Un agronomo che fa l’agronomo, l’agricoltore, l’apicoltore e il forestale… Guido Calvi

GUIDO CALVI

Edolo. Un paese che divide la Valle Camonica delle aziende, delle dighe, dei centri commerciali e dei trafori, quella troppo larga e inquinata per dimostrare di non essere sotto scacco, dall’alta valle. Una galleria in pietra bagnata, le strade si stringono e cominciano i tornanti. In mezzo… tra le montagne che delimitano la Valtellina e il gruppo dell’Adamello con i suoi ghiacciai, le sue centrali idroelettriche e i suoi boschi di abeti che non smettono mai di togliere il fiato. Edolo è in mezzo. Ha le costruzioni della città di frontiera e del paese da cui fuggire ed è un centro di passaggio circondato da pendii. Uno di questi è la mia meta. La solitudine svanisce con l’incidenza di una macchina abbandonata in mezzo ad una strada troppo stretta per essere vera. Così Guido Calvi mi carica e capisco cosa vuol dire romitaggio. Qui non sale nessuno, non c’è speranza, la strada non è difficile è impossibile. Passano solo due tipologie di automobili e le frizioni non hanno possibilità.

Agronomo dell’azienda agricola Scraleca, passatempo agricolo della famiglia Tedeschi che, tra farine bramate e vino, produce un olio di Grignano straordinario, istruttore tecnico-direttivo del Parco Regionale dell’Adamello per il recupero ambientale e lo sviluppo rurale della valle, apicoltore e frutticoltore, insieme a sua moglie Laura, nell’azienda agricola di famiglia: Frutti del Sole. Impervia, anti-comunicativa, fuori-panorama e assolutamente gratificante.

Un luogo sospeso sopra la valle, sulla montagna che divide la Val Camonica dalla Valtellina. Pendenze proibitive che sfociano in un bosco di abeti, arnie di api, piante di varietà antiche di mele e di susine (brogn mischì), varietà moderne di ciliegie ma soprattutto filari di frutti di bosco: ribes, lamponi, mirtilli e more di rovo.

Laura e Guido credono nel sole, nel rispetto e nel tempo. Non sono danzatori del cornoletame, si convertiranno al biologico ma senza ideologie, utilizzano la chimica perché la conoscono, raccolgono a maturazione ultimata e non trasformano nulla se non per casalingo utilizzo.

Le api bottinano acacia, lamponi, castagni, tigli, ma soprattutto tutti i fiori che compongono il tappeto montano di questa valle, la pianura di Ghedi, i versanti boscosi del Lago Moro e, negli anni di nomadismo spinto, le baite dove iniziano a sorgere i primi rododendri. La leggenda del santo venditore che vuole la mono-florealità come mitologia comunicativa, qui viene scarnificata. Le analisi riportano la multi-florealità e così capita di trovare il timo serpillo, l’ailanto, il tiglio o il tarassaco. Così, le acacie vengono attutite dall’acidità del lampone, il millefiori primaverile prende delle stupefacenti fragranze di tè alla pesca, che pare siano date dall’ailanto, e il castagno cristallizza quando non dovrebbe farlo. Spiegazione: la purezza non è di questa natura, meno fruttosio rispetto al glucosio con soluzione soprassatura di zuccheri (ne contiene più di quelli che possano restare allo stato liquido). Il tutto, artigianalmente, in una stanza, senza nient’altro che non siano apicoltura e smielatura. Il resto, anti-storicamente, lo fanno le api.

La geo-morfologia della Valle Camonica ha in Guido Calvi una gentilezza di mostrazione, quel modo molto raffinato di avere una conoscenza senza venderla. L’artigianato è sfiorato, è lavorato e dilatato. Qui è la materia prima a parlare, per cui la forma del rispetto è molto più fondante della manualità. I frutti di bosco (assolutamente buoni…) sono un racconto che, attraverso Laura, lascia molto più territorio e ortiche sul braccio di qualunque dogmatica scelta di vita fuori dalla relazione o dalla redazione. Marito e moglie, una baita di famiglia, un trancio di montagna, dei frutti antichi, dei frutti moderni, delle api, delle prove infestanti di coltivazione della segale, legno, roccia, una tradizione familiare di tranquillità e quella necessaria cultura che tiene a bada l’aspirazione alla distruzione. Così, Guido continua, imperterrito, nel silenzio di un riconoscimento sempre per altri, a perseverare nell’elezione della sua terra a placido caput mundi

 

FATTORIA FRUTTI DEL SOLE

VIA COSTA 74 LOCALITA’ GHELME

EDOLO (BS)

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