Rionca: pecore e dedizione… Claudia Franzino

Andrate. Sommità della Serra Morenica, oltre quella provincia boschiva che è manifesto e manifesta. In mezzo tra il Canavese e il Biellese, sfiorando la storia delle glaciazioni, questi paesi refrattari alla modernità non attecchiscono nemmeno più nel passato. Siamo in un anacronismo di compromesso, dove la natura è andata a soggiogare tutto il resto. E le dedizioni più grandi si trovano in mezzo agli alberi, sopra i ruscelli, in quell’andare scomposto che è strada di montagna appena accennata e franata nel desiderio. Perché qui il caso non è una buona soluzione né per l’avvento né per la fuga, ci devono essere motivi chiari e sotterranei, un qualcosa che condivida questi mille metri e non te li ritorca contro. Stavolta la scelta è ricaduta sulla pecora, sui suoi formaggi e sulla lontananza da qualunque tradizione.

Claudia Franzino viene da un passato urbano, ha un marito musicista e due figli tra l’adolescenza e la post-adolescenza. Una ventina di anni fa si è trasferita in frazione Rionca, poco oltre i mille metri sopra il livello del mare, per cercare una vita agricola che la sottoponesse ad altri obblighi. All’inizio sono arrivati i cavalli, tramutatisi presto in pecore da carne. La soddisfazione scemante, l’ha portata verso il latte e verso le pecore Sarde e Comisane. E così ha cominciato la strada del formaggio. Qualche capra per completare il tutto e un’artigianalità contadina che non è rimasta solo nelle definizioni e nelle facciate. Per il primo periodo di lattazione, mungitura a mano per non andare troppo a stressare gli animali stessi, latte chiaramente crudo, nessun fermento/innesto e stagionature refrattarie ad una regola e ad una linearità. Seguendo l’esperienza del formaggio di fossa, Claudia ha deciso e ha fatto decidere alla necessità dei luoghi di provare i lunghi affinamenti in assenza di ossigeno. Cagliate presamiche, qualche lattica, ricotte e lavorazioni che assomigliano a qualcosa. Nel tempo, lipolisi e accenni animali diventano preponderanti, ma in bocca i suoi formaggi chiudono tutti e a loro modo mantengono piacevolezza, freschezza e sapidità equilibrata. Ogni forma apre assolutamente all’imprevedibile, in bocca si sviluppano gusti che al naso non ci sono, le erbe, i pascoli e i fieni tengono su struttura e retrolfatti. Perchè Claudia, aiutata dalla figlia Ilizia, testimonial anche delle sue creme spalmabili (il mousa, una sorta di dulce de leche di pecora un po’ scombinato), è un’allevatrice che preserva l’appagamento per sé, per i suoi animali e per la sua famiglia. La casa è cresciuta all’interno di strutture di legno, vetro e pietra che valorizzano l’ambiente intorno e gli ambienti interni, in un gioco di rimandi per cui lasciarsi andare alla ricreazione è l’impulso più frastornante. Ci sono trasporti emotivi per cui la sembianza abbozza semplicemente il dato di fatto. Qui si sta bene, nell’accoglienza, nell’assaggio, in mezzo alle pecore, in una concezione di nitore contemporaneo, dove il benessere dell’animale non è un problema di profitto e nemmeno di comunicazione… a la Rionca ho trovato del tempo libero e raffinato, una quotidianità leggera dove mettere da parte la pesantezza, la laida lamentela, la critica e il difetto per dedicarsi ad un lunedì mattina…

RIONCA – AZIENDA AGRICOLA CLAUDIA FRANZINO

REGIONE RIONCA 5

ANDRATE (TO)

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