La focaccia di Recco ha pochi dubbi… Panificio Moltedo

Recco. Ennesima insenatura del Golfo del Paradiso ed ennesimo borgo marinaro che ha creato nel tempo la sua epica e la sua leggenda. È uno scorrere di volti risentiti, di turisti soliti e di attività che non hanno mai cercato la compiacenza. L’architettura è diventata un modo di sovrapporre case e le strade, impedite dal mare e dalla montagna, hanno portato l’asfalto a mezz’aria. Ci si guarda poco perché non ci sono molti riscontri, i recchelini hanno risposto a delle necessità e al bisogno di sottomissione della metropoli, han ridato indietro un linguaggio proprio, una carica d’ironica ruvidezza e quella voglia di evadere il desiderio, compresso dalle cravatte, che nella vicinanza ha trovato l’unica impronta d’interesse. Recco è a metà strada della bellezza, dove non ci sono troppe cure oltre l’imposizione di una propria identità e così attende sempre gli stessi volti, proponendo sempre la stessa strofa. Nella semplicità dell’incantatore risiede il segreto perverso della definizione. Focaccia, mille versioni, ma focaccia. Le cipolle per la colazione, la genovese per l’abitudine, il formaggio per la licenziosità. E quale luogo migliore del Panificio Moltedo può rispondere a quel desiderio di manitoba e stracchino, anonimato nell’anonimato, da cui è impossibile sottrarsi?

Il luogo è anodino e inespressivo, i lavoratori automatizzati verso la richiesta, il contesto di occorrenza industriale, il pane un tempo che fu… ma poi arriva lei, appena sfornata, l’ostia alimentare con impresso il marchio dell’IGP in bella vista, e il paesaggio cambia. Nel retrobottega farine da battaglia, da una dignitosa Dallagiovanna ad “assenza di identificazione”, lo stracchino è passato da Invernizzi a Tigullio, l’olio d’oliva non si tocca, i dischi vengono sovrapposti, in mezzo si mette il formaggio, i Moltedo continuano a produrla alla loro maniera, senza teglia in modo da prevenire il reflusso fritto, cospargendola di mais bramato da polenta e facendola scivolare direttamente in forno. Ogni focaccia meno di un kilo, se ne sfornano senza sosta. Manuela e Luisa sono scostanti ma un’ottima rappresentanza di quello che sono i ruoli in terre evolute e mai messe in discussione: gli uomini in forno e le donne dietro il banco…

… questa focaccia è una di quelle droghe per cui metto da parte le dispute gastronomiche da naso arricciato, è uno di quei prodotti in cui blandamente affogare e quella dei Moltedo, qui dal 1874 ma attivi da prima ancora, rispetto a blasonati ristoranti, è un atto di fede davanti a cui genuflettersi ed espiare. Crescenza e manitoba da assuefazione. La fila da fare è un riflesso pavloviano. Null’altro…

La focaccia di Recco ha un’origine povera, ai tempi delle invasioni saracene, i contadini in fuga sulle montagne utilizzavano lo scarto e la necessità per cuocere su pietra… conservazione ed assuefazione. Forse il panificio Moltedo non ha bisogno della contemporaneità…

PANIFICIO MOLTEDO dal 1874

VIA XX SETTEMBRE 2/4

RECCO (GE)

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