Capre affumicate in un tempo che è anche delle vacche… Monia Tiberti

fatuli

Frazione Valle. Saviore dell’Adamello. Direzione Valle Adamè, dove il sole cede il passo ad un’ombra e ad un inverno che tutto possono e che tutto coprono. L’avvenenza è qualcosa di simmetrico, il buio taglia a metà le montagne, lascia al cielo la speranza e s’intirizzisce armonizzandosi con gli abitanti di Valle e della Valle. Uno sguardo straordinario inscalfibile dal freddo. Rimanere in fondo, ammaliati dallo scorrere del torrente, dove la limpidezza è già immaginazione e dove la voglia di restare è l’unica eccedenza oltre il riposo, quello lungo, letargico, che non si sposta, che lascia qui gli stessi volti legati ad esistenze lunghe, sane, in cui il benessere non si pesa e dove il turista arriva senza affermazione, è uno sforzo contro la rassegnazione. Incompresa dai latrati dei cani, oltre il ponte sopra il ruscello, c’è la casa di Monia Tiberti, una casa cristallizzata nel suo tempo.

Monia alleva capre Bionde dell’Adamello e Pezzate Rosse, produce Fatulì e formaggelle. Un orizzonte nitido rimasto fermo a prodotti antichi, in fienili languidi che nelle rughe trovano ancora il loro lato migliore. Il Fatulì è basso, fuori dagli standard del Presidio, viene ancora lasciato nelle scodelle, affumicato il giorno dopo (e non fatto asciugare un paio di settimane come da canone rivisitato), dura poco, difficilmente arriva al mese, ha un’affumicatura forte di ginepro che rilascia una patina grigliata, nessun fermento e nessun innesto. Il latte crudo, anche nei suoi errori, è la fonte più sincera della produzione casearia. E così semi-grassi e grassi ridanno indietro profumi e difetti, ph troppo acidi, cariche batteriche elevate, stracchinaggi a posto e formaggelle in ottimo stato. Le forme di Monia sono rapsodiche, hanno dalla loro un tempo che non è mai il giorno successivo ma è sempre una diversità e un cambiamento.

Qui si resiste ancora, si rimane strenuamente aggrappati ad una Val Saviore dove la notte scende presto e senza vicissitudini. Il vissuto è quello della solita consuetudine, delle galline nel pollaio, della cacofonia degli animali, di un pezzo di mondo che non è mai stato una proprietà privata fino in fondo e del lavoro dell’allevatore come maniera di sostentamento e poco di più. Una valle divisa e coltivata dove nessuno sta male e nessuno pretende troppo di più, dove ritualità, dialetto e soprannomi riportano alla voce di Monia richiamata per il pranzo della domenica che con dolcezza stentorea si accomiata ad un paesaggio che ti lascerebbe lì se solo avesse un lì. E così si riparte per frazioni e visioni, in tutti quei luoghi dove la condivisione è ancora la vittima inconsapevole…

AZIENDA AGRICOLA TIBERTI MONIA

VIA FONTANE 39 FRAZIONE VALLE

SAVIORE DELL’ADAMELLO (BS)

foto credits: formaggio.it

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