Laboratorio di resistenza dolciaria: è tutto nel nome… Maria Cristina e Federico Molinari

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Alba è il luogo giusto per fare tutto. La gastronomia qui non è un’eccellenza casuale. In mezzo alla sofisticazione di chi è arrivato dopo e si è voluto prendere il giochino, in mezzo a quelle diciotto panetterie per poco più di trentamila abitanti, ci sono motivazioni difficili da tenere segrete. Ad un massimo di un’ora di macchina si ha accesso a tutto, dall’uva all’olivo, dai formaggi d’alpeggio alle nocciole, dalla frutta agli allevamenti di Piemontese fino al tartufo. Qui la trasformazione deve essere una dichiarazione d’intenti e di protezione, un modo per evitare l’estemporaneità della cucina contemporanea, perdendo la tradizione per ritrovarla dietro l’angolo, con un tovagliato d’accatto e un’idea di senso da ricercare in un’anzianità gloriosa e in ricette che nella rivisitazione già perdevano il legittimo. Alba è un luogo dissoluto e dissipato, di una bellezza tirata fuori, dove il cibo è diventato più occhio che pancia e dove il giudizio rimane sempre legato ad una territorialità industriale e partigiana. Qui continua ad evolversi una storia silenziosa e irriverente, dove la cortesia è diventata una sottile forma di conservazione. E così quando non trovi manco un’insegna ad attenderti, in una periferia dove la Ferrero ha destato le coscienze all’azione, pensi di essere nel posto giusto al momento giusto. Continue reading Laboratorio di resistenza dolciaria: è tutto nel nome… Maria Cristina e Federico Molinari

Bré del Gallo: del culatello e altre storie… Famiglia Magnani

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Fontanelle di Roccabianca è l’epitome della profondità della bassa parmense. Un concentrato di nebbie, campagne, zanzare, conferitori, cascine e cantine di stagionatura. La trattoria e l’osteria hanno gli occhi antichi dei ricordi, quelli in bianco e nero che richiamano tavole, tovaglie e tovaglioli. Qui il genuino ha la sua rappresentazione più florida, il resto è una corsa al prodotto tipico e un accaparrarsi il cliente sprovveduto che vaga per queste stradine costeggianti soia, mais, concimi e quell’illusione di essere sotto l’egida di un riparo chiamato familiarità. Spostarsi è un contributo alla diversità e trovarsi di fronte il gotico della Chiesa di Santa Caterina un motivo di benedizione che dovrebbe togliere attenzione e dare più accortezza. Perché a Fontanelle, patria di Giovannino Guareschi, tutto è filtrato dall’ironia di non essere lì e dai déjà-vu locali che assomigliano a luoghi di una memoria sempre attenta all’unificazione. La meraviglia è ingannevole, i maiali chiusi in porcilaia, la terra umida e provvidenziale e il culatello sono l’unica religione laica. Senza discussioni. Qui, la famiglia Magnani, ha deciso che il tempo doveva essere l’unico dogma. Continue reading Bré del Gallo: del culatello e altre storie… Famiglia Magnani

Un pasticciere al passo con i tempi… Mariano Massara

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Morazzone è un paese innocuo, uno di quei luoghi che porta via pure il prosaico. Perché qui è la strada provinciale a dettare ritmi, leggi e ingordigie. Qui si sfreccia ancora con i motori truccati e le palazzine di paese sono diventate villette in attesa di omicidio e di popolarità. È un luogo semplice sia da vivere che da descrivere, non ha angoli e nemmeno lati oscuri, è una pruriginosa meta per chi non vuole vivere in città e l’ennesimo borgo oltre che rappresentativo del nostro artigianato, dove rifugiarsi, pagare i giusti soldi e avere il tempo per sbagliare, riprovare e continuare a sbagliare. idanin che l’immagine inizia a prendere un senso. Ecco, qui, in una di queste palazzine a due piani, facciate giallo tenue e rifiniture in verde scuro, Mariano Massara e sua moglie Sara hanno trasferito nel 2007 la loro pasticceria, aperta cinque anni prima in centro paese. Continue reading Un pasticciere al passo con i tempi… Mariano Massara

Un panificatore che mi ha fatto cambiare idea… forse… Massimo Grazioli

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Legnano è sempre un luogo di avventure e di redenzioni. Il cavalleresco deve spingersi oltre la sua sfida, la tenzone è un momento nevralgico del passaggio all’età adulta. E così abbandono le sicurezze per del tempo libero da impiegare. Non mi sposto molto dalla periferia e ci metto poco ad arrivare alla mia soluzione: non troverò mai nessuno. Mi accontenterò del pane. D’altronde c’è sempre stato qualcosa che mi ha frenato al viaggio. È sempre mancato un centesimo per arrivare al dollaro. Così mi presento, ma senza una grossa aspettativa. Massimo Grazioli lo conosco e mi sono sempre bloccato di fronte alla sua vulcanica panificazione. Continue reading Un panificatore che mi ha fatto cambiare idea… forse… Massimo Grazioli

