Un puntino tra le pecore… Roberto Gaboardi

Magari fossimo a Vesime! Mi fermo in un “pittoresco” bar di paese e chiedo. Dove le indicazioni per il bagno han bisogno di tempo e dove Tony Manero, in dolce compagnia e in lizza per il concorso “Non si uccidono così anche i cavalli”, pensa, entrando nella trama di Footlose e spedendomi direttamente verso sinistra. Mentre le varie partite di tre sette sono commistionate ad improperi.
La macchina inizia a salire. Supero Agrilanga (che mi persuade il giusto…) e arrivo in una fattoria tenuta in maniera disgraziata. Un accento non piemontese mi rimanda dove avevo provato a sfasciare la macchina. Continue reading Un puntino tra le pecore… Roberto Gaboardi

La Piemontese e il suo macellaio… Francesco Diotti

Nizza Monferrato. In una di quelle patrie del cibo che non hanno colore né regione. Qui è come se l’aria avesse un sapore. Non esiste un’eccellenza, quell’unico posto dove mangiare in maniera meravigliosa, quel produttore che ha le stigmate del monolite per quanto raro. Qui c’è una cultura di fondo e un rifiuto della facilità. Qui il tempo scorre lento.  Le condizioni meteorologiche si sono affermate come deterrente e i tavolini dei bar sono zeppi di convivialità. Continue reading La Piemontese e il suo macellaio… Francesco Diotti

I polli e il loro menestrello… Alessandro Varesio

Montiglio Monferrato. Abbandono della pianura astigiana, oltre uno di quei rettifili tipici nella provincia settentrionale italiana. Quelli delle pompe di benzina, delle industrie e dei capannoni ormai svenduti a supermercati, outlet della ceramica e contrasti tra grigio topo e rosa sbiadito. Tigli, querce e noccioli si mostrano e nascondono. Ogni tanto qualche palizzata fa sorgere la domanda. E la risposta è tartufo bianco. Quello che Alba ruba per fare bella figura, lo stesso che costa oltre 200 euro l’etto, il medesimo che va all’asta per una grattuggiata di poesia su un piatto di una “semprescotta” o di una Barilla malcelata da Gragnano d’antan. I tartufai, più che una corporazione, da buoni veicolatori di immagini, sono per l’assenteismo compulsivo. Manco lo sniffo.  Continue reading I polli e il loro menestrello… Alessandro Varesio

Tra il sogno e la realtà… Gianfranco Fagnola

Bra. Una città che richiama la cultura enogastronomica italiana. Qui è nata Slow Food, qui manifestano i formaggi e qui lavorano fior fior di artigiani. Non ha la bellezza senza tempo delle Langhe e nemmeno il fascino misterioso, lontano e occitano delle valli cuneesi. Ma ha la fortuna di trovarsi in mezzo. Di non essere, ideologicamente, lontana da nulla e di non avere l’afa soffocante di affascinare a tutti i costi. Placida è placida, ma ha qualcosa in più. Una sonnolenza ricca ma indigesta. Il cibo sembra una religione, nessuno è al sicuro. È difficile (o almeno, lo è per il mio pensiero…) pensare che qualcuno a Bra possa mangiare male o possa vendersi per un tanto al kilo (ancorchè sia chiaramente il contrario). Continue reading Tra il sogno e la realtà… Gianfranco Fagnola

La nobiltà dell’allevatore… Pietro Sampietro

Tonco, ancorchè il profumo della collina sia appena accennato. Cancello e, dietro, la mia personale meraviglia. Vecchia fornace con ciminiera in mattoni rossi, trasformata in abitazione privata. Casa padronale in mezzo, foresteria e, alle spalle, la fornace di mattoni trasformata in stalla. Di una signorilità inglese, manco ci fossero i cavalli. Porte in legno e fascino industriale.

Volontà di potenza, giardino con erba all’inglese, scaletta applicata alla salita dei fumi e sguardo rivolto verso l’alto. Assolutamente rapito in quello che è sempre stato il momento di un vagheggio passeggero. Continue reading La nobiltà dell’allevatore… Pietro Sampietro

E’ rimasto solo lui… Silvio Pistone

Borgomale. Piccolo borgo dell’Alta Langa. Strada sterrata senza insegna, perchè la bacchetta l’ha lasciata ad altri… rimane solo una mostrazione di pudica bellezza.
Ex piastrellista, attività portata avanti fino a metà anni ’90, Silvio ha disegnato la sua casa, la sua cascina, il suo giardino e la sua foresteria per gli ospiti. Una cucina in muratura che toglie il fiato per la precisione estetica degli elementi. Non uno di troppo, ma questo è facile, e nemmeno uno dissonante, questo è già più difficile.
Un completamento per la vista che termina la sua panoramica su una tavola imbandita… che, sfortunatamente, è servita a poco.  Continue reading E’ rimasto solo lui… Silvio Pistone

Un giorno… qualunque. Giovanni Cogno

Ribadisco che La Morra è un paese fortunato. La posizione strategica e ammaliante ha spinto i creativi del posto a lasciare altrove annotazioni letterarie, linguaggi cinematografici e onanismi musicali, per dedicarsi a quella branchia del sapere definita, con un termine che ha in sé quella maniera cripto-filosofica verso la sperimentazione e la composizione del linguaggio, Enogastronomia.
Da qui viene il Barolo e in queste zone ci si può imbattere nel Tuber Magnatum (o Tartufo bianco) e già ci si sarebbe potuti adeguare, rimirandosi nel successo e tenendo alto il gonfalone del genio italico. Continue reading Un giorno… qualunque. Giovanni Cogno

Le stanze segrete del caffè… Egidio Ponchione

Asti. Il Piemonte nelle sue città, nelle sue tradizioni, nei suoi allevamenti e nei suoi caffè. Le persone passeggiano, un sabato pomeriggio qualunque, come uscite da una cartolina di Renoir o da un boulevard di Digione. Se il tempo avesse la possibilità di fermarsi, prenderebbe Asti e la farebbe diventare il dove. Qui esiste un passato, una memoria collettiva, dei luoghi di ritrovo che assomigliano alla compagnia di paese, alla briscola al bar e alle diciannove sul sagrato della chiesa madre. La modernità appare quasi esclusivamente sulle creste dei ragazzini e sui tavolini modaioli dei ragazzi che guardano Milano come si guarda alla Mecca. Ma la venerazione è un verbo che si sussurra. Continue reading Le stanze segrete del caffè… Egidio Ponchione