Trasformatori ittici in aziende agricole diversamente produttive… Fratelli Armanini

Storo. Terra di confine di un Trentino appena accennato ma già consorziato. Coltivazioni nascoste di granoturco e cooperative di trasformatori e molitori che nel mais nostrano locale ci hanno visto una possibilità molto oltre la povertà di una polenta, le bramate da macine a pietra e la difficoltà di commercializzazione del prodotto. Qui ci sono centinaia di piccoli agricoltori e una sola farina. Potere di fare squadra, di guardare un Trentino meno turistico, di sapersela raccontare giusta e di non mostrare fino in fondo gli ettari coperti… 300 tra la valle del Chiese e il Bleggio, dove hanno pensato bene di non voler rimanere fuori dai giochi. Una conca alluvionale dove la coercizione dei boschi è definita da tagli netti e la presenza del sempreverde inizia ad allargare le frontiere di una Lombardia sprangata, in cui il cupo non può essere altro che uno stato d’animo da tralasciare. In questi luoghi, trote e salmerini han sempre rappresentato la ricerca di montagna e qui la famiglia Armanini, negli anni ’60, ha cominciato il suo percorso.

Andrea, Miriam e Francesco hanno preso in mano l’azienda dai genitori, Santa e Olivo, guardando attraverso la modernità dell’allevamento e andando verso una itticoltura che avesse ancora un senso di presente e nel presente. Si sono allargati, si sono divisi i compiti, hanno puntato sulla crescita dei propri pesci in ambienti che non apportassero delle modifiche strutturali a vita e velocità di accrescimento. I salmerini hanno bisogno di un’acqua che non superi i dieci gradi, le trote si adattano, anche se stanno tranquillamente a temperature più alte. Il concetto del freddo, anche in estate, non è una banalità e non c’è necessariamente bisogno di deviare i fiumi. Incubazione, nascita e sviluppo. Nonostante l’assenza di dislivelli che aiuta nella riossigenazione dell’acqua, almeno nell’allevamento di Storo (che è uno dei tre di famiglia), e nonostante l’alimentazione calmierata e accresciuta di semi oleosi, cereali e farine varie, la carne è ottima, legnosa nel fumo, soda, con una persistenza di pesce e un’assenza di fango, che nelle trote salmonate si percepisce maggiormente, magra e piena in bocca. Nell’affumicatura a freddo le note sono più colorate che in quella a caldo, così come nella marinatura si accentuano le acidità, perdendo un po’ le consistenze. Divertenti uova di trota e bottarghe, splendido lo speck (nonostante il nome!) di trota, lavorato con erbe (issopo, dragoncello e timo), tagliato a dadini, in modo che prevalga il pesce. Trote di sei anni, grasso quasi estremo, marezzatura, affumicatura e tempo.

Andrea, allevatore di trote e coltivatore di mais di Storo, è un uomo rapido, con il tempo contingentato e l’interesse da suscitare. La timidezza gli esce dalle tasche nonostante le tenga strette. E così superare il tetragono diventa segno di umiltà e rigore. Perché il confronto, nonostante le certezze, ha ancora un ruolo da portare a termine. Così si passeggia su passerelle di cemento tra le vasche, si guardano le contraddizioni e si passa oltre. Perché per addomesticare il selvatico, la grandezza diviene quasi la cifra propositiva del tempo. Gli Armanini sono una portaerei che ha deciso di non demandare il rilascio e di continuare il comportamento dell’artigiano…

TROTICOLTURA ARMANINI

LOC. PONTE DEI TEDESCHI 2

STORO (TN)

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