Gli hinterland frollano… Famiglia Guiotto

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Legnano è un luogo che si preclude la sincerità. Chiusa in se stessa, parla il suo dialetto e continua a guardarsi negli occhi. Eppure sarebbe un luogo da ammirare. L’industrializzazione ha portato il senso di necessità, togliendo un po’ di ingenio. Così un posto archeologicamente piacevole è stato trasformato in una passeggiata da fine settimana. Il resto è periferia e piccole botteghe di commercianti sempre in lotta con il bisogno della concorrenza. Uno snodo commerciale che è riuscito a mantenere in vita, o a permettere la creazione, di alcune eccellenze assolutamente non programmatiche. Tra villette e case basse, con i colori insaturi sprecati a dimostrare ignoranza, alcuni produttori hanno portato avanti una tradizione molto lontana dalla normalità. Qui, la famiglia Guiotto sta rendendo alla Piemontese l’inopinata possibilità di un quotidiano. Continue reading Gli hinterland frollano… Famiglia Guiotto

Mastro Focaccina: lo sviluppo della panificazione… Nino e Domenico Terrana

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Palermo. Al confine con Villabate. Tra l’autostrada e via Messina Marine, al lembo di quei quartieri che non sono più famigerata periferia ma che non sono ancora orti urbani. Una terra di mezzo che all’immaginazione ha sempre preferito la concretezza degli odori e delle voci. Acqua dei corsari è un abbandono di archeologia industriale, con ciminiere e mattoni a vista, lascito di un XX secolo che divideva le proprie giornate tra lavoro e fede. In quella qualunque attività che rimaneva a contatto con una realtà difficile e proletaria. Questo è un luogo di un mare che è come se non ci fosse. Nei grandi sobborghi metropolitani, si chiamano snodi, impersonali deviazioni delle periferie, qui a Palermo c’è un’umanità sensibile che si coglie appena si varca la prima precedenza non data. È in posti come questi che Palermo è diversa dal resto del mondo. Con i suoi miliardi di problemi e con i suoi ineguagliabili pregi, qui si può fare ancora artigianato, si possono mettere in comune delle possibilità che in centro diventano puzza di fregatura. Qui, i fratelli Terrana hanno deciso di dare vita, ad inizio 2013, alla loro storia di panificazione e di grani siciliani. Continue reading Mastro Focaccina: lo sviluppo della panificazione… Nino e Domenico Terrana

Pasticceria Corsino: una famiglia che ha trovato l’alchimia… Famiglia Monaco

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Palazzolo Acreide d’estate, quando scende il sole, è un silenzio di salite e discese. Con una strada unica che solca un centro barocco di straordinaria compostezza, in mezzo a folate di vento che dal fresco passano al freddo e che ti costringono a guardare le credenze di Akrai, dal fondo greco di un bicchiere malmesso che si è portato dietro una stratificazione di tradizioni che di cacofonico ha solo la lettura. Questo è un luogo magico al di fuori del turismo d’impatto e del turismo sofisticato che del Val di Noto ha fatto un’enclave. Un luogo dove schivare il familiare e il conosciuto. Qui si può ancora passeggiare spaesati, distruggere la coppa dell’olio in una di quelle discese, ripide e strette, che non portano a nulla, o innamorarsi degli scalini di una chiesa proprio perché ancora riconoscibile come chiesa. A Palazzolo il tempo non chiede indietro nulla. Qui si viene per la storia, per riprendere quel respiro intasato dalle granite colorate, dalle spiagge di bifolchi e dai milanesi imbaldanzito, per la salsiccia, una religione di suini neri piccanti e aromatici che rinnegano mestamente l’origine oleosa, per il Barocco, per i sapori montani, per il teatro greco e dal 1865 (anno più anno meno) per i dolci della pasticceria Corsino, una di quelle istituzioni che non è spiegabile con nessuna connessione logica. La sua longevità è un gaudioso mistero che non ho provato nemmeno a sondare. Qui la crisi è un negozio sempre pieno e un laboratorio che, ogni anno, rinnova se stesso, accrescendo conoscenze e macchinari. Continue reading Pasticceria Corsino: una famiglia che ha trovato l’alchimia… Famiglia Monaco

Jancarossa: archeologia del limone siracusano… Monica Fiumara

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Siracusa s’immerge in una continua stratificazione di non-sense, stupori, punti di vista e coercizioni. Ma soprattutto è un luogo di contrade dove l’archeologia si è declinata nelle forme dell’avversione. E così si è smesso di raccontare. L’itticoltura è rimasta uno sguardo sulla baia di Ortigia e le colture orientali, qui, han preferito l’adattamento all’abbandono. Eccezione fatta per il riso, ormai scomparso, la nobiltà era un fatto di architettura e di irrigazione. Tutti guardavano Siracusa come la Silicon Valley del mondo antico. Anzi molto oltre. Ancora riecheggiano, nelle leggende raccontate sul castello Eurialo, in mezzo a stoppe, centri commerciali e vedute del petrol-chimico, le astuzie, i trabocchetti, la sapienza e l’immane paura di essere defraudati dei tiranni locali. Da Gelone a Dionigi fino ad Archimede, questa è terra di geni e di paranoidi. Invenzioni, naumachia e agricoltura, i siracusani hanno creato un parco giochi di colonie, hanno sconfitto tutti e sono stati conquistati da tutti. Così sono arrivati ad oggi nella lamentela di un disagio e di una burocrazia che ha reso indietro un fazzoletto straordinario e del resto ha lasciato un’impossibilità… Continue reading Jancarossa: archeologia del limone siracusano… Monica Fiumara