Presupposto: mi sono rotto di leggere classifiche sui panettoni fatte da esperti che si divertono a mischiare le pere con le mele, sulla base di prodotti inviati in redazione e magicamente assurti al livello dei migliori panettoni d’Italia. Cioè, cazzo, se ti fai spedire 15 panettoni è ovvio che sarà la classifica dei migliori 15 panettoni inviati in redazione o assaggiati a Re Panettone o trovati per caso ad una fiera. Questa gente nelle botteghe artigiane, oltre leccare il culo, non ha mai leccato altro… Quindi, al di là di facili obiezioni e classifiche prive di senso, scriverò una riga per ogni panettone degno* e indegno da me assaggiato con calma in questo 2015 (e solo nel 2015)…
*Per degno intendo lavorato in maniera pulita, senza sovrastrutture, aiutini, mix, emulsionanti o aromi panettoni (pericolo da cui nessuno è al sicuro…)
Davide Longoni: panificatorio, solo burro, nessun aroma… pulitissimo
Pietro Freddi: stupefacente, non me l’aspettavo, una nuvola gialla…
Riccardo Antoniolo: zucchero muscovado, lattico, rarissimo prodotto bilanciato da un folle sofferente…
Beniamino Bazzoli: aromatico al punto giusto, morbido, non troppo lungo nel tempo…
La Pasqualina (Riccardo Schiavi): integrale in purezza (eccezion fatta per il lievito)… in quell’oceano blu, non ci sono paragoni… c’è solo bisogno di tempo per la finalizzazione
Iginio Massari: sfiocca alla perfezione, è croccante, si mastica… che volete di meno? Forse un po’ di aromatica…
Sal De Riso e Alfonso Pepe: sono dolci, lievitati, buoni che ricordano il Panettone…
Claudio Gatti: una focaccia bagnata dall’alcol, privata di grassi, con aromatiche supportate e una durata eccezionale
Maurizio Bonanomi: sul tradizionale, non c’è storia. Burro e alveolature filate perfette…
Anna Sartori: bianco, tradizionale, senza tempo, anche nell’umidità…
Mauro Morandin: tradizionalità, masticabile e un filo asciutto… Canditi a la maison straordinari
Emanuele Comi: insieme al papà Giancarlo, sforna da una vita la veneziana più buona di tutte, sul panettone è un viaggio nel tempo…
Pietro Macellaro: la facciamo finita di prenderci in giro? Please…
Vincenzo Tiri: ormai il nuovo modello del panettone italiano. Buono, ricco, dolce al punto giusto e umido senza confronti…
Renato Bosco: alveolato come nessuno, giallo taxi, aromatiche imprecise, farine supportanti e capacità lievitistiche rare
Cremeria Capolinea (Simone De Feo): un buon inizio per uno straordinario gelatiere…
Gianni Pina: compromesso con la modernità ma senza strepiti. Un panettone che assomiglia ancora ad un panettone.
Paolo Sacchetti: la tradizione di Massari/Zoia al massimo della contemporaneità…
Davide Comaschi/Enzo Santoro: una grandissima sorpresa. Un po’ alto di aromi, struttura senza eguali…
Carmen Vecchione: lei il nord l’ha veramente portato al sud… un Panettone fatto in Campania… gli agrumi sono agrumi.
Grazia Mazzali: quest’anno interlocutorio… non l’ho capito…
Attilio Servi: gioca di rimessa e frega tutti col salato… però li mette veramente tutti in fila
Emanuele Lenti: forno a legna e aromatiche alte… al sud sanno come coccolare e raccontare…
Alessandro Marra: aggressivo e panificatorio…
Francesco Elmi: straordinaria sorpresa. Panettone da applausi, sfioccato e alveolato perfettamente, pandoro da urlo…
Mario Bacilieri: antico e un filo asciutto
Daniele Lorenzetti: agrumato e soffice
Forno Roscioli: mah… ed è meglio che non vada oltre… ho già dato…
Mentore Negri: non era un panettone ma ci andava vicino. Quotidiano…
Massimo Grazioli: sorprendente e sinuoso…
Matteo Cunsolo: poco aromatico, burro e poca vaniglia… estremamente pulito… sfiocca quasi alla perfezione… non umidissimo ma nemmeno secco… belle uvette, canditi rivedibili, non particolarmente alveolato
se mi sono dimenticato qualcuno (e qualcuno mi sono dimenticato per pietà umana), mi scuserà o mi ringrazierà…