Un grande formaggio in mani troppo stanche… Dario Gugole

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San Giovanni Ilarione. Troppo presto. Scambio la montagna con una collina appena accennata, dopo la pizza di Simone Padoan e dopo un abbiocco che sta sudando sul mio volante. Ho voglia di boschi e di silenzio, così tiro dritto. San Giovanni Ilarione sembra un paese ricostruito da anni di disinteresse. Fiancheggio il torrente Alpone e alberi di ciliegio con una fioritura appena accennata e mi spingo su fino San Bortolo, mille metri, strade diroccate, aghifoglie e sostanzialmente curve ripide su case con vista. I ciliegi riempiono la vista e riempiono l’aria, non esiste un fascino barocco e nemmeno uno altezzoso. Qui le vacanze sono una storia breve da cassetta di frutta. Riprendo la strada secondaria per Vestenavecchia e gli scorci senza un retaggio. Continue reading Un grande formaggio in mani troppo stanche… Dario Gugole

La carne della Granda nella pianura più operosa… Angelo Santinelli

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Bergamo. Poche centinaia di metri fuori dal casello autostradale, ancora meno dalle barriere anti-rumore che proteggono la tecnologia del kilometro rosso e l’insipienza di una pianura che non ha molto altro da chiedere se non il pedaggio. Qui ci sono un susseguirsi di rotonde, di semafori, di paesi e di strade. I parchi sono solo nell’immaginazione dei Verdi che, ancora, sperano di ricavarci qualcosa dall’erba, senza spacciarla. In quel triangolo che si forma sotto la conformazione dell’autostrada, la bassa bergamasca alterna all’infinito il corredo industriale da transumanza urbanistica ai fontanili, alle cascine, ai canali e al granoturco. All’angolo di una rotonda, al termine di una stradina senza uscita, con un paradigmatico cancello “nascondi-mondo”, Angelo Santinelli, e prima di lui suo padre, ha dato il là ad uno dei progetti più rivoluzionari della piana autostradale: un allevamento di bovini piemontesi affiliato alla Granda, unico in tutta la Lombardia. E questa è la parte meno interessante. Continue reading La carne della Granda nella pianura più operosa… Angelo Santinelli

Del Monococco e dei suoi tortelli… Leonardo Salvini

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Gottolengo. In quella pianura padana che non ha più una tessitura, dove le industrie hanno lasciato ai contadini l’illusione di credersi padroni, la pausa pranzo è un tempo infinito che non ha altri sbocchi se non un saloon. La troppa fame mi getta in un bar da ultimo stadio prima della bottiglia. Il testo, il panino, il suo prosciutto e la sua barista sono di una rilevanza letteraria ma infima. Eccezione lirica: cinque sudati minuti in cui ho visto Belle Gunness, trasformatasi in vedova nera della bassa bresciana, portare a termine l’agognato avvelenamento dell’iconoclasta crapulone. Sfortunatamente riavutomi, mi sono trovato immerso in una disquisizione tra medi intellettuali dal culo basso, dall’alito fetido e dall’inflessione catatonica, che ha ammazzato nell’ordine, il nuovo governo, il vecchio governo, i partigiani, Balotelli, la madre di Balotelli, il carrozziere di un paese vicino, le fighe di legno e le discoteche che non sono più quelle di una volta. Sentendomi a casa, sono riuscito a digerire e a riavere i contadini sotto forma di contadini. Continue reading Del Monococco e dei suoi tortelli… Leonardo Salvini

“Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

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Milano. Tra Via Meravigli e Corso Magenta. In una Milano assolata e che non molla. Fatta di menefreghismo da parcheggio, aperitivo con i figli in tinta, rotaie e rumori di tram, cravatte di seta e bocche sanguinanti vanità. Questa parte del centro milanese è lì da sempre e non si muoverà mai. Col passare degli anni, degli universitari, dei broker, dei pasticcieri, dei macellai, degli officianti e dei ricchi borghesi da giardino pensile, tutto è rimasto molto più uguale a Milano. L’immagine che si esporta nel mondo, la puzza sotto il naso, i negozi inavvicinabili, le permanenti, l’oro e i cagnolini col cappotto sono l’apice di una storia di ottone e platino che non può deteriorarsi. Continue reading “Dal centro non me ne andrò mai”… Vittorio Oldani

Whisky: tra leggenda e cantina… Giorgio D’Ambrosio

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Milano. Piazza De Angeli. Un luogo nascosto in una città che non esiste più. Portici anacronistici, vie senza uscita e botteghe dall’aria stanca si susseguono nella paradossale domanda “per quanto ancora?”. Ma i riti, a Milano, sono duri a morire. Rimangono legati al tempo e alle rughe, sono fatti di tavolini, di lampadari scoscesi di vetro, di boiserie in ottone e rovere, e barman pronti ancora a portare sul vassoio il Rabarbaro Zucca. In questo angolo di mondo, il Bar Metro rimane strettamente legato all’immagine di una Milano da Bere, fatta di aperitivi e tavole fredde, che non è mai del tutto scomparsa. Il rito è rimasto quello che era. Noccioline, sottaceti, salumi e pinzimonio. Continue reading Whisky: tra leggenda e cantina… Giorgio D’Ambrosio

Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

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Vicoforte. In quell’angolo del Piemonte che guarda la Liguria, tutto è più candido. Sarà la neve, saranno le curve o sarà la compagnia, ma se esistesse ancora un romanziere d’appendice mi chiederebbe in dono quelle due ore come pegno della sua mancanza di fantasia. L’incredibile è la casualità di una decisione presa, ad una rotonda, stretti dai morsi della fame. Il santuario di Vicoforte è una storia, una dedizione e una leggenda, i pellegrini arrivano, hanno i parcheggi dei pullman, hanno un paese che si allarga in una valle e che richiama la religiosità dello sguardo più che del gesto. Continue reading Tartarino di Vicoforte e il cioccolato… Silvio Bessone

Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

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Reggio Emilia. Ci sono delle somiglianze nella borghesia cittadina italiana che non possono lasciare indifferenti. Quello che accade non accade per caso: le stesse torri, i portoni simili, gli absidi sporgenti nella stessa maniera e i campanili nella medesima posizione lasciano indifferenti. È un abbandonarsi lascivo delle stesse persone agli stessi riti e agli stessi miti. C’è un’impostazione borghese che raglia la pianura padana, rimandando sempre la stessa immagine. Continue reading Cremeria Capolinea: un freddo appagamento… Simone De Feo e Monica Fantuzzi

Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti

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Roncadella, frazione di Reggio Emilia sulla strada per Modena. Case base, villette agricole, qualche vacca nascosta dietro il legno, erba, qualche vigneto in via di sviluppo e tanta terra rovesciata. È una campagna appena accennata, senza strepitii e case di villeggiatura. Qualche pensionato borghese con il suo orto da famiglia allargata e qualche cane in mezzo alla strada, unico ridente rumore, fanno da sfondo al desiderio contadino da fuga dalla città. Questa è l’immagine più corroborante di provincia italiana. Continue reading Assenzio, luppolo e fumisterie… Saverio Denti