso o magari con il compromesso, e rimetta in piedi una logica di produzione e di trasformazione. Che non rimanga tutto in un anacronismo senza nemmeno più viltà. Uno sguardo, una gita e una diffidenza. Degustazioni, chiacchiere e queste colline alla continua ricerca di una definizione che non venga rubata il giorno successivo. Ecco il Monferrato degli eccessi e della mancanza di eccessi, in cui rientrare dopo aver studiato in Svizzera può essere la prima delle pulsioni di completamento.

Alan Bollito, nomen omen che non poteva non tornare in una delle patrie del bue grasso, viene da una famiglia di agricoltori, ha studiato nei Cantoni e ha deciso che una riapparizione poteva essere un buon modo per prevenire l’invecchiamento del territorio. Enologo di precisione, ha conosciuto sua moglie Carla alla Tenuta Marengo dove, tra una vendemmia e una vinificazione, è riuscito a mettere le basi per un futuro agricolo complice. Cascina Valeggia è un luogo diviso dove Alan, insieme a suo padre, sta cercando di ottimizzare un lavoro che non deve limitarsi alla sola collaborazione. Vini, animali da cortile, fassone da carne, capre da latte, trasformazione dei maiali e una contemporaneità autarchica che va controllata prima di qualunque vendita. Le capacità ci sono, Alan ha una cultura agronomica presente, il latte è trasformato bene, meglio su alcune cagliate lattiche e sul fresco che su presamiche stagionate, a volte (e questo succede in troppe realtà) semplice copia-incolla-vaccino-fermentato con il cliente pronto ad empatizzare con il già conosciuto. Tome, taleggi, gorgonzola, camembert, robiole. La capra però deve rimanere un’enclave acida, poco fermentata, e assolutamente lipolitica, dove i sapori restano nel tempo breve e nella sapienza del non compromesso. L’agroecosistema creato, la parte agrituristica di mescita e degustazione, e il passaggio di una clientela vieppiù attenta non devono fare perdere l’obiettivo dell’autonomia. Carla, con la propria agricoltura in conversione al biologico, alleva galline, coltiva farro e qualche grano tenero, sta dando vita ad un orto e ha cominciato a trasformare i suoi prodotti. Nell’unione potrebbe nascere o un’armonia o un’egemonia. I tempi sono maturi affinché il cliente non sia più il centro del possesso e la volontà di rimanere legati alla terra, senza obblighi e recinzioni, esca dal seminato per provare a seminare fuori dal battuto e dal già percorso.

Alan è riuscito a mantenere inalterato il luogo di suo padre, un luogo rispettoso, adesso arriva il difficile…

CASCINA VALEGGIA

STRADA SAN MARTINO 7

MONCALVO (AT)

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