I grissini come cento anni fa… Daniele Richiardi

Perosa Argentina. Pietra d’argento. Sicuramente. Una volta. Ora, a miniere esaurite e a strade asfaltate che tagliano in mezzo aziende e montagne in lontananza, paesi come questo sono rimasti dedicati a qualche piccola produzione al di fuori di rotonde e centri commerciali che ormai non hanno più nemmeno il vezzo di inaugurare. C’è una cappa di detrimento che non giova allo stare… il tempo massimo per una scoperta, per un racconto sui regnanti industriali, uno sguardo laconico a quelle baite che si sono trasformate in “stazioni d’osservazione esseri umani” e Perosa Argentina si è ritrovata indifferente nel retaggio poetico del nome e in quel sistema di transizione che nelle stagione si è via via velocizzato. La Val Chisone e le Alpi Cozie hanno un fascino da pochi raccolto e da ancor meno messo in opera. Così, portare tradizioni all’interno di una bottega e salvarle dalla morte delle gallerie trincianti, è stato il compito conservatore della famiglia Richiardi, che nel grissino ha intravisto l’origine. Continue reading I grissini come cento anni fa… Daniele Richiardi

Azienda agricola Rapelli: nati in alpeggio e cresciuti in pianura … Lucina, Bruno, Claudio e Cinzia

Ciriè. Piedi delle Valli di Lanzo. Dove l’industrialità e l’editoria hanno convertito un fondo valle, rendendolo più affine ad una pianura che ha cercato di non perdersi, pur di ritrovarsi, per affrontare il non facile compito di cancellare una montagna, la sua cultura, i suoi allevatori. In quella mezza strada tra l’aeroporto e le Alpi, dove l’equidistanza non è più una forma di equilibrio, ma di sottomissione, paesi come Ciriè, che s’ingarbugliano sotto portici bassi e sabaudi, inappropriandosi di un atteggiamento borghese quasi posticcio nel suo volersi liberare da un’origine cruenta, povera, fatta di bastoni in legno e alpeggi irraggiungibili, dove il traguardo è diventato la facilità e l’escursionista un pacchetto imbavagliato che tra le rocce percepisce che è meglio non proseguire, sono il contentino di quel che resta. E così l’assenza di un approdo turistico, una delle funzioni sociali più importanti di un alpeggio, ha svuotato i pascoli, riempendo quei fondi valle messi alla porta dalle aziende, dove famiglie nate nelle malghe hanno trovato rifugio contro la dispersione. Continue reading Azienda agricola Rapelli: nati in alpeggio e cresciuti in pianura … Lucina, Bruno, Claudio e Cinzia

Confetture, spezie e tempi dilatati… Katia Tapella

Fobello continua nel suo essere un luogo di passaggio e di ritorno. Sempre attraverso le stesse case e gli stessi giardini. Quelli dove si parcheggia davanti e si ripone la speranza di poche parole illuminanti o di fragranze sottese a decisioni sul pane che hanno creato mitologie e contributi. Si passa attraverso, si bussa e non si trova nessuno. Si va oltre il nascondimento. Si va oltre, si lasciano cadere le parole che non servono, si cercano di capire le situazioni, l’incombenza e la banalità, e ci si ritrova in un paese molto più umano di tutto ciò da cui noi scappiamo tutti i giorni. Luoghi dove si può fare artigianato economico, dove c’è tempo per prendersi tempo e per sbagliare, dove nessuno ti insegue se non vendi, dove il tempo è qualcosa di intimamente pervaso e di violentemente solitario. Le ore si assomigliano un po’ tutte, l’inverno arriva presto e il buio intorpidisce i sensi. E così la creatività rischia il letargo insieme a quelle televisioni sempre accese e a quelle disposizioni cromatiche spostate verso il grigio. E trovare del colore, prima che del sapore, in una casa, che si apre tra il logoro/chic e il provenzale, ultimo avamposto prima dell’alogia buia dei racconti trasognati e nevosi, è qualcosa che attiene alla stregoneria del racconto, a quel bordo del bosco che è sempre stato fascino e malia insieme. Qui Katia Tapella sta provando, ora in solitario, la strada della trasformazione di materie prime domestiche. Continue reading Confetture, spezie e tempi dilatati… Katia Tapella

I Biscutin dal Strii nel paese dei balocchi … Anna Maria Tirozzio

Fobello. Val Mastallone. Pesca alle trote, retaggi automobilistici, castelli di spionaggio, rettilinei zigzaganti, massi e gelo portano verso quelle poche persone che, superata l’assenza di un legame familiare e originario, hanno deciso di fondare la propria esistenza secondo ritmi ed economie lontane dal logorio: un’enclave importante di trasformazioni domestiche che non ineriscono direttamente ad un territorio. Un’Italia che riesce a guardare oltre, dove le spiegazioni artigiane non devono necessariamente riportare alla terra, altrimenti detta canyon in penombra con case costruite guardando l’angolazione e i tempi del soleggiamento. Fortunatamente si riesce ad andare avanti, a supplire e a rendersi conto che il tempo che resta, quello di sopravvivenza e quello che fa tornare a ripopolare i borghi, è un tempo che andrebbe perduto, un tempo manchevole, senza angoli, in cui non accorgersi è più semplice e dove l’invidia muove sempre il primo passo verso il prossimo. Paradosso che è già un atto di vita messo in opera da chi l’eccellenza preferisce raggiungerla in luoghi trascorsi o interrati. Qui, a Fobello, Anna Maria Tirozzio ha deciso di portare le sue nuove quotidianità e si è messa a produrre biscotti. Continue reading I Biscutin dal Strii nel paese dei balocchi … Anna Maria Tirozzio

