Blando alpeggio immerso nel paradiso… Giancarlo Galliano

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Alpe Grangiasse. Sopra Sampeyre. La salita è inizialmente chiusa, alberi riversi sulla strada, carreggiata stretta e in controluce che rende impossibile schivare buche e avvallamenti. Poi su una curva si apre all’improvviso. Vista sul Monviso e vacche Piemontesi al pascolo. I tornanti lasciano spazio all’impossibilità di staccare le mani dal volante. I caducifogli diventano abeti e ritornano rocce. Il vento, in inverno, è talmente forte da non aver lasciato più nulla all’immaginazione. Il sottobosco è scomparso e riappare solo all’apertura di una conca, dove la vegetazione, le malghe e i pascoli riportano repentinamente alla cura altoatesina. Qualcosa di aperto, di verde chiaro, senza ombra, dove rimane una bellezza scoperta. Lì, a due passi dalla strada, un paio di kilometri sotto il Rifugio Meira Garneri, Giancarlo Galliano ha costruito il suo casotto dove vendere i formaggi, contestualizzato in un’urbanizzazione appena oltre il rurale e in un’archeologia di pascolo, e ha dato spazio alla sua mandria variopinta, in quel meticciato rappresentazione del bisogno prima che del pensiero. Nostrale grasso d’alpe, un semigrasso ogni tanto e con quel che resta burro zangolato a mano. Continue reading Blando alpeggio immerso nel paradiso… Giancarlo Galliano

Fioca: un giovane cuciniere che sta provando a far rilucere una valle… Il gelato di Juri Chiotti

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Melle. Val Varaita. Una piazzetta tranquilla da cui basta ritrarsi e ritrovare il bosco in quelle fioriture spontanee che riportano al miele e al melo, ad un’origine etimologica che nella natura attinge e che nella natura dovrebbe placidamente ritornare. Ma qui il disinteresse per la radice ha lentamente tolto la maschera, lasciando improvvidamente fare, ai festaioli dalla sagra sempre pronta, la cultura agricola nella propria maniera, con facce sempre più sbiadite e sempre più rugose, turisti mordi e fuggi e giovani non troppo punti a vaghezza. E così per dare una svolta al retaggio culturale del Toumin, ripetuto come un mantra e attorno a cui ruota tutto l’affare mediatico della valle, rimasto in mani flebili o incaute, ci voleva la forza conoscitrice e gastronomica di un ragazzo tornato dal passato. Continue reading Fioca: un giovane cuciniere che sta provando a far rilucere una valle… Il gelato di Juri Chiotti

Toumin dal Mel: tra tradizione e modernità… Lucia Rossi e Bruna Garino

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Borgata San Maurizio. Frassino. La storia della pietra e delle costruzioni eterne che riportano il sogno di una camminata domenicale, che fanno vaneggiare un inverno nevoso e costretto, con la neve ad impedire il passaggio. E così sei lì a guardare dentro dalla finestra, con la condensa ad oscurare il paesaggio e un bianco che è di altri mesi. Qui l’estate non è il tempo delle ferie, qui non esiste il tempo delle ferie, la lingua occitana prevarica l’empatia, i cognomi sono sempre gli stessi, l’abbandono della gioventù è l’abbandono della vita adulta, perché l’agro ha portato il sogno a compromettersi con la diffidenza e con le privazioni. Trasformare la sussistenza in bancarelle attiene al commercio, al fondo valle, a una mela caduta lontano dall’albero. Ma la nascita è altrove. Borgata Vittone, dove si fa risalire il Toumin, ora disabitata e remota, e Borgata San Maurizio, ultimo avamposto di un retaggio filogino, che ad oggi non vede un futuro a meno del baluginare di qualche nipote lontano. Continue reading Toumin dal Mel: tra tradizione e modernità… Lucia Rossi e Bruna Garino

Filiere di carni di montagna… GestAlp

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Frassino. Valle Varaita. Il fondovalle si chiude, s’incurva, mostra solo le borgate appese alla roccia, rimanda l’immaginazione, rimane strettamente legato allo scorrere del torrente eponimo senza la libertà d’indagare. Il centro è uno svilupparsi di discreti ristoranti post-tradizionali, zimmer in confusione con la sede del comune, case diroccate e tetti in ardesia che riflettono la luce, corroborando la voglia di selvatico. La Val Varaita è un luogo sonnolento dove non far nulla per mesi per poi ritrovarsi assolutamente concorde con una vita di sacrifici. Percorsi occitani, poeti provenzali, intagliatori di legno, neofiti della solitudine: in una giornata estiva, dove il cielo è un bello sfondo su cui fermarsi, questi luoghi rimangono ancor di più un passo indietro al turismo, un paese di zii, Barba e cultura minoritaria. La saga popolare non ha molto da cercare, i volti della gente sono dirozzati perfettamente per giocarsi qualunque ruolo, anche quello del “gotico contadino”. Continue reading Filiere di carni di montagna… GestAlp