Rivalta di Torino. Ancora cintura torinese ma con accenni di campagne. Le strade si restringono, appaiono le prostitute con i loro fuochi e gli alberi di pioppo. C’è già della tortuosità e la città diventa lentamente paese. Nonostante le araldiche industriali del luogo, Rivalta ha un’anima nobile e diroccata. Castelli, torrioni, mulini, mura di cinta, monasteri, chiese e acciottolati fanno capolino in mezzo ad un mare di condomini massimo tre piani, colori pastelli, balconi dai fiori appassiti e giardinetti salva-bambini. Qui, proletari e borghesi hanno sollazzato per anni in frasi fatte, portinerie e circoli ricreativi. Continue reading Il pasticciere che fa per me… Marco Vacchieri
Categoria: Artigiani del gusto
Una storia di panificazione operaia… Vito Lasorsa
Torino. L’interno di una bomboniera panificatoria, con finimenti country-franco-provenzali è il più classico degli “inganna l’occhio”. Al di fuori c’è molto silenzio. È una domenica mattina di gennaio, in mezzo ad uno dei quartieri più caratterizzanti la storia della città. Borgo Vanchiglia, ricordato come il borgo del fumo per gran parte del ‘900: emissioni operaie-industriali che pretendevano dalla zona il proprio ruolo proletario ma con il vezzo di rimanere molto vicine al centro. Continue reading Una storia di panificazione operaia… Vito Lasorsa
Il macellaio laureato è ad un bivio… Donato Turba
Melzo. La terra che ho sempre tollerato e che ho sempre visto di notte, di giorno, con la nebbia, con le merende, con le prostitute nigeriane a bordo strada e con la voglia di andare a ballare. La gioventù di quelli che si sono persi tra la Rivoltana e la Cassanese ha lasciato per strada morti, buchi, successi commerciali, cantanti da un tanto al kilo riempi-platee, calciatori di quart’ordine, tamarri da solarium e motorini accartocciati. Melzo è una coltre di lavori in corso e di giocate alle slot machine. Continue reading Il macellaio laureato è ad un bivio… Donato Turba
Grano duro in Oltrepò… Marisa Sforzini Orlandini
Corana. Poco meno di mille abitanti in quella pianura pavese che geograficamente fa parte dell’Oltrepò. Nonostante i sentori di Lomellina, qui il riso non è una priorità. Il terreno permette di coltivare tutto, ma il legame con la collina tiene le zanzare un po’ più distanti. Ci sono case sparse, un fiume abbastanza distante per non farne un’ideologia e terreni coltivati a grano e granoturco. La nebbia non mi tange, c’è solo un po’ di pioggia. Continue reading Grano duro in Oltrepò… Marisa Sforzini Orlandini
Inventore, artigiano, produttore, virtuoso… Marco Bernini
Pozzol Groppo. Spartiacque tra la Val Curone e la Valle Staffora, confine tra la provincia di Alessandria e quella di Pavia. Da un lato la strada si getta nelle località termali, guarda le colline dell’Oltrepò, alterna mele e viti a maiali, dall’altra spiana verso Volpedo e verso i suoi pescheti. Le curve si susseguono, mangiano borghi, aumentano il territorio, diminuendo a dismisura la densità. Quattrocento abitanti scarsi su quattordici kilometri quadrati di superficie, Pozzol Groppo è un paese fantasma, senza centro, con molte frazioni, qualche cascina, un fascino caricaturale dato da un orizzonte senza volgarità e un verde, che diventa grigio per ritornare verde, al limite della voglia di trasferirsi. Continue reading Inventore, artigiano, produttore, virtuoso… Marco Bernini
Il re del cotechino… Ambrogio Saronni
Castelvetro Piacentino. A pochissimi kilometri da Cremona, in provincia di Piacenza, in regione Emilia Romagna. Qui, i confini, nel corso dei decenni li ha scanditi il Po con le sue anse e i suoi rimodellamenti. Se si entra dalla sponda destra, si è in provincia di Piacenza, altrimenti in quella di Cremona. Il resto è questione di appartenenza, di dialetto e di territorialità. Castelvetro è un’enclave cremonese con le tradizioni gastronomiche strettamente legate a quelle sotto il Torrazzo. Qui, i canneti, le ninfee gialle, le castagne d’acqua e i saliceti del Po si confondono con la cultura del maiale, le sue nebbie, i suoi riti e i suoi insaccati. Continue reading Il re del cotechino… Ambrogio Saronni
Nel nulla di una grande passione… Andrea Aldrighetti
Cavalcaselle. Frazione di Castelnuovo del Garda. Un posto plumbeo. Abbastanza distante dal Garda da non portare turisti, chiuso su se stesso da nascondere insegne e mostrare i vitigni di Turbiana, non ancora collina da portare spyder, targhe straniere e foulard in testa. Cavalcaselle era un feudo, è stata una via di passaggio per andare a Gardaland, con il suo carico di affamati gitanti in cerca di vivande, conservanti e rapidità, e adesso è una strada chiusa tra due schiere di case dai muri scrostati, dalla messa facile, dal dialetto lancinante e dall’occhiata furtiva. Qui, il Natale è all’interno delle mura. Fuori, rimane solo un presepe non visto e una domenica senza vestiti. Continue reading Nel nulla di una grande passione… Andrea Aldrighetti
Pecore Comisane, Zafferano e Piacentinu… Pietro Di Venti
Contrada Tresauro. Calascibetta. Un orizzonte senza requie. Tutt’intorno sono montagne, campi coltivati e strade dissestate. Il centro della Sicilia è un’immagine estiva talmente stagionale da non riuscire a riportarla altrove. L’autunno inoltrato è così diverso da rimanere nell’eccezione. Verde e temperature quasi primaverili, pecore al pascolo, fioriture fuori tempo e un’azienda agricola che spunta nel nulla. Un piccolo gregge di Comisane, raggruppato a prendere e a nascondere il sole, non lascia spazio all’errore. Continue reading Pecore Comisane, Zafferano e Piacentinu… Pietro Di Venti