Quando gli agricoltori non mollano. Le arance di Ribera di… Paolo Ganduscio

Ribera. Profondo sud. Dove non si muovono le foglie e dove la politica ha rappreso gli animi e gli intelletti. Superata la zona dei resort per impupati belletti salubri, un filo modaioli e idiosincratici al dispendio intellettivo, si prende un bivio che porta verso l’interno. Da qui, si alternano quei paesi, già apparsi tra queste righe, che dedicano la propria istanza e la propria vocazione ad un prodotto tipico. Pistacchi, pesche, formaggi e arance. Quelle bionde, quelle che popolano, in maniera proditoria, i mercati di mezz’Italia. Continue reading Quando gli agricoltori non mollano. Le arance di Ribera di… Paolo Ganduscio

Il mugnaio contemporaneo… Filippo Drago

Castelvetrano è un’anima di un pomeriggio agostano dove il sole strappa la pelle di dosso. Non mi persuade la vista e nemmeno l’udito. Quella campagna siciliana, che arriva da Menfi portandosi dietro i suoi profumi tipici e quei rumori di cicale così fragorosi e cacofonici da lasciarci il cuore a mezza via, lentamente dirada fino al cemento. Spariscono gli alberi di ulivi, i campi di angurie e le strade tortuose.
I viali, alle due del pomeriggio nel profondo sud-ovest, non riflettono che loro stessi, i loro miraggi e l’asfalto che si scioglie. Continue reading Il mugnaio contemporaneo… Filippo Drago

Tra il sogno e la realtà… Gianfranco Fagnola

Bra. Una città che richiama la cultura enogastronomica italiana. Qui è nata Slow Food, qui manifestano i formaggi e qui lavorano fior fior di artigiani. Non ha la bellezza senza tempo delle Langhe e nemmeno il fascino misterioso, lontano e occitano delle valli cuneesi. Ma ha la fortuna di trovarsi in mezzo. Di non essere, ideologicamente, lontana da nulla e di non avere l’afa soffocante di affascinare a tutti i costi. Placida è placida, ma ha qualcosa in più. Una sonnolenza ricca ma indigesta. Il cibo sembra una religione, nessuno è al sicuro. È difficile (o almeno, lo è per il mio pensiero…) pensare che qualcuno a Bra possa mangiare male o possa vendersi per un tanto al kilo (ancorchè sia chiaramente il contrario). Continue reading Tra il sogno e la realtà… Gianfranco Fagnola

Quel fascino polveroso, un po’ francese e un po’ contadino. Fabio e Luca Grasselli

Stagno Lombardo. Pochi kilometri da Cremona. Un cartello che segnala il biologico e che apre un mondo di stanze, recinti, cantine, celle di stagionatura, vacche brune e vacche bianche. Spazi ampi, con quella decadenza che richiama il radical chic, allontanando il pomposo e il necessario.
Scorgo il sig. Grasselli dalla barba. Il telefono ha continuato a squillare per giorni, senza che nessuno rispondesse. Gli affanni quotidiani sembrano lontani anni luce, quello che vedo è una tavolata, una bottiglia di ribolla di Josko Gravner, un paio di birre e tre o quattro sguardi tra l’aristocratico e lo scrutatore. Continue reading Quel fascino polveroso, un po’ francese e un po’ contadino. Fabio e Luca Grasselli

Resistere ha il volto felice di un bambino… Alberto Guidi e Cristina Peroni

Mompiano. Frazione della città di Brescia. A ridosso delle prime colline. Quando lo stadio e l’ospedale lasciano spazio agli alberi, le prime aziende agricole iniziano a fare capolino, con alberi di pesche a farla da padrone e le villette “medio-alta borghesia”, che fanno molto “bosco in città e orto come passatempo”, sono riuscite ad aggirare i permessi della pubblica amministrazione, cominciando una lenta ascesa al cielo.
Capannelli di persone, raggruppate sul ciglio della strada, affondano le mani dentro la vegetazione alla ricerca del sacro luppolo, eresia per risotti amari e aspri. Continue reading Resistere ha il volto felice di un bambino… Alberto Guidi e Cristina Peroni

Una dolcezza decisa… Giovanni Cavalleri

Erbusco. Nel cuore della Franciacorta. In mezzo ai vigneti delle bollicine.
Con qualche collina dove farli diradare e qualche stradina che nasconde, dietro ogni curva, un angolo al di là del tempo. Qui, senza una storia millenaria, senza bellezze artistiche da far gridare al miracolo, senza sconfinati orizzonti dove perdere i propri desideri, dagli anni ’70 si è iniziato a guardare alla Francia (non inganni il nome, derivazione dal latino curtes francae, che rappresentava le comunità di monaci benedettini, dediti all’istruzione del contadino e all’opera di bonifica, che venivano esentate dal pagamento dei dazi) e si è creata la più importante “regione” a vocazione spumantistica d’Italia. Continue reading Una dolcezza decisa… Giovanni Cavalleri

Un pomeriggio, per caso, un gelato… Alberto Piscini

piscini

Nascosto nelle maglie della Franciacorta, nel mio solito cantuccio fuori dal tempo, mentre mangio un panino, con il broncio per i continui temporali estivi, mi rimbalza addosso una riminiscenza. Brescia, Philippe Leveillè, gelato alla crema. Invito. Ed eccoci in viaggio.
La gelateria è assolutamente dentro la moda. Carapine d’ordinanza, schermi al plasma che mostrano creatività, una commessa non particolarmente attratta dal dialogo e pochi clienti. La città, a dire il vero, è sul vuoto andante… Continue reading Un pomeriggio, per caso, un gelato… Alberto Piscini

Birre ma senza quel fumo di parole… Marcello Ceresa

Podenzano. Pochi kilometri fuori Piacenza. In quella provincia che non è ancora diventata vallata. Le villette benesser-borghesi stile anni ’80 si susseguono manco fossero delle Terraced Houses di Liverpool. Capannoni di ordinanza, dove l’industriale con il tortello nel panciotto può spalancare i rubinetti e parcheggiare il macchinone. Qui la nebbia è compagna, a volte strenua… ma la collina, che riluce in lontananza, segnala la meta per una possibile fuga. Le periferie delle medio-piccole città italiane debellano paure rilasciando ansia. Senza il fascino industriale di una rivoluzione reale. Continue reading Birre ma senza quel fumo di parole… Marcello Ceresa