Gropparello. Località Sariano. Val Riglio. L’ennesima spaccatura piacentina che va verso un Appennino rintanato, in una metà strada, tra la Pianura Padana e le terre del Parmigiano, che non è mai andata troppo oltre con la fantasia. Strade che si rimpiccioliscono, castelli d’origine protetta, qualche vigneto, curve sussiegose, stagioni troppo nette per pretendere la Toscana, uno dei primi oli piacentini per dirimere il confine tra la brezza e la montagna, e una necessità al quotidiano fatta ancora di bar, alimentari, edicole, panini con la coppa e parrocchie coercitive. Queste sono valli oscure e diafane, dove il cambiamento cittadino è molto spesso un ritorno e dove i ruoli sono ancora perfettamente rispettati. Qui la pasta fresca fa parte di qualunque giornata.
Harry Vallavanti, in parte pseudonimo in parte no, ha il nome per poter fare qualsiasi cosa, dall’avventuriero nelle pubblicità del Montenegro al medico nazista di stanza in un sanatorio cileno. È effettivamente nato appena a nord dell’Equatore in un Venezuela diverso (quello del petrolio…), da genitori italiani che han deciso di rimanere a vivere lì, e si è trasferito in Italia col tempo e con il lavoro. Qui, nelle sue terre d’origine, ha incontrato Donatella e la decisione non li ha portati verso l’esplorazione della Valnure con il deltaplano ma verso un più prosaico pastificio di paese, dove mantenere attive le tradizioni di un passato fatto di domeniche in famiglia, sagrati e aromi di cucine sempre accese.
Tortelli con la coda o caramelle, qualche variante sul tema con la zucca, dei gnocchi da rimettere in ordine, due laboratori attraversati da una corte, Donatella e un’altra signora a chiudere a mano il ripieno in ogni tortello, una sfogliatrice automatica e celle frigorifere, in un ciclo continuo che, nella semplicità di portare avanti sempre le stesse cose ogni giorno dell’anno, crea ripetizione e ripetibilità, artigianato e abitudini. L’uomo rimane lì, in quei tortelli assuefacenti, come tutti i tortelli fatti con un briciolo d’amore e farine da buona battaglia (DallaGiovanna)… perché la pasta fresca ripiena è l’Emilia, la trattoria, il rustico, la donna di casa e il tempo trascorso insieme. Se la felicità esistesse probabilmente sarebbe un tortello, un anolino o un raviolo… non ci sono dubbi, almeno per me…. e così, ogni tanto, trovare delle case che trasformano la propria intimità in una relazione gastronomica, al di là di ogni critica e di ogni giudizio, semplicemente mi rende le giornate più lievi…
PASTA FRESCA DONATELLA PIAZZA
STRADA PROVINCIALE 100 SARIANO
GROPPARELLO (PC)