Milano. Corso Indipendenza, zona Risorgimento. Una Milano bene degradata dall’incuria e dalla contemporaneità degli occhi chiusi. Tra bivacchi e liberty, il tocco di raffinatezza brilla tra i marciapiedi e le facciate mentre dietro agli alberi si nasconde quel pruriginoso che fa male, che non è lascivo ma solo più struggente. Il dileggio borghese tiene da parte cantieri e playground, alberghi fatiscenti e case Aler rivendicate che, in quel laboratorio sociale di convivenza possibile, sono l’anima popolare di chi sta cercando di ridarsi un belletto, di guardare verso le Porte per trovare un po’ di confidenza, una mano tesa e un locale alla moda. Si parte dai negozietti, alla ricerca di quel popolo yuccie da tavolozza creativa e da affitto sempre pagato. E così si cedono i tempi a una gioventù che si è dimenticata le tavole fredde e le edicole, i bar tabacchi e le salumerie, che vede latterie e balere come l’ultima delle scoperte, non accorgendosi di lucrare quel po’ di nazifascismo che c’è in ogni ritorno al popolare. Qui la gentrificazione ha avuto successo e il residuato bellico del quartiere ha quell’accento imprescindibilmente milanese che ormai senti come macchiettistico. I nativi son tornati nelle riserve. Continue reading Giova: una piccola gelateria con una possibilità… Giovanni Lettieri
Mese: agosto 2016
Al Berlinghetto: salumi bresciani da filiera raffinata… Luigi Bellini
Berlingo. Bassa Bresciana. Un luogo indefinito fatto di frazioni e case basse, dove la quotidianità è l’unico reale legame con un territorio produttivo e vicino. Questa non è terra di compromessi e di fantasie, qui si guarda al concreto, all’oggi, a quella cena da mettere in tavola e alla sveglia presto la mattina, i sogni sono stati incubati in un modello di canali di bonifica e di fontanili, cascine a corte chiusa e quello spazio intimo limitato e limitante. Qui la Chiesa è il cardine della crisi, qui non si dirime, si tiene dentro, si spera e si nasconde, in quella convergenza territoriale che di questi luoghi ha riempito l’Italia. Paradigma di una pianura inscalfibile e profondamente benpensante, gli olezzi si nascondono sotto terra, gli insilati nelle bocche degli animali e i profitti sotto il materasso. Prima o poi, qualche traccia di rivoluzione sarebbe dovuta apparire sotto le suole spesse delle scarpe grosse, qualche cervello fino si sarebbe dovuto necessariamente scontrare contro l’ancien régime per provare un gusto meno sobrio. Ecco, Luigi Bellini incarna alla perfezione una rivoluzione reazionaria. Continue reading Al Berlinghetto: salumi bresciani da filiera raffinata… Luigi Bellini
Agli albori della panificazione e della ricerca… Daniele Astori
Coccaglio. Classico paesone del bresciano, alle pendici del Monte Orfano, un pelo fuori la Franciacorta, non del tutto bassa. La collina s’intravede e prende possesso di un luogo che ha mantenuto una struttura contenuta, degli abitanti dialettali e un’insofferenza al nuovo che dall’alto è sempre sotto l’occhio vigile ed estetico del convento della Santissima Annunciata, che lì rimane come un privilegio. Di là la ricchezza, le degustazioni, le gite in mezzo ai vigneti e verso le funamboliche passerelle sulle acque, di qua una concentrazione di selvatico e di vita di paese, dove trarre forza non lasciandosi ingannare dall’ispirazione. Perché nessuno è profeta in patria in paesi come questo, bisogna guadagnarsi ogni grammo di innovazione, figurarsi l’emblema di una pre-rivoluzione ai tempi dell’onnivora e non curante assimilazione di cibo. Qui, fuori dagli schemi è uscito Daniele Astori, che ti aspetteresti sfuggente e predicatore, e ritrovi profondamente legato alla sua professione e alla sua materia: il pane. Continue reading Agli albori della panificazione e della ricerca… Daniele Astori