Tecnica o materia prima? Tecnica e materia prima!… Matteo Cunsolo

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Parabiago. Il paradiso della calzatura. Un paese determinato dalla sua posizione geografica e basta. Aziende e mulini hanno incrociato le loro produzioni. I canali hanno portato linfa prima e dopo la guerra. Gli artigiani si sono trasformati in imprenditori o in operai. Quella zona di frontiera a nord di Milano ha influito sul benestare delle persone che entravano dal capoluogo e che uscivano dal capoluogo. Parabiago ha qualche bottega inaspettata (pasta fresca e salumi), le solite chiese richiama pasticcini, i tipici bar da gazzetta e bianchino, e le aziende calzaturiere. L’hinterland è una missione, soprattutto per chi decide di resistere, soprattutto per chi ha vissuto l’adolescenza negli anni ’90, ha chiuso le discoteche, ha distrutto le manifestazioni, ha bigiato le lezioni, ha preso la scuola come l’ultimo degli obblighi e si è divertito talmente tanto da trasformare la morte in una passione: il prestinaio di una volta, il panettiere fino all’avvento del 2.0 e il panificatore, lievitista contemporaneo. Continue reading Tecnica o materia prima? Tecnica e materia prima!… Matteo Cunsolo

Non trovo la gallina, ma trovo un Macellaio… Albano Beghin

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Treponti. Teolo. La base dei Colli Euganei. Quell’arcipelago vulcanico, così lontano dal rilassamento, non s’ammanta se non d’insicurezza. Qui c’erano le cave e ci sono i vigneti. Qui, i colli si elevano senza degradare, senza dolcezza. Il cielo è già un crepuscolo e si porta dietro quel fascino che ha trasformato una strada dritta, case anni ’90 color kaki, in improvvise curve e in quell’inizio di collina che non è più hinterland. Qui, un tempo, passava il tram diretto che collegava i colli con la città, qui i poeti hanno dettato scritti per rappresentare l’irrappresentabile. Ora rimangono negozi affidabili e negozi da manna dal cielo. Continue reading Non trovo la gallina, ma trovo un Macellaio… Albano Beghin

Avanguardie di provincia… Denis Dianin

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Selvazzano Dentro. Hinterland Padovano. Al di qua del fiume Bacchiglione che la taglia in due. Oltre ventimila abitanti, molte aziende manifatturiere, qualche artigiano, un mercato, troppo traffico e nessun segno visibile di bellezza. È un paese nella tasca, a metà strada tra il capoluogo e i Colli Euganei, in mezzo a quelle vie di passaggio che non hanno mai fatto soste. La pianura e qualche villa, degna di una borghesia che ha investito tutti i suoi soldi nella sicurezza e nelle rotonde, fanno di Selvazzano un posto senza centro e senza usanza. Nell’ipotesi della fuga, ho visto troneggiare imperiosi i colori del Veuve Clicquot che, senza pregiudizio, avrei scambiato per il solito lounge bar dalle conversazioni tediose e dagli atteggiamenti finto-vip. Invece, all’interno, ci lavora uno dei più promettenti pasticcieri italiani. Continue reading Avanguardie di provincia… Denis Dianin

Un pizzaiolo della Generazione X… Alessandro Lunardi

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Brugine. Strada principale parallela alla strada per il deserto. Fase postprandiale dove tutto sembra più rarefatto. Anche quest’angolo di mondo. Un fornaio con la puzza di lievito di birra che sfonda le vetrine, un bar-pasticceria dal cioccolato finto artigianale fatto di barrette e praline e con la cameriera che scommette sul fatto che non entrino rapinatori, vista la mia attesa solitaria e la sua faccia annoiata, un parrucchiere con le pettinature “schiaffo” in vetrina che sembrano uscite dagli anni ’80 di Paul Mitchell, e una sala slot, dove buona parte degli spiccioli risparmiati dalla spesa al discount vengono reinvestiti da teste basse, facce torve e felicità compresse. E non siamo alle soglie di un film di Wim Wenders. Continue reading Un pizzaiolo della Generazione X… Alessandro Lunardi

Teoretica e pratica delle uova… Martino Bargero

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Carbonate. Strada Statale 233 Varesina. In mezzo c’è tutto quello che è definibile come assenza di attenzione. Un susseguirsi di paesi senza nome e senza volto. Troppi semafori, qualche rotonda, case color kaki su due piani con garage incorporato e misteri borghesi da collane di perle, suicidi di massa e “aziendine” in liquidazione. Qui, anche prima della crisi, non c’era nulla che invitasse alla sosta. Ora gli striscioni della Fiom almeno fanno girare gli occhi. L’alta pianura lombarda è un luogo che impone: o la fuga o l’abisso. Continue reading Teoretica e pratica delle uova… Martino Bargero

La pesca sul Lago d’Iseo… Nando Soardi

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Comune sparso di Monte Isola. In mezzo al lago d’Iseo. Nessuna macchina, solo motorini e urgenze. Il resto è fatto da frazioni e borghi, che non si sa più da quanti anni continuano ad affascinare i circumnavigatori del lago, rapiti da quel posto così remoto, nonostante i cinque minuti di battello. Olivi, cipressi, chiese, ville da ex-ricchi, bungalow dissidenti ed abusivi, attracchi condonati, piccoli porticcioli, case pastello con acciottolati ricostruiti, reti da pesche, sardine ad essiccare al sole e qualche turista pomeridiano. È inverno e non c’è folla. In barca, c’è solo quel vento ferale che prende la faccia, vivisezionandola. Così, la nuova barca in legno di Nando Soardi, uno degli ultimi pescatori dell’isola, mi carica a Sale Marasino. Continue reading La pesca sul Lago d’Iseo… Nando Soardi

“Abbiamo deciso di investire nella nostra terra”… Azienda Agricola Scraleca (Famiglia Tedeschi)

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Darfo Boario Terme. Uno di quei posti regolari, dove non ti accadrà altro che quello che ti aspetti. Il lago d’Iseo alle spalle, la Valle Camonica sostanzialmente in fronte, la Valle di Scalve sul fianco, le incisioni rupestri nel passato e le acque termali in basso. Se ci fossero un paio di balere in più, sarebbe il luogo ideale per la mia vecchiaia. Invece è un posto per giovani o, almeno, per giovani ricostruiti. Così la bellezza della natura non è ancora romita. Ci sono troppe tangenziali, fabbriche e grandi magazzini. E il mio rendez-vous, troppo presto di domenica mattina, non fa che inacidire il mio sentore di dialetto incomprensibile. Eppure, qui c’è un sacco di gente già sveglia. Continue reading “Abbiamo deciso di investire nella nostra terra”… Azienda Agricola Scraleca (Famiglia Tedeschi)

Il panificatore non scende a compromessi… Luca Scarcella

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Torino. Borgo San Paolo. A metà strada tra il residenziale e il popolare. A pochi passi da quel Rione Lancia che ha riqualificato l’industrialità regalando parchi, giardinetti, bambinetti e solidarietà. In mezzo agli enormi vialoni suburbani, dei pali bianchi, usciti dalle ricostruzioni dei velieri e degli acquari, installano i marciapiedi, facendo intendere qualcosa di diverso. Binari interrati riconvertiti in opere d’arte danno l’idea di un passato industriale che non esiste più. Spina Centrale: Spina 1. Il tutto è sovrastato da strutture tubolari che ridanno la profondità dei boulevard e la stupidità della domanda perché. La domenica mattina è come se tutto questo fosse il testo. Le persone o non ci sono o scompaiono. La vista è spostata verso l’alto. Continue reading Il panificatore non scende a compromessi… Luca Scarcella