Una donna e il suo mondo: genepy e montagna… Emilia Berthod

emilia

Frazione Bois de Clin. Valsavarenche. Luoghi eroici e luoghi dispersi, all’interno di un Gran Paradiso distante dall’eco estiva, dove camminando è sempre possibile imbattersi in ungulati dagli occhi gialli e in ungulati dagli occhi impauriti. Qui la neve arriva presto, le valanghe divellono e i boati nel nulla non rappresentano altro che natura. Poche centinaia di persone in tutta una valle che fiorisce per pochi mesi, mentre il resto è una patina di bianco dove l’economia di sussistenza è un sacco di soldi spesi in riscaldamento ed energia elettrica. Qui c’è talmente tanta bellezza che il letargo è l’ennesimo modo per non rimanere accecati, per prendersi del tempo e fregarsene di un racconto reiterato da fare a tutti quelli che rimangono naso all’insù e bocca spalancata. Il tempo è salvifico e ferale insieme, non ci sono mezze misure e nemmeno tonalità di un grigio informe, qui i colori non scherzano e si ribellano all’opacità da smanceria, il selvatico è rimasto selvatico, nessuno lo può e nessuno lo deve addomesticare, coltivare qui significa recuperare dei terreni alle rocce e provare a rispettare l’umano più della natura.

E così, se si riesce a non rimanere ultimi di fronte all’armonia ginnica di un camoscio o a non restare atterriti da una neve che spazza sempre via l’orma come a non tenere il conto della storia e del suo disporsi, si può provare a comprendere innanzitutto il perché. Perché in questi luoghi, perché il senso non potrà mai essere condiviso, perché la sapienza di montagna avrà una traduzione che sempre la tradirà. Perché? Emilia Berthod, chiamata Emy da tutti, è la risposta più leggiadra e irriducibile all’appiattimento delle culture e dei territori.

Insieme al marito e alle figlie ha deciso di tenere lontano l’abbandono, di far rivivere un borgo antico, un guazzabuglio di case di pietra e tetti in lose, sotto una roccia viva che spalanca le fauci nell’improvvisato. Un susseguirsi di lavori in legno, di ballatoi a stecche e soffitti a vista che si avvolgono attorno la struttura principale fatta di fiori e vetro. Poche decine di metri da lì, a bordo del torrente Savara, Emy ha le sue coltivazioni di genepy. Pacciamatura, una struttura climatica che passa dalla gelata alla gelata, piccole coltivazioni di erbe officinali, l’improvvisazione del sedano di montagna, l’arnica curativa, l’achillea, l’agru e un’essiccazione naturale per incredibili tisane e lievi bevande esoteriche. Perché ormai i dopocena invernali, quando freddo e salute sono l’allarme manifesto del peggioramento della superficie della propria esistenza, la tisana soccorre meglio di un dram di whisky.

E così mentre la Valle d’Aosta torna ad essere rappresentativa di se stessa e l’artemisia torna a riscoprire una montagna più bassa e più umana, queste terre, al di là dell’immaginazione, che si contendono, con la follia urbana di abitare in una città senza coordinate, la corsa verso l’impossibilità dell’uomo, rimangono ancora coltivate e riprodotte, attraverso l’agricoltura e attraverso l’artigianato.

Insieme a Sandro Bonin e a pochi altri fruitori del recupero, e sotto l’egida di Mathieu Champretavy, Emy sta portando attualità all’associazione Tascapan (ad Introd) e alla riscoperta della Maison Bruil e della latteria dirimpetto, luoghi da rispettare prima che da visitare, emblema di una possibilità che non deve necessariamente sempre passare dalle banalità circoscritte dalla burocrazia. E così si vende, si fa cultura e si fa comunicazione in luoghi famosi prima di tutto, secondo di tutto e terzo di tutto, per i soggiorni estivi dei fu Papi.

Donne come Emilia, che hanno deciso brutalmente di non farsi soggiogare dall’abitudine e dalle avversioni, hanno una combattività femminile senza categoria e senza androginia, molto sensibile, molto ingenua, molto armoniosa, di quella tempra che il grande fabbro ha quasi smesso di fare, con quel pudore e quell’ardore di prendere in mano la propria vita, tirarla fuori, sorriderle e rimanere aggraziata… perché nell’aggraziato c’è il grazie e c’è la grazia… in un’unica e ficcante parola, c’è il dono…

AZIENDA AGRICOLA DA EMY

LOCALITA’ BOIS DE CLIN 18

VALSAVARENCHE (AO)

Emilia Berthod

GRAZIE!!!! Mi sono venute le lacrime agli occhi dall’emozione!!! Sei stato bravissimo! Mi ci ritrovo benissimo!!! Super 🙂

Rita

Emy é una splendida persona, é sempre un piacere andare a trovarla e passare un po’ di tempo in sua compagnia. Sempre sorridente e gentile con tutti. Grazie per tutto quello che fai!!!

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