Spino d’Adda. Niente da segnalare. Un paese in mezzo a rotatorie, doppie corsie, nuove autostrade e capannoni. Qualche villetta familiare e qualche campo di granoturco estirpato alla sua vera natura. Una zona industriale che non è ancora diventata campagna, dove un centro c’è ma senza nessuna imposizione. Qui la voglia di hinterland si è presa tutto, fino in fondo, lasciando improvvisare chi ancora aveva qualcosa da dire, prima di andare in vacanza a bordo roggia. E così siamo arrivati fino a qui, in un piovoso sabato agostano, con il dubbio lancinante di essere nel posto sbagliato quantomeno al momento sbagliato.
Mi accoglie Fabio, dipendente/insegnante (con esperienze in panifici e mulini in giro per il mondo e buona capacità di dialogo) di due ragazzi, Luca e Federico, che hanno aperto perché avevano notato una curiosa falla nel sistema. Quando dici Strategia Oceano Blu portami via. A Spino mancava un fornaio. E allora, voilà. Piccolo problema: nessuno dei due aveva mai messo le mani in pasta. Così si sono rivolti a Mulino Colombo che li ha instradati verso Fabio e verso qualche corso in Cast Alimenti.
Ecco. Da lì mi sono approcciato ad un panificatore formato, non padrone del suo destino, e a Luca, uno dei due titolari, assolutamente proteso verso tutto ciò che non fosse il racconto.
I prodotti di Fabio/Luca/Federico sono più che discreti, la frolla, i grissini, i crackers e il pane a lievito madre con l’Integral bianco sono urbani ma assolutamente precisi. Non c’è nulla di particolare… però…
… sopra la mia testa continua, ancora oggi, ad aleggiare sovrana un’immane inquietudine, definibile con un unico e solo termine: epochè. Sospendo il giudizio perché gli albori sono ancora notte, i dipendenti hanno dalla loro un artigianato di rimessa E soprattutto perché sono diventato vecchio…
Un bel posto nella zona industriale dove non ho ben capito che cosa ci facessi… ma tant’è… colpa mia. Certo artigianato è meglio che proceda da solo…
IL FORNO DI SPINO
VIA MILANO 18
SPINO D’ADDA (CR)
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