Api nere incrociate alla ricerca di spazi… Salvatore Colicchia

Furnari. Un giro di case basse, villette, costruzioni decostruite e luoghi senza prospettiva si alternano in quell’imbarazzo che tiene ancora a distanza l’artigianato tipico e il luogo riesumato. In una mezza strada tra il diporto e il borgo più bello, questo lato di Sicilia, in mezzo ai collegamenti e con davanti le isole Eolie, è stato percorso da tutti e analizzato da pochi. Qui la gente passa oltre, perché quasi manca l’intenzione. La Fort Lauderdale dai toni pallidi impone le stagioni, prendendo un pezzo di costa dove il passeggero del riposo imposto, lo stesso del sole sulla pelle e del poco sforzo, nasconde il proprio tempo liberato dagli accenti meno danarosi e dalle voci più stentoree. Dietro c’è una cultura che, in quella forma di elevazione sociale dominata dal conto in banca, rimane sempre come un folkloristico da mercatino e da beneficenza. Pittoreschi e personaggi da cena condivisa dove mostrare il proprio compiacimento verso il primitivo, verso quel lato di mondo che è sempre oggetto di una spiritosaggine disdegnosa e impaurita. Qui in mezzo, districarsi è un’operazione coraggiosa e Salvatore Colicchia, insieme alle sue api, da oltre vent’anni, sta provando a trasformare l’apicoltura in una professione.

Api nere mescolate, un inizio di nomadismo sulle isole Eolie, mieli del territorio, melate, millefiori e poche purezze, ferla e castagno su tutti. Salvatore è un allevatore regine, le riproduce e le accudisce, sta cercando nell’origine del miele un qualcosa di sincero e una filiera alla cui base e alla cui fine ci siano le api. Vede le ombrellifere come opportunità, racconta poche leggende e stima la serietà di quegli apicoltori che l’ape nera stan cercando realmente di recuperarla. I suoi millefiori nascono in mezzo ai cardi, alla sulla e agli agrumi, la ferla è delicatissima con una punta di anice, la melata di quercia è straordinaria, maltata con una leggera patina di amarezza, il resto rimane simbolo di una Sicilia sfregiata e non fregiata, povera ed essenziale. I mieli cristallizzano nel tempo, non subiscono nessun trattamento, sono il compendio di un lavoro di contenimento dell’umidità, di estrazione, di decantazione ma soprattutto di purezza, di ricerca di luoghi lontani e precisi che possano connotare il miele e rendere il fiore, attraverso le api, disponibile al consumo dell’uomo.

Qui c’è la grandezza e lì ci deve essere il rispetto. Salvatore è una persona diretta, colta e attenta, di una gentilezza siciliana che non dimentica mai la storia e mai il passato. Il vanto lo lascia ad altri e altrove, il suo miele deve bastare all’analisi e le Isole Eolie dove isolare i ceppi devono bastare al suo futuro…

AZIENDA AGRICOLA SALVATORE COLICCHIA

CONTRADA SAN FILIPPO

FURNARI (ME)

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