L’imprenditoria senza reticenze… Gianluigi Fagiolini

fagiolini

Casciana Terme. Proprietà terapeutiche delle acque e vista sconfinata. Le leggende portano indietro alle acque fumanti. Lo zolfo è riuscito a partorire turismo e a rigenerare bellezza. Quella che c’è sempre stata, quella che a perdita d’occhio lascia gli ulivi in primo piano e sullo sfondo mette campi di grano e campi di orzo appena trebbiato. Il verde lascia spazio ai colori terrosi, al giallo-arancione, al giallo tenue, al terra bruciata. Lo sguardo spazia fino a Volterra e torna indietro fino all’Appennino Pistoiese. Pare che ci sia un luogo, non lontano da qui, dove lo sguardo è in grado di contemplare tutta la Toscana. Casciana è un paese di case basse, casali di campagna e un silenzio molto al di là delle cicale. Qui, in un’azienda agricola, adibita all’accoglienza e alla vista, Gianluigi Fagiolini ha provato a dare al suo tempo libero le fattezze della provvidenza. Così, arrivano turisti da tutto il mondo. Lui ha deciso di approvvigionarsi alla fonte. Ha preso in mano la gestione del turismo e ha bloccato le prenotazioni per i prossimi due anni.

Imprenditore edile, viaggiatore contemporaneo, esportatore, esecutore del rapporto di forza Italia-Cina, studioso dei mercati orientali e nordici, appassionato di vino, ex redattore enologico, ambasciatore del vino italiano, un uomo con il pallino degli affari e la battuta pronta che più che una battuta è una rasoiata. Un uomo che prima della conoscenza assomiglia sinistramente a uno stereotipo da Dorsia anni ’80 con il gel al posto della pietà, ma la conoscenza leva i dubbi dogmatici e invita a restare, chiacchierare, restare e… anche assaggiare.

Gianluigi Fagiolini non ha troppi peli sulla lingua e anche le dimenticanze diventano maniera di persuasione. È un inventore-comunicatore-venditore. A turno fuoriescono le caratteristiche migliori. Ha la convinzione di aver capito, ha la certezza di avere avuto un passato, ma nonostante tutto continua in maniera imperterrita ad ascoltare e a non dimenticarsi di prendere atto dell’esistente di fronte a sé. O con cura o con beffa benevola. Il suo sorriso e i suoi modi spicci sono il lato illuminato della vita. Dei torti, dei rimorsi, della fatica e del buio rimangono solamente i gesti, qualche sguardo e qualche sorriso un po’ meno salace.

A metà strada tra Pisa e Livorno, con una cittadinanza giocata sul filo della perversione, ha utilizzato l’ostilità marinara per costruirsi una credibilità. È tutto individuo, le fazioni facevano parte di un mondo che non esiste più. Così ha cominciato a costruire. Provenienze agiate non gli hanno fatto smettere di cercare. Ma il lavoro aveva bisogno di un lenitivo. Così, il suo agriturismo è la sua possibilità di respiro. La Cina è sempre più vicina e lui la studia con attenzione. Fino al venerdì. Il resto del tempo è dedicato ai suoi cavalli, alle sue viti e ai suoi olivi. Nella normalità più civile della collina toscana che non ha più bisogno di essere immortalata perché è molto più falsa della rappresentazione.

Alberi di olivo a perdita d’occhio, moraiolo, frantoio, Leccino e Maurino, ognuno con la sua peculiarità, ognuno con la sua lavorazione in mono-varietale, biologica e kosher, ma soprattutto ognuno con i propri abbinamenti. Il moraiolo viene accompagnato dalle carni per la decisione fruttata e il sapore pieno. Il colore è straordinariamente lucido. Sulla sublimata carta delle cazzate, sembra quasi un denocciolato come limpidezza, nonostante Gianluigi sia un fiero oppositore delle balle. È un olio incredibile, senza piccantezza, molto connaturato alle abitudini italiche. La delicatezza orientale è molto lontana. Il Frantoio ha il gusto mellifluo delle carni bianche, il Leccino è un filo scarico e il Maurino è dolce con una punta di amarezza finale. Ma difronte al Moraiolo passano nella contestualità del gesto.

Gianluigi non ha credenze e non ha fortificazioni, crede nell’artigianato italiano, quello da faccia e da nome e cognome. La concretezza è la sublimazione dei nostri mestieri. Quelli che vanno portati avanti in silenzio, in famiglia e senza clamori mediatici. Per quelli, ci sono i comunicatori, i traduttori e i distributori. A ognuno il suo. Così il suo vino è diventato un passatempo da annate pari, da quegli anni dove l’uva è talmente perfetta da non avere bisogno di altro. Senza restrizioni e senza necessità di vendere. Gianluigi mette a proprio agio. E per vendita e accoglienza non è che serva molto altro…

 

LE QUERCIOLE

VIA CAMPAGNA FICHINO 90

CASCIANA TERME (PI)

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