Il signore delle Modicane… Liborio Mangiapane

Roccapalumba. Sagra del ficodindia. Ottobre inoltrato. Il paesaggio lunare, dove gli insediamenti umani prendono posto dei paesi, ha quell’estensione agricola senza eguali. Il territorio ha i colori dell’inaspettato. La pietra lascia spazio all’erba che lascia spazio al grano bruciato. Ogni tanto le contrade di agricoltori vanno a definire quella Sicilia molto più verosimile di qualunque ricostruzione: quella del racconto. Continue reading Il signore delle Modicane… Liborio Mangiapane

La coppa è un sibilìo invernale… Flavio Carini

Sariano di Gropparello. Qualche anima dispersa su una strada verso una valle che non è una valle. Qui, la crisi si è portata via quelle uniche cinquecento persone industrializzate che producevano barche e riempivano appartamenti. Superato Carpaneto, la pianura rimane pianura solo sotto le ruote. L’apertura alla collina è un respiro d’insieme che libera dall’ansia. Qui c’è la voglia di trasferirsi, di prendersi del tempo, di raccogliere le mele e di chiamare il pupazzo dalla cravatta arancione facendogli la stecca. Può durare anche solo un attimo questa voglia, ma rimane un’assenza di rumore talmente potente da disorientare. Continue reading La coppa è un sibilìo invernale… Flavio Carini

Cilento in 2 giorni

PRIMO GIORNO

Felitto: Pastificio Il Fusillo di Christian Cioffi (artigiani d ritorno… super maccaruni/fusilli…)

Capaccio Paestum: Maida di Francesco Vastola (ci sono conserve, ci sono sono sott’oli, ci sono coltivazioni autoctone… e poi c’è il pomodoro…)

Capaccio Scalo: Tenuta Vannulo (uno dei più grandi imprenditori/artigiani/allevatori italiani… al di là di una mozzarella straordinaria, obbligatevi a conoscere l’uomo…)

Cicerale: Azienda Agricola San Felice di Claudio Paolantonio (ceci, olive, lavorazioni e marmellate… su tutto, un fico bianco cilentano essiccato da rimanere secchi…) Continue reading Cilento in 2 giorni

Conservare le tradizioni… Andrini Marmellate (Andrea e famiglia)

Gottolengo. Bassa Bresciana. Superata la depressione post-bellica, il paese si è travestito da industriale, cercando di rendere folklore le sue velleità contadine. Ha abbandonato le frazioni, le cascine, le fortificazioni, ha mantenuto salda la coltura della patata, trasformandola in una sagra, e si è racchiuso attorno al suo dialetto, alle sue battute da bar, alle sue facce sempre uguali e ad un sabato a pranzo vuoto nel suo interminabile periplo. È tutto coltre, è tutto nuvole basse. Non c’è allegria né armonia. Le televisioni sono accese e quei pochi, che camminano per strada, hanno un senso solo nell’indifferenza. Continue reading Conservare le tradizioni… Andrini Marmellate (Andrea e famiglia)

Quando il suino si fa veramente pesante… Giuseppe e Stefano Bettella

Gabbioneta-Binanuova. Località Polo Nord. Giornata uggiosa e piovosa di primo autunno. Allevamento di suini della bassa padana. Provo a cercare un accompagnatore ma rimango solo. Biasimo? La suadenza delle argomentazioni decade da subito. Ed effettivamente la pianura autunnale è un oblio aromatico. Anche in paese, la puzza di merda non può fare a meno di irrancidire il naso. Saturo, inizio la mia danza delle strade tra diramazioni tutte uguali. I cartelli non sono l’anima del luogo. La vista sconfinata d’orizzonte sì. I campi di granoturco lasciano spazio alle cascine diroccate. In mancanza di turismo, ciò che resta è un palazzo ducale sulla strada principale adibito a comune. Continue reading Quando il suino si fa veramente pesante… Giuseppe e Stefano Bettella

Due pazzi e un tortellino leggendario… Guido e Luciana Remelli

Valeggio sul Mincio. Il mio navigatore, partendo da San Giovanni Lupatoto, mi fa correggere la strada una decina di volte. In preda a nausea, acidità da troppi caffè bevuti, una lieve nevrastenia e l’aria di pane di Renato Bosco, finisco casualmente a Borghetto. Frazione di Valeggio. Uno dei borghi più belli d’Italia. Questa la definizione. Un’acqua placida, un luogo languido al di là degli sguardi turistici. Una luce che non definisce mai. Rimane sempre nei pastelli e nelle sfumature. I ponti sono sospesi. Il Mincio è un odore molto al di là di qualunque vista. Peccato non sia quello il mio approdo, nemmeno per una mezz’ora da dilapidare ad aspirare un odore di fiume, lento quanto gagliardo. Nulla, devo andare a Valeggio, lasciandomi alle spalle il ponte dove festeggiano, commercialmente, il nodo d’amore, quel tortellino che del paese è diventato un vessillo. Continue reading Due pazzi e un tortellino leggendario… Guido e Luciana Remelli

Piccoli torrefattori all’ombra dell’egemonia… Alessandro Vesentini

Verona. Marzano. Sulla strada verso la Valpantena e verso la Lessinia, in quel Veneto nascosto dove l’agricoltura regala ulivi, castagni, peri missi e albicocchi e dove l’archeologia decade su uno stradone unico con case diroccate, botteghe da un tanto al kilo, rotonde sinistre e un’immagine di mezza montagna che non si riesce a vendere. La comunicazione è privata dei rimandi e dei sottesi. Non c’è nulla da scoprire, è tutto lì. Fatto di dialetto e di capanne. La strada provinciale della Valpantena è diritta con i numeri a bordo marciapiede. Qui, Alessandro Vesentini ha deciso di aprire il suo piccolo laboratorio, mantenendo la produzione lontana dalla somministrazione (Caffè Alexander in centro a Verona). Continue reading Piccoli torrefattori all’ombra dell’egemonia… Alessandro Vesentini

La ciccia slow… Davide Tibaldi

Bra. Capitale enogastronomica del Bel Paese. Una marea di persone. Una manifestazione, “Cheese”, poco più attraente dell’Esselunga alle sei di un sabato pomeriggio, ma sicuramente money-oriented e pietra filosofale di molti affinatori, venditori, grossisti e di un po’ meno pastori e casari che, al limitare della propria produzione, hanno chiuso la metaforica claire, con la scritta formaggi esauriti, e hanno guardato le persone indirizzarsi da quelli che il formaggio ce l’avevano, ce l’hanno e ce l’avranno sempre. Qualcosa di buono, poco, qualcosa di meno buono, molto. Continue reading La ciccia slow… Davide Tibaldi