Aziende agricole leggendarie e in divenire… Gemelle Facciotti

Val Sermenza, valle laterale della Val Sesia. Frazioni di Boccioleto. Case sparse. Chiese affrescate, acque sgorganti e tempi lunghi. La valle si scurisce e la valle si apre. Si costruiscono le case, guardando l’orientamento del sole. Quando la luce termina, ci si accontenta di una notte profonda sei mesi chiamata fondo valle, dove ghiaccio e neve, anche quando ghiaccio e neve non sono sinonimi d’inverno, rimangono intatti e profondamente connaturati alla voglia di espressione di persone serrate dietro le persiane e dimentiche di altro che non sia la quotidianità del lavoro. Loggiati e coperture in pietra verificano l’intransigenza a un rifacimento culturale. Qui i luoghi chiudono e le aperture sono forme d’inflessibilità e di soddisfazione per pochi intimi. Eppure i giovani resistono e ci sono. Le frazioni e i paesi si succedono per poche centinaia di abitanti ed estensioni senza fine di rocce, acqua e boschi. Il mantenimento non è più un legame ad una piazza ma a diversi comuni che si assomigliano tutti un po’, in quell’incedere di nomi che sono ossessione e presagio. Continue reading Aziende agricole leggendarie e in divenire… Gemelle Facciotti

Macellerie Crosetti: Gian Pietro, la sua famiglia e quel servizio da dare

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Tra Crodo, Valle Antigorio, e Formazza, nell’omonima valle. Venticinque kilometri di distanza che definiscono alla perfezione questo lato di mondo. Altipiani, gallerie, cascate, piste di fondo, sci per bambini, alpeggi del Bettelmatt, boschi incontaminati, ghiaccio, ombra e l’elemento acqua che connota tutto e si porta via tutto. Soprattutto il turista. Che arriva ma per faticare non per ammirare. Questi sono luoghi sommersi, in cui hai l’obbligo di riemergere pena la soffitta. È un Piemonte che conosce talmente bene se stesso da mantenere il resto a distanza di sicurezza, molto remoto, molto geometrico, in quel confine che è sempre acquisizione e mai spargimento, perché la Svizzera circonda ma senza osmosi, in quella chiusura montana che tiene ognuno al proprio posto. Nonostante il cielo. Lì in mezzo, a Crodo e Formazza per l’esattezza, Gian Pietro Crosetti, insieme a sua moglie e ai suoi figli, mantiene viva la macellazione, la scelta, la trasformazione e la vendita del bovino. Continue reading Macellerie Crosetti: Gian Pietro, la sua famiglia e quel servizio da dare

Il Bettelmatt riprende sembianze umane… Massimo Bernardini

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Viceno. Frazione di Crodo. In quella terra Walser che, digradando verso il fondo valle, ha cominciato a perdere le sfumature dei pianali, degli altipiani e delle case in pietra e legno, che si sono mantenute anche al di qua delle polente gettate sui paioli, trovando la raffinatezza che il turismo compulsivo da sci sempre in carreggiata non gli avrebbe mai permesso. Questo incedere di frazioni ai piedi del Monte Cistella, dove i boschi sono il voluttuoso e dove il ghiaccio ti ha già ucciso se hai provato ad allontanarti dalle stufe o dai camini, non richiama altro che silenzio e previsioni meteo che, in qualunque condizione, mostrano un Piemonte diverso, dove i Walser hanno concesso distanza e il riconoscimento non è diventato sottomissione. Questo lato di mondo, più raffinato, dove la Svizzera lega nella cura e in cui roccia e verde tolgono quel po’ di ombroso piemontese che trasforma i dialoghi in silenzi, si porta dietro quell’eccedenza di fiabesco che di solito sei destinato a cercare altrove. E il merito potrebbe essere di quegli animali che pascolano, rischiarando. Continue reading Il Bettelmatt riprende sembianze umane… Massimo Bernardini

La pasticceria è recupero che non smette di cercare … Fabrizio Galla

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San Sebastiano da Po. Un fondovalle che guarda già alla meticolosità del Monferrato. Un luogo tranquillo e appartato, in quell’incontro tra colline che ispira la pianura, rimanendo un di più di senso. Le strade sono semplici, le abitazioni anche, la storia rimane aggrappata a finestre, muri e castelli che nei campanili e nelle alture riecheggiano il tempo del possedimento. L’agricoltura è rimasta soggiogata ad un progresso che non ha mai guardato più in là di un granoturco da battaglia e di un impoverimento di una tradizione che mai c’è stata. Questi sono luoghi di passeggio, dove il tempo non è condizione fondamentale e dove riconoscersi è la prima delle abitudini e l’ultima delle costrizioni notturne. La parte del sogno, inalterata altrove, qui è dovuta rientrare attraverso vittime inconsapevoli della devozione, è dovuta arrivare attraverso l’abilità di un pasticciere che, al bordo di una strada, in quello che è il ristorante di famiglia, ha portato i suoi dolci, tra i più evoluti che, in questo momento storico di sottomissione all’adorazione, si possano trovare in Italia. Continue reading La pasticceria è recupero che non smette di cercare … Fabrizio Galla