Nostalgica norcineria piemontese… Giuseppe Dho

Centallo. In mezzo ad una piana tra Bra e Cuneo, dove gli allevamenti di bovini piemontesi, lasciano spazio a meleti, filari di peschi in fioritura rosata, vigne e campi di granoturco. Appaiono cespugli nel verde di un’erba curata e quasi malinconica. Il paese è una schiera di anziani che tagliano delle abitazioni di retaggio contadino, frammiste ad altre palazzine dai vetri bassi, figlie dello sviluppo edilizio degli anni ’70. La pianura ha portato ad investire nell’allevamento del suino, vittima inconsapevole di aziende insaccate dietro finestre macerate da anni di conservanti ed edulcoranti, e nella costruzione di fabbriche. Le montagne, la cui eco in lontanza riflette ghiacciai perenni e roccia nuda, non hanno persuaso la vista alla placida contemplazione di se stessa, con tutto quello che avrebbe potuto comportare in termini di vocazione, espressione ed unione artigianale. Continue reading Nostalgica norcineria piemontese… Giuseppe Dho

Allevatori, macellai, assenze e presenze… Andrea e Massimo Castrini

Pozzolengo. Il paese dei pozzi e delle torbiere. Dove l’acqua sembra un retaggio e un compromesso. Case in continua espansione, villette in costruzione e naftalina per le strade. Ciò che non ti aspetti all’uscita autostradale, son quelle curve che rompono la distrazione. Inaspettatamente, anche per impreparazione geografica sull’argomento, mi trovo in mezzo alle colline moreniche gardesane. Una zona spopolata di luoghi comuni. Continue reading Allevatori, macellai, assenze e presenze… Andrea e Massimo Castrini

L’esigenza di una tradizione… Matteo Maini

Pianello Val Tidone. In mezzo ad una di quelle terre che da sole non sono mai riuscite a salvarsi nè a mostrarsi. Tra quelle colline, quelle strade distrutte dalle nevicate, quelle viti, quelle trattorie così tipiche da non abbisognare più nemmeno di un cartello o di un’insegna, le somiglianze arrivano facili alla vista e all’udito, anche senza pubblicità. Le valli piacentine, prime propaggini di un appennino non sentito come tale, vengono tagliate da fiumi e torrenti e lasciano alla val Trebbia di Hemingway il compito di segnare il passo e di veicolare l’immagine. Continue reading L’esigenza di una tradizione… Matteo Maini

Il maiale, i suoi riti e le sue nicchie… Pigi

 

Castelnuovo Scrivia. Una delle tante cascine, tra l’anonimato e l’albero degli zoccoli, dove appaiono e scompaiono contadini, dialetti, bestemmie, campi arati, letame e grugniti, in quella pianura (con al di là della foschia i colli tortonesi, l’estremo lembo dell’Oltrepò e i vigneti Massa) che, fortunatamente, lascia immaginare in mezzo ad inverni gelidi, nebbiosi e apotropaici. La mia macchina segue la familiare di Eugenio Barbieri, che ha appena finito d’insaccare il salame insieme ai compagni di sempre: Riccardo Franzosi e Pigi. Con loro un norcino a rotazione. Più anziano e provetto Angelo, più giovane, ruspante e a tratti isterico Marco. Continue reading Il maiale, i suoi riti e le sue nicchie… Pigi

Sicurezza e ricerca… Karl Telfser

Merano. Quadrivio, che la suggestione ha portato via, di valli dattaltoatesine che si aprono e si chiudono, su meleti, montagne e contatti con la civiltà. Baluardo di tradizione, civiltà e bellezza, Merano ha un’anima mattutina, fatta di fiori, di casette di legno, di centri termali e di retaggi asburgici che s’inverano in giardini e costruzioni di lacerante bellezza. Stile liberty e stile floreale d’inizio ‘900, il fiume Passirio a tranciare e a definire la storicità di un centro aperto e rinchiuso sotto portici bassi a volte bianche. L’aristocrazia è un fantasma senza tempo che continua a discorrere nei caffè, a varcare portoni, a ironizzare l’abbigliamento e a tenere la livrea sul comodino d’ordinanza. Probabilmente quel notturno delle otto di sera, dove la città si spegne negli edifici e sull’asfalto, che la fa assomigliare ad una sua consorella metropolitana alle quattro di notte, è un segno di tempi e persone che si trasferivano nelle grosse abitazioni padronali e, alle danze, frammischiavano una buona conversazione sugli alternativi metodi junghiani o sulla scappatella della figlia del conte con il garzone adibito a stalliere. Continue reading Sicurezza e ricerca… Karl Telfser

Toscanità e altri discorsi… Vincenzo e Lorenzo Chini

Gaiole. In quelle vallate che sono la storia del Chianti. Pievi, diocesi, Fiesole, Arezzo, provincia di Siena o di Firenze sono sovrastrutture burocratiche ad un’imposizione geografica. Recitavano i fuggitivi della Grande Illusione di Renoir, alla fine del film, di frontiera alla Svizzera: “Ma sei sicuro che sia la Svizzera laggiù di fronte?” – “Che discorsi… Più che sicuro!”- ” A me sembra tutto uguale, qui” – “Eh, che cosa vuoi… Le frontiere non si vedono mica. Sono un’invenzione dell’uomo: la natura se ne fotte!”. Continue reading Toscanità e altri discorsi… Vincenzo e Lorenzo Chini

Un norcino e il suo mondo… Morris Micheli

Sotto il Monte. Il paese di Giovanni XXIII. Papa eponimo che ha lasciato le sue tracce nel nome e nell’anima di un paese. Devoto. Abbarbicato ad una collina e con un cartello segnaletico pitturato di marrone. Qualcosa di storico e, nello stesso tempo, di sonnolento. Mi inoltro all’interno della nuova urbanistica, fatta di villette e case basse che si fanno corte sino al culmine della pieve. Molto verde e una popolazione che oscilla tra anziani e bambini, quelli che ancora hanno vanità a raccogliere aria fresca, senza un obiettivo, che sia un lavoro, una ragazza o una spesa al supermercato. Continue reading Un norcino e il suo mondo… Morris Micheli

Speriamo che risplenda il sole su quei salami… Alberto Lazzari

Ostiano. Oltre l’Oglio. In quella che una volta era la provincia di Brescia. In quella che ancora oggi è un lembo di terra dove l’accento bresciano ha un’ascendenza molto più netta di quello cremonese. A venti-trenta kilometri da tutto e a venti trenta kilometri da nulla. Campagna, nel più classico dei filoni “olmiani”, con la nebbia a mettere la coperta su qualsiasi pensiero non puro… e sull’impudico ragazzo che ha scoperto che l’unica maniera per passare in tempo in quelle lande, che assomigliano al deserto se non assomigliassero a se stesse, è quella di di prendere le curve in derapata con l’ultima marmitta Leovinci montata al posto dei sogni… Continue reading Speriamo che risplenda il sole su quei salami… Alberto Lazzari