Il futuro del gelato milanese è nelle mani di una silfide… Vittoria Bortolazzo

Milano. Tra Porta Venezia, Centrale e Corso Buenos Aires. Il nuovo angolo dei viziosi. Tra parcheggi impossibili, vicoli non adatti al transito e sensi unici immanovrabili, continuano a crescere luoghi gourmet senza accenno a meditazione o buon senso. Questa rinnovata zona, alle spalle dello Spazio Oberdan e del tamarrismo del fine settimana, attrae pensatori del gusto e artigiani in rinnovamento, nel mito della ritualità e della facilità. Perchè uno esce e l’altro entra, creando convergenze, snodi e connessioni, rilasciando quel po’ di radicale che ancora presenziava nelle tavole e tra i palati. Continue reading Il futuro del gelato milanese è nelle mani di una silfide… Vittoria Bortolazzo

Nel nome del padre… Massimo Greppi

Frazione Montonero, Vercelli. Qualche kilometro oltre le ultime propaggini di centri commerciali e capannoni industriali. Una strada di campagna verso una delle tante frazioni disperse in mezzo alle risaie, quando il tempo la dice giusta, altrimenti, puntini immaginati in mezzo ad una nebbia che non concede vassallaggio.

In netto anticipo, fermo la macchina in mezzo alla strada polverosa. Vengo colpito da un falco che vola imponente sopra la mia testa, allargando ali che non cementificano paure o fastidi, ma rimangono impietose a delimitare la sua presenza, forse la sua onnipotenza. Continue reading Nel nome del padre… Massimo Greppi

Ombre, passato e futuro… Andrea Busnelli (e l’epifanico Teresio)

Arluno. Autostrada, rotonde e ferrovie. Direttrice Milano-Novara. L’hinterland del nord ovest ha una storia dimenticata. Una rivisitazione industriale scavata al di sopra di un impianto seicentesco, dei broletti, dei cancelli, dei palazzi e delle ville. Uno di quei paesi con una storia che non esiste più, se non nei libri o nella tradizione orale di qualche vecchio di paese. Nel tessuto abitativo compaiono alcune filande, lascito di un passato di lavorazioni tessili, operai e oscuramento della memoria. Continue reading Ombre, passato e futuro… Andrea Busnelli (e l’epifanico Teresio)

Il coraggio di togliere, conservando… Alessandro Servida

Pantigliate. Un paese perso, qualcosa a metà strada tra la campagna abbandonata e il dormitorio. Appena oltre San Donato, su quella direttrice, definita come Paullese, che s’inoltra nella campagna lodigiana e in quella cremasca. Qui, dove la provincia di Milano si definisce “sud”, i paesi non hanno alcun senso, né manifesto né recondito. Gli rimane addosso quel giusto d’imbarazzo che non li fa mettere in mostra. Risucchiati dal traffico e pietrificati da quella gorgone chiamata hinterland, questi paesi rappresentano ripostigli senza stress per fughe poco romantiche e molto gravide di figli, verde, giardini attrezzati e residence con piscina. Continue reading Il coraggio di togliere, conservando… Alessandro Servida

La pizza e i suoi segreti… Roberto Ghisolfi

Cremona è una città dormiente e flemmatica. Ha molte tradizioni, abbandonate perlopiù, e ha dato i natali a istrionici ribelli ad un’autorità placida fatta di coperte a quadri. I palazzi hanno la bellezza algida della staticità. Sono lì ma potrebbero anche non esserci. Il medioevo e le signorie hanno tracciato ma anche allontanato. Il Po, il suo clima, le sue nebbie e i suoi insetti hanno appiattito una cultura. Manca l’interesse per vedere se domani possa esserci qualcosa di diverso. L’oggi è una serie di posteggi e di locali demodè, piazze, acciottolati, porticati, torrazzi e campanili. “Fieramente provinciale”, bella e annoiata. Non c’è molto altro d’aggiungere e nemmeno da sperare. Guardando al di fuori delle “mura” e dei cartelli, si estendono campagne senza soluzione di continuità e, soprattutto, senza una reale generosità verso l’altro. Continue reading La pizza e i suoi segreti… Roberto Ghisolfi

Lievitati e contraddizioni. Una pasticceria ad occhi chiusi… Corrado Vicina

Ivrea. A poche ore dal Carnevale. Per molti il giorno giusto, per me il più sbagliato possibile. Una città vestita a festa con i rioni bellicosi, nell’attesa della battaglia delle arance. Scene anacronistiche e vestiti disossati, in un clima tra il cavalleresco e il perfido. “Camion-mobili porta torroni e cianfrusaglie” spandono nell’aria quegli olezzi di cipolle alla piastra, misti a caramellizzazioni spinte, che ottundono nasi, sentimenti e devozioni. Il mio palato, già stracolmo delle peggiori fumisterie, non è più in attesa di un dolce. Continue reading Lievitati e contraddizioni. Una pasticceria ad occhi chiusi… Corrado Vicina

Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Frazione Gauna nel comune di Alice Superiore. In mezzo alla Valchiusella. Partire da Ivrea, un quarto d’ora di macchina, e trovarsi in un nulla plumbeo quasi angosciante. La vallata si sviluppa attraverso alberi senza foglie, qualche abete e fitti boschi che vanno, lentamente, ad incunearsi, dopo Traversella, in un imbuto angusto fin su verso la bassa Valle d’Aosta. Qui, il turismo si è dimenticato di cementificare e di ricercare seconde case, portandosi dietro la possibilità di marketing e di fottere il prossimo. In assenza d’insegnamenti, i malgari sono rimasti tali, senza conoscere velleità e opportunismo. Continue reading Le Tome della Valchiusella: lasciti e futuro… Matteo Villa

Grissini e distanze… Mauro Demartini

Salassa. Nel mezzo di un Canavese poco conosciuto. Il Piemonte è più distante, la Valle d’Aosta rapisce interesse e turista, generando abbandono. La regione rimane lì nel mezzo, quasi di passaggio. Alluvioni, bretelle ed edificazioni non hanno aiutato il godimento. L’assaggio è rimasto tale e le campagne hanno visto crescere, sempre più, un’urbanizzazione spinta dalla noia. Continue reading Grissini e distanze… Mauro Demartini