Sandigliano. Una strada e poche villette basse. Il far west biellese da porte sbattute in saloon desolati si riappropria di un hinterland quasi sepolto, dove la cappa di diffidenza e sfortuna è arrivata a prendere tutto quello che non ruotava intorno al tessile. Una provincia poco attrattiva e anziana, che vede i giovani in fuga verso lidi di cemento che non hanno altre ragioni che la sicurezza, lontano da quelle acque, da quel pudore e da quei vicoli che sono rimasti sempre ai margini di un’industria che ha catalizzato attenzioni e libidini. Il licenzioso era la fuga del weekend, adesso il familiare è diventato il ritorno nel weekend, in quel cortocircuito che non ha lasciato per strada che briciole di senso e schegge di disapprovazione. E luoghi come Sandigliano seguono a ruota una maniera riservata di stare dietro le quattro mura domestiche.
La famiglia Prina Mello è sempre stata transumante, alpeggio d’estate e pascoli d’inverno, non si è mai nascosta dietro un dito, ma la sussistenza aveva bisogno di stabilità. Così hanno costruito una cascina in pianura e da “bergamini” biellesi si sono trasformati in stanziali allevatori di mirate semplicità. L’alpeggio è stato abbandonato nel 2000 e da lì si è proseguito con un pascolo semplice e un’autoproduzione praticamente totale di fieni e cereali. Brune alpine per il latte, Piemontesi da carne, qualche maiale, caseificio lindo, cantine di stagionatura particolarmente umide e un laboratorio di norcineria. Si dovrebbe limare qualcosa, soprattutto su parte dell’alimentazione invernale, ma qui non vige una necessità e così il latte crudo rimane su tome e maccagni, su quei formaggi alpini portati a fondovalle e proseguiti didatticamente. Il plus potrebbe essere la stagionatura prolungata, quella che Ugo permette ai suoi formaggi, e che gran parte degli allevatori ormai sospende per opportunità commerciale. E così le croste iniziano a proteolizzare e le paste a fondere, il latte invernale ridà indietro un bel bouquet al naso e un sapore rassicurante. Qui si sgrassa per fare il burro, le tome in vendita devono riuscire a rubare il tempo ai clienti, il maccagno è leggermente occhiato e un po’ piatto, i salumi sono più interessanti, una bella noce stagionata, la paletta, la mocetta e il salame di vacca hanno un’ottima base e un bisogno di latenza e di profondità. È tutto troppo manifesto. La famiglia Prina Mello fa il suo e lo fa in maniera discreta. Ma la pianura ha necessità di scosse, di cambiamenti di rotta e forse di qualche leggenda in più…
CASCINA ANDRIANA
VIA NADRIANA 5
SANDIGLIANO (BI)