Podere Monticelli: cereali antichi in Pianura Padana… Cinzia Rocca

MONTICELLI

Villanova del Sillaro è un susseguirsi di cascine, frazioni e tortuosi torrenti. Quelle abbazie pastorali appaiono all’interno di un silenzio originario e cristiano come se il richiamo esperienziale fosse l’ultimo cenno di vita. Le marcite sono sparite in mezzo al mare dei mulini sepolti e il sagrato non lascia che presagire quelle campagne ormai difformi che non mantengono più il ritmo delle stagioni. Le stalle sono svuotate e l’agricoltura, dopo essersi venduta alle biomasse, sta provando, senza un reale ritorno, il supplizio della nicchia, quella che guarda i centri di sperimentazioni e le banche del seme, e spera di riattualizzare un po’ di sano passato proteico, quello indigente e industriale, quello che qui ha smesso di costruire perché non c’era più interesse. Questa era terra di Granone e di campi bagnati, ora c’è una luce disumana che azzera tutto.

Cinzia Rocca è un’ex infermiera che, insieme a suo marito, ha deciso di rimettere in piedi la cascina di famiglia, abbandono di Frisone da latte. Il territorio le diceva cereali e biologico e così è stato. Si è tornato all’antichità, a partire dal grano tenero, passando per il farro e il monococco. Cereali che avessero un senso nella Pianura Padana, cereali che stanno provando a guardare anche verso il centro Italia, magari per un grano duro o per un grano Khorasan. A latere è arrivato il lavoro sui legumi, sui piselli e sui ceci, su quelle colture che abbisognassero di questa povertà, di questi terreni e di questa vecchiaia.

Cinzia si è trovata in mezzo al fanatismo salutista e a quel profumo che non si riesce proprio a nascondere. Il suo farro, panificato da Alessandro Bignamini e da Davide Longoni, è una meraviglia olfattiva. Qualcosa di estremamente raro. Mulino a pietra comasco e delle fragranze intatte. Podere Monticelli è ancora il tempo della campagna di rimanere attaccata a se stessa, senza isterismi, con quella proposizione artigianale che è fatta di connessioni, orti biologici, confetture scarmigliate e un’essenza a fiori, per dare colore a quello sbiadire dello spazio che non è più in grado di rivoluzionare un orizzonte per il realismo che è rimasto. La terra è una coltura senza rivoluzione, i prodotti, dai biscotti ai cracker, sono da registrare, per colpa dell’indigenza alla comprensione di chi si spaccia per artigiano e invece è solo un insipiente mesta carte. Ma quei profumi non si possono nascondere e vanno tirati fuori, riscoperti e rimessi in circolo, molto al di là delle mode e del feticismo contemporaneo…

 

PODERE MONTICELLI

MONTICELLI

VILLANOVA DEL SILLARO (LO)

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