Impetuoso minimalismo cerealicolo… Silvia Turco

turco

Enna è una città che potrebbe pure non essere. È talmente remota da non aver bisogno né di nuovi tagli né di nuove diramazioni. C’è una decadenza gialla che dell’esproprio si è tolta di dosso qualunque battaglia. E così è rimasta un luogo ameno e vivibile, con strade in salita che rendono tutto paese. I bambini, in mezzo ai negozi chiusi, non hanno nemmeno bisogno di definirsi, gli adulti non adombrano, rimangono incauti nel loro dialetto di relazione con il mondo. Perché spingersi alla conoscenza di un territorio, significa entrare nel complotto e nel cortile. Quello in cui ci si conosce tutti e dove la bellezza deve essere una definizione comune da cui ritrarsi significa solitudine. Così il sistema agricoltura è una comunione di facce arse, alla cui testa c’è Silvia Turco, un’agricoltrice che sta provando a tirare le fila di un territorio.

250 ettari di territorio a cavallo dei piloni dell’espropriazione regionale. Agricoltura e allevamento. Cereali antichi, olivi, zafferano e linea vacca-vitello allo stato brado. Il tutto, comunicando burocraticamente una terra che ha bisogno assolutamente di qualcuno che alzi i toni. Silvia ha studiato il sistema, la tradizione e il gusto. È diventata una degustatrice, una bracciante agricola, un’imprenditrice, un’associazionista e un’inflessibile castigatrice dei costumi locali con il vezzo del recupero. Parla, assaggia, conosce, tratta, custodisce, protegge, appoggia, padroneggia l’idioma e rimanda indietro l’idea di praticità in un luogo di menestrelli e traffichini. Il tutto sotto un marchio imponderabile e un’idea di farina che passa dalla pietra e dai molini Riggi. Perché la sua famiglia è la stessa che ha dato il là alla Dop del pane di Dittaino, che ha lavorato sulla Dop dell’olio ennese e che ha continuato a miscelare il presente con il passato, l’espropriazione con i debiti, lasciando alla comunicazione qualcosa di assolutamente forestale e selvatico. Perché Silvia è una persona vera, iconoclasta e pragmatica. E soprattutto è una donna in una terra di rispetti generici. Così, dopo aver imposto il suo credo e il suo vedo, ha cominciato a portarlo in giro per la Sicilia, insieme al Margherito e al Russello, nella speranza che sempre più persone scambino la debolezza con la pervicacia. Il tutto senza assaggio…

AZIENDA AGRICOLA SILVIA TURCO

VIA GRIMALDI 8

ENNA